The paper I have dealt with is divided into three parts and is inspired by a common thread: the anguish of man in his various dimensions. The first part of the analysis is dedicated to the hermeneutic approach of the author Eugen Drewermann to the Bible and to theology, based on the "Psychology of the Deep". The central theme of his thought concerns existential anguish and how the human being can leave the ghetto where anguish itself relegates his life. In the second part of the work the theme of the pathology of love emerged as a form of manifestation of anxiety. In this regard, the conception of the Bible is recalled which intends love as an adequate feeling and not a power of destiny that causes disasters in life, which is contrasted by the Greek conception which intends the sentiment of love as the personification of a power that deprives the man of his personality, his freedom and his conscience. The third part analyzed the theme of death and, in particular, the problem of suicide, as a response following a human experience with no way out, which gives rise to a multiplicity of depressive feelings such as apathy, fatigue, negative thoughts. and desire for peace in all forms until death (so-called suicide intended as vagotonal death). Koestler's thought, according to which the way and time of dying must be freely determined by the same man, was compared with Christian theology, which considers suicide an illegitimate action, since the suicide would assume a right that belongs to him. only to God. Subsequently, the phenomenology of suicide starting from death was examined - voodoo, where the anguish of guilt and the expectation of misfortune, if there is a subject who has not respected the rules, is so strong as to be felt as desperate and, the following reaction presents again the regressive traits of vagotonia; so, in this case, suicide is the result of a mortal anguish caused by guilt, becoming for the guilty subject the only way out at his disposal from a guilt with which it is impossible for him to continue living.

L'elaborato di cui mi sono occupata si articola in tre parti e prende spunto da un filo conduttore comune: l'angoscia dell'uomo nelle sue diverse dimensioni. La prima parte dell'analisi è dedicata all'approccio ermeneutico dell'autore Eugen Drewermann rivolto alla Bibbia e alla teologia, basato sulla “Psicologia del Profondo”. Il tema centrale del suo pensiero riguarda l'angoscia esistenziale e come l'essere umano possa uscire dal ghetto ove l'angoscia stessa relega la sua vita. Nella seconda parte del lavoro è emerso il tema della patologia dell'amore quale forma di manifestazione dell'angoscia. Al riguardo, viene richiamata la concezione della Bibbia che intende l'amore come un sentimento adeguato e non una potenza del destino che causa disastri nella vita, cui si contrappone la concezione greca che intende il sentimento dell'amore come personificazione di una potenza che priva l'uomo della sua personalità, della sua libertà e della sua coscienza. Nella terza parte è stato analizzato il tema della morte ed, in particolare, il problema del suicidio, quale risposta a seguito di un'esperienza umana senza vie di uscita, che da luogo ad una molteplicità di sentimenti depressivi quali apatia, stanchezza, pensieri negativi e desiderio di pace in ogni forma fino alla morte (c.d. suicidio inteso come morte vagotonale). È stato posto a confronto il pensiero di Koestler per il quale il modo e il momento di morire devono esser liberamente stabiliti dallo stesso uomo, con la teologia cristiana, che considera il suicidio un'azione illegittima, poiché il suicida si arrogherebbe un diritto che spetta soltanto a Dio. Successivamente è stata esaminata la fenomenologia del suicidio a partire dalla morte – voodoo, ove l'angoscia della colpa e l'attesa della sventura, qualora vi sia un soggetto che non abbia rispettato le norme, è così forte da esser sentita come disperata e, la reazione che segue presenta nuovamente i tratti regressivi della vagotonia; per cui, in questo caso, il suicidio è il risultato di un'angoscia mortale provocata dalla colpa, diventando per il soggetto colpevole l'unica via di uscita a sua disposizione da una colpa con cui gli è impossibile continuare a vivere.

