In questa tesi è trattato il tema del diritto non scritto, e nello specifico verranno approfondite le tipologie di consuetudine e convenzione. Dopo una breve introduzione dell'argomento, dove viene fatto un quadro generale del concetto di fonte del diritto, il primo capitolo si occuperà di analizzare caratteristiche, struttura e forma della consuetudine, gli elementi che la compongono e che necessariamente devono sussistere affinché possa considerarsi effettivamente una fonte di diritto non scritto, e le problematiche sorte in merito al riconoscimento e alla esistenza di questi elementi essenziali; successivamente lo stesso è stato fatto per la convenzione. A conclusione del primo capitolo lo studio si sposta sul concetto di consuetudine e convenzione costituzionale, evidenziandone le peculiarità e le differenze con le rispettive figure del diritto privato. Si è notato come la maggior parte delle volte il ricorso a norme consuetudinarie è stato possibile in ambito di diritto costituzionale: questo perché più di altri rami del diritto consente una elasticità di interpretazione del testo di riferimento, la Costituzione, in quanto la sua formulazione è stata lasciata vaga e indefinita non sempre in maniera involontaria. In questi varchi ben si inseriscono le consuetudini e le convenzioni, soprattutto quando i soggetti che le pongono in essere sono organi dello Stato, direttamente disciplinati dalla carta costituzionale. Nel secondo capitolo la trattazione si focalizza sulla esemplificazione delle figure in oggetto, e quindi viene fatta una elencazione di casi pratici in cui si è fatto ricorso alla consuetudine e alla convenzione all' interno del panorama istituzionale italiano, a partire dallo Statuto albertino sino ai giorni nostri. Il più classico di questi esempi è il processo di formazione del governo, sviluppatosi grazie alle consuetudini in materia che si sono potute applicare grazie alla lacunosa previsione del testo costituzionale in materia. Infine il terzo capitolo si occupa della materia del diritto consuetudinario in ambito giurisprudenziale, e in questo si trattano i casi in cui la Corte costituzionale si è avvalsa nel corso degli anni di norme di diritto non scritto per fondare alcune sue decisioni. Peculiarità di questi casi trattati è il medesimo ambito del contenzioso, il conflitto di attribuzione tra organi dello Stato. Dopo una prima indagine sulle diverse sentenze della Consulta, l'esame si sposta sulle diverse opinioni che queste decisioni hanno suscitato in dottrina. Concludendo si è fatta una considerazione in base alla quale si sostiene che sia in atto un ritorno al diritto non scritto, e sull'impatto che questo può avere nell'ordinamento italiano.

Il diritto non scritto nell'ordinamento costituzionale italiano

SERPOLINI, ILARIA
2015/2016

Abstract

In questa tesi è trattato il tema del diritto non scritto, e nello specifico verranno approfondite le tipologie di consuetudine e convenzione. Dopo una breve introduzione dell'argomento, dove viene fatto un quadro generale del concetto di fonte del diritto, il primo capitolo si occuperà di analizzare caratteristiche, struttura e forma della consuetudine, gli elementi che la compongono e che necessariamente devono sussistere affinché possa considerarsi effettivamente una fonte di diritto non scritto, e le problematiche sorte in merito al riconoscimento e alla esistenza di questi elementi essenziali; successivamente lo stesso è stato fatto per la convenzione. A conclusione del primo capitolo lo studio si sposta sul concetto di consuetudine e convenzione costituzionale, evidenziandone le peculiarità e le differenze con le rispettive figure del diritto privato. Si è notato come la maggior parte delle volte il ricorso a norme consuetudinarie è stato possibile in ambito di diritto costituzionale: questo perché più di altri rami del diritto consente una elasticità di interpretazione del testo di riferimento, la Costituzione, in quanto la sua formulazione è stata lasciata vaga e indefinita non sempre in maniera involontaria. In questi varchi ben si inseriscono le consuetudini e le convenzioni, soprattutto quando i soggetti che le pongono in essere sono organi dello Stato, direttamente disciplinati dalla carta costituzionale. Nel secondo capitolo la trattazione si focalizza sulla esemplificazione delle figure in oggetto, e quindi viene fatta una elencazione di casi pratici in cui si è fatto ricorso alla consuetudine e alla convenzione all' interno del panorama istituzionale italiano, a partire dallo Statuto albertino sino ai giorni nostri. Il più classico di questi esempi è il processo di formazione del governo, sviluppatosi grazie alle consuetudini in materia che si sono potute applicare grazie alla lacunosa previsione del testo costituzionale in materia. Infine il terzo capitolo si occupa della materia del diritto consuetudinario in ambito giurisprudenziale, e in questo si trattano i casi in cui la Corte costituzionale si è avvalsa nel corso degli anni di norme di diritto non scritto per fondare alcune sue decisioni. Peculiarità di questi casi trattati è il medesimo ambito del contenzioso, il conflitto di attribuzione tra organi dello Stato. Dopo una prima indagine sulle diverse sentenze della Consulta, l'esame si sposta sulle diverse opinioni che queste decisioni hanno suscitato in dottrina. Concludendo si è fatta una considerazione in base alla quale si sostiene che sia in atto un ritorno al diritto non scritto, e sull'impatto che questo può avere nell'ordinamento italiano.
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