The present work has as its object a Chinese Buddhist silver reliquary, coming from the deposits of the Museum of Oriental Art in Turin, owned by the Compagnia di San Paolo. The study has allowed us to deepen our knowledge of this artifact, allowing us to understand that it is an assemblage of elements coming from different artifacts, some of them probably secular. In fact, although on the whole it can be assimilated to other reliquaries of this type, it shows some unique peculiarities. This hypothesis is supported both by data related to the iconography and the morphology of the different components, and by the different state of preservation. Scientific analyses have clarified some aspects related to the constituent materials and outlined the state of preservation and the degree of embrittlement of the substrate. The collected data defined the methodological approach for the cleaning of the surfaces and the subsequent recomposition of the object. A specific in- depth study was conducted on water-soluble protective agents (sturgeon glue and chitosan).
Il presente lavoro ha come oggetto un reliquiario Buddhista cinese in argento, proveniente dai depositi del Museo di Arte Orientale di Torino, di proprietà della Compagnia di San Paolo. Lo studio ha consentito di approfondire la conoscenza di tale manufatto, permettendo di capire che si tratta con ogni probabilità di un assemblaggio di elementi provenienti da manufatti diversi, alcuni probabilmente laici. Infatti sebbene nel complesso sia assimilabile ad altri reliquiari di questo tipo, esso mostra alcune peculiarità uniche. Tale ipotesi è sostenuta sia da dati relativi all’iconografia e alla morfologie dei diversi componenti, sia dal diverso stato di conservazione. Le analisi scientifiche hanno chiarito alcuni aspetti legati ai materiali costitutivi e delineato lo stato di conservazione e il grado di infragilimento del substrato. I dati raccolti hanno definito l’approccio metodologico per la pulitura delle superfici e la successiva ricomposizione dell’oggetto. È stato condotto un approfondimento specifico sui protettivi solubili in acqua (la colla di storione e il chitosano).
Studio e restauro di un reliquiario Buddhista cinese di epoca Liao (X-XII sec.). Problemi conservativi nel restauro di un argento archeologico infragilito.
COLLARIN, ANNA
2019/2020
Abstract
Il presente lavoro ha come oggetto un reliquiario Buddhista cinese in argento, proveniente dai depositi del Museo di Arte Orientale di Torino, di proprietà della Compagnia di San Paolo. Lo studio ha consentito di approfondire la conoscenza di tale manufatto, permettendo di capire che si tratta con ogni probabilità di un assemblaggio di elementi provenienti da manufatti diversi, alcuni probabilmente laici. Infatti sebbene nel complesso sia assimilabile ad altri reliquiari di questo tipo, esso mostra alcune peculiarità uniche. Tale ipotesi è sostenuta sia da dati relativi all’iconografia e alla morfologie dei diversi componenti, sia dal diverso stato di conservazione. Le analisi scientifiche hanno chiarito alcuni aspetti legati ai materiali costitutivi e delineato lo stato di conservazione e il grado di infragilimento del substrato. I dati raccolti hanno definito l’approccio metodologico per la pulitura delle superfici e la successiva ricomposizione dell’oggetto. È stato condotto un approfondimento specifico sui protettivi solubili in acqua (la colla di storione e il chitosano).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/73472