I fondi comuni di investimento sono, oggi, tra i principali intermediari professionali per mezzo dei quali le persone fisiche possono accedere ai mercati azionari. Il fenomeno si è sviluppato a tal punto da portare al riconoscimento di tali fondi come costituenti una “famiglia” denominata “investitori istituzionali”, di cui fanno parte anche altri Organismi di investimento collettivo del risparmio. Lo scopo di questo lavoro, pertanto, è l'analisi di tale fenomeno nel contesto italiano, mantenendo come focus principale l'esame delle modalità attraverso le quali tali fondi agiscono in qualità di azionisti delle società in cui detengono delle partecipazioni. Prodromica a tale esame, tuttavia, non può che essere la disamina della disciplina che regola i fondi comuni di investimento in Italia, analizzando le varie fonti in materia, anche di origine sovranazionale. Il primo capitolo, pertanto, sarà deputato a tali considerazioni preliminari, oltre che a fornire una prima analisi del “peso” che tali investitori istituzionali ricoprono negli assetti proprietari delle società quotate italiane. Introdotto così il tema, il secondo capitolo si occuperà dell'attivismo degli investitori istituzionali, e quindi di come tali investitori agiscono nelle società partecipate. Si vedrà in tale capitolo come si configura l'attivismo di tali investitori, le strategie che si celano dietro e le principali manifestazioni del fenomeno sulla scena italiana, con un occhio di riguardo verso istituti di diritto societario di origine sovranazionale, introdotti di recente. In particolare, si esaminerà come il meccanismo del voto di lista ha influenzato il ruolo degli investitori istituzionali nelle dinamiche societarie, oltre che come certe discipline, come quella sull'offerta pubblica di acquisto, possono avere un impatto sull'agire degli investitori istituzionali. Nel terzo capitolo il tema verrà approfondito ulteriormente attraverso la disamina di uno dei principali modi attraverso cui i fondi comuni di investimento possono configurare il proprio attivismo, e cioè l'esercizio del diritto di voto. Questa parte di lavoro, pertanto, sarà dedicata all'analisi puntuale del tema e di come esso si caratterizza nel caso degli investitori istituzionali, dei principali problemi che possono emergere e, da ultimo, anche alle evidenze empiriche delle più recenti stagioni assembleari. Specifica attenzione verrà dedicata a una delle modalità tipiche con cui gli investitori istituzionali si interfacciano con gli emittenti partecipati, e cioè il ricorso a consulenti esterni quali i c.d. proxy advisors. Si affronteranno, inoltre, alcuni istituti di diritto societario quali la record date e il voto elettronico, inquadrandoli dal punto di vista peculiare degli investitori istituzionali. Il quarto capitolo, infine, vedrà l'analisi di un fenomeno relativamente recente, almeno in Europa e in Italia: la finanza c.d. etica, inquadrata dal punto di vista dei fondi di investimento. Tale parte di trattazione si occuperà pertanto dei fondi di investimento sostenibili e responsabili, delineandoli nel nostro ordinamento e osservando le differenze con i fondi di investimento “tradizionali”. Si vedrà, in questo modo, come il fenomeno si è sviluppato in Europa e in Italia, le istanze a cui risponde e le possibili prospettive che esso può portare nel nostro mercato, ponendolo in collegamento con la disciplina della dichiarazione non finanziaria e con il tema dell'interesse sociale delle imprese.

I fondi comuni di investimento come azionisti

VITALE, DAVIDE
2019/2020

Abstract

I fondi comuni di investimento sono, oggi, tra i principali intermediari professionali per mezzo dei quali le persone fisiche possono accedere ai mercati azionari. Il fenomeno si è sviluppato a tal punto da portare al riconoscimento di tali fondi come costituenti una “famiglia” denominata “investitori istituzionali”, di cui fanno parte anche altri Organismi di investimento collettivo del risparmio. Lo scopo di questo lavoro, pertanto, è l'analisi di tale fenomeno nel contesto italiano, mantenendo come focus principale l'esame delle modalità attraverso le quali tali fondi agiscono in qualità di azionisti delle società in cui detengono delle partecipazioni. Prodromica a tale esame, tuttavia, non può che essere la disamina della disciplina che regola i fondi comuni di investimento in Italia, analizzando le varie fonti in materia, anche di origine sovranazionale. Il primo capitolo, pertanto, sarà deputato a tali considerazioni preliminari, oltre che a fornire una prima analisi del “peso” che tali investitori istituzionali ricoprono negli assetti proprietari delle società quotate italiane. Introdotto così il tema, il secondo capitolo si occuperà dell'attivismo degli investitori istituzionali, e quindi di come tali investitori agiscono nelle società partecipate. Si vedrà in tale capitolo come si configura l'attivismo di tali investitori, le strategie che si celano dietro e le principali manifestazioni del fenomeno sulla scena italiana, con un occhio di riguardo verso istituti di diritto societario di origine sovranazionale, introdotti di recente. In particolare, si esaminerà come il meccanismo del voto di lista ha influenzato il ruolo degli investitori istituzionali nelle dinamiche societarie, oltre che come certe discipline, come quella sull'offerta pubblica di acquisto, possono avere un impatto sull'agire degli investitori istituzionali. Nel terzo capitolo il tema verrà approfondito ulteriormente attraverso la disamina di uno dei principali modi attraverso cui i fondi comuni di investimento possono configurare il proprio attivismo, e cioè l'esercizio del diritto di voto. Questa parte di lavoro, pertanto, sarà dedicata all'analisi puntuale del tema e di come esso si caratterizza nel caso degli investitori istituzionali, dei principali problemi che possono emergere e, da ultimo, anche alle evidenze empiriche delle più recenti stagioni assembleari. Specifica attenzione verrà dedicata a una delle modalità tipiche con cui gli investitori istituzionali si interfacciano con gli emittenti partecipati, e cioè il ricorso a consulenti esterni quali i c.d. proxy advisors. Si affronteranno, inoltre, alcuni istituti di diritto societario quali la record date e il voto elettronico, inquadrandoli dal punto di vista peculiare degli investitori istituzionali. Il quarto capitolo, infine, vedrà l'analisi di un fenomeno relativamente recente, almeno in Europa e in Italia: la finanza c.d. etica, inquadrata dal punto di vista dei fondi di investimento. Tale parte di trattazione si occuperà pertanto dei fondi di investimento sostenibili e responsabili, delineandoli nel nostro ordinamento e osservando le differenze con i fondi di investimento “tradizionali”. Si vedrà, in questo modo, come il fenomeno si è sviluppato in Europa e in Italia, le istanze a cui risponde e le possibili prospettive che esso può portare nel nostro mercato, ponendolo in collegamento con la disciplina della dichiarazione non finanziaria e con il tema dell'interesse sociale delle imprese.
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