Angoscia, tragicità e delitto nella tiefenpsycologie di Eugen Drewermann

CATTEDDU, CHIARA
2019/2020

Abstract

L'elaborato di cui mi sono occupata si articola in tre parti e prende spunto da un filo conduttore comune: l'angoscia dell'uomo nelle sue diverse dimensioni. La prima parte dell'analisi è dedicata all'approccio ermeneutico dell'autore Eugen Drewermann rivolto alla Bibbia e alla teologia, basato sulla “Psicologia del Profondo”. Il tema centrale del suo pensiero riguarda l'angoscia esistenziale e come l'essere umano possa uscire dal ghetto ove l'angoscia stessa relega la sua vita. Nella seconda parte del lavoro è emerso il tema della patologia dell'amore quale forma di manifestazione dell'angoscia. Al riguardo, viene richiamata la concezione della Bibbia che intende l'amore come un sentimento adeguato e non una potenza del destino che causa disastri nella vita, cui si contrappone la concezione greca che intende il sentimento dell'amore come personificazione di una potenza che priva l'uomo della sua personalità, della sua libertà e della sua coscienza. Nella terza parte è stato analizzato il tema della morte ed, in particolare, il problema del suicidio, quale risposta a seguito di un'esperienza umana senza vie di uscita, che da luogo ad una molteplicità di sentimenti depressivi quali apatia, stanchezza, pensieri negativi e desiderio di pace in ogni forma fino alla morte (c.d. suicidio inteso come morte vagotonale). È stato posto a confronto il pensiero di Koestler per il quale il modo e il momento di morire devono esser liberamente stabiliti dallo stesso uomo, con la teologia cristiana, che considera il suicidio un'azione illegittima, poiché il suicida si arrogherebbe un diritto che spetta soltanto a Dio. Successivamente è stata esaminata la fenomenologia del suicidio a partire dalla morte – voodoo, ove l'angoscia della colpa e l'attesa della sventura, qualora vi sia un soggetto che non abbia rispettato le norme, è così forte da esser sentita come disperata e, la reazione che segue presenta nuovamente i tratti regressivi della vagotonia; per cui, in questo caso, il suicidio è il risultato di un'angoscia mortale provocata dalla colpa, diventando per il soggetto colpevole l'unica via di uscita a sua disposizione da una colpa con cui gli è impossibile continuare a vivere.
ITA
The paper I have dealt with is divided into three parts and is inspired by a common thread: the anguish of man in his various dimensions. The first part of the analysis is dedicated to the hermeneutic approach of the author Eugen Drewermann to the Bible and to theology, based on the "Psychology of the Deep". The central theme of his thought concerns existential anguish and how the human being can leave the ghetto where anguish itself relegates his life. In the second part of the work the theme of the pathology of love emerged as a form of manifestation of anxiety. In this regard, the conception of the Bible is recalled which intends love as an adequate feeling and not a power of destiny that causes disasters in life, which is contrasted by the Greek conception which intends the sentiment of love as the personification of a power that deprives the man of his personality, his freedom and his conscience. The third part analyzed the theme of death and, in particular, the problem of suicide, as a response following a human experience with no way out, which gives rise to a multiplicity of depressive feelings such as apathy, fatigue, negative thoughts. and desire for peace in all forms until death (so-called suicide intended as vagotonal death). Koestler's thought, according to which the way and time of dying must be freely determined by the same man, was compared with Christian theology, which considers suicide an illegitimate action, since the suicide would assume a right that belongs to him. only to God. Subsequently, the phenomenology of suicide starting from death was examined - voodoo, where the anguish of guilt and the expectation of misfortune, if there is a subject who has not respected the rules, is so strong as to be felt as desperate and, the following reaction presents again the regressive traits of vagotonia; so, in this case, suicide is the result of a mortal anguish caused by guilt, becoming for the guilty subject the only way out at his disposal from a guilt with which it is impossible for him to continue living.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
730555_tesiangosciatragicitedelittonellatiefenpsychologiedieugendrewermann.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 384.76 kB
Formato Adobe PDF
384.76 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/73480