La costruzione di impianti sciistici causa inevitabilmente dei cambiamenti a livello degli ecosistemi. Con questa ricerca si è voluto valutare quale sia l'impatto della costruzione di piste da sci sui micromammiferi. È stata studiata una pista da sci che taglia in due parti un bosco di faggi in alta Valsessera. Gli obiettivi dello studio sono stati: 1) capire se esiste selezione di habitat negativa nei confronti della pista, 2) verificare se la pista rappresenti effettivamente una barriera ecologica per gli animali. Per valutare se ci fosse selezione di habitat sono stati posizionati tre transetti da 20 trappole, rispettivamente nel bosco, nell'ecotono e in pista, registrando poi le variabili ambientali relative ad ogni trappola. Inoltre sono stati applicati radiocollari ad alcuni esemplari di Glis glis e sono stati seguiti i movimenti di questi individui. Per capire invece se gli animali fossero in grado di attraversare la pista, sono stati catturati 38 Apodemus flavicollis e 11 Glis glis nella parte di bosco a sinistra della pista e traslocati nella parte di bosco a destra della pista. La marcatura è stata effettuata con taglio del pelo, decolorazione e colorazione del pelo. In pista non è mai stato catturato alcun esemplare, nel bosco sono stati catturati 29 A. flavicollis e 19 G. glis, nell'ecotono sono stati catturati 26 topi, 1 ghiro, 2 moscardini e 4 toporagni nani. E' stato applicato il test del &#967;2 per le prime due specie, assumendo che fossero equiripartite tra gli ambienti, ed è risultato molto significativo (&#967;2=54,20, p<0,001 per G. glis, &#967;2=24,13, p<0,001 per A. flavicollis): si può quindi concludere che esiste una selezione di habitat negativa per la pista. Sono state analizzate anche il numero di catture totali per trappola in relazione alle caratteristiche ambientali, applicando il test di Spearman è stata trovata correlazione postiva tra il numero di catture e la copertura arborea per entrambe le specie, correlazione positiva tra catture di topi e copertura arbustiva, correlazione negativa tra numero di catture e copertura erbacea. Sono stati rilevati attraversamenti di 3 A. flavicollis e 4 G. glis, due di questi esemplari hanno attraversato la pista 2 volte e un individuo l'ha attraversata 3 volte. Seguendo gli animali radiomarcati è stato possibile calcolare l'home range (100%MCP): 2,4 ha per un individuo probabilmente maschio, 0.7 per due individui, probabilmente femmine. Due esemplari hanno condiviso una parte del loro home range, ma non c'è mai stata sovrapposizione tra le core area. In conclusione, dai risultati ottenuti con questo studio, si può affermare che le piste da sci rappresentano un caso evidente di perdita di habitat per questi animali, ma non costituiscono una barriera insuperabile in quanto, se traslocati attivamente dall'uomo, riescono ad attraversarle. Sulla base dei dati raccolti non si può escludere che le piste rappresentino comunque delle barriere, anche se relativamente permeabili, e che possano avere ripercussioni ecologico-evolutive sulle popolazioni dei micromammiferi studiati.

Impatto delle piste da sci dell'Alta Valsessera sulle cenosi di micromammiferi.

MARRI, VIVIANA
2008/2009

Abstract

La costruzione di impianti sciistici causa inevitabilmente dei cambiamenti a livello degli ecosistemi. Con questa ricerca si è voluto valutare quale sia l'impatto della costruzione di piste da sci sui micromammiferi. È stata studiata una pista da sci che taglia in due parti un bosco di faggi in alta Valsessera. Gli obiettivi dello studio sono stati: 1) capire se esiste selezione di habitat negativa nei confronti della pista, 2) verificare se la pista rappresenti effettivamente una barriera ecologica per gli animali. Per valutare se ci fosse selezione di habitat sono stati posizionati tre transetti da 20 trappole, rispettivamente nel bosco, nell'ecotono e in pista, registrando poi le variabili ambientali relative ad ogni trappola. Inoltre sono stati applicati radiocollari ad alcuni esemplari di Glis glis e sono stati seguiti i movimenti di questi individui. Per capire invece se gli animali fossero in grado di attraversare la pista, sono stati catturati 38 Apodemus flavicollis e 11 Glis glis nella parte di bosco a sinistra della pista e traslocati nella parte di bosco a destra della pista. La marcatura è stata effettuata con taglio del pelo, decolorazione e colorazione del pelo. In pista non è mai stato catturato alcun esemplare, nel bosco sono stati catturati 29 A. flavicollis e 19 G. glis, nell'ecotono sono stati catturati 26 topi, 1 ghiro, 2 moscardini e 4 toporagni nani. E' stato applicato il test del χ2 per le prime due specie, assumendo che fossero equiripartite tra gli ambienti, ed è risultato molto significativo (χ2=54,20, p<0,001 per G. glis, χ2=24,13, p<0,001 per A. flavicollis): si può quindi concludere che esiste una selezione di habitat negativa per la pista. Sono state analizzate anche il numero di catture totali per trappola in relazione alle caratteristiche ambientali, applicando il test di Spearman è stata trovata correlazione postiva tra il numero di catture e la copertura arborea per entrambe le specie, correlazione positiva tra catture di topi e copertura arbustiva, correlazione negativa tra numero di catture e copertura erbacea. Sono stati rilevati attraversamenti di 3 A. flavicollis e 4 G. glis, due di questi esemplari hanno attraversato la pista 2 volte e un individuo l'ha attraversata 3 volte. Seguendo gli animali radiomarcati è stato possibile calcolare l'home range (100%MCP): 2,4 ha per un individuo probabilmente maschio, 0.7 per due individui, probabilmente femmine. Due esemplari hanno condiviso una parte del loro home range, ma non c'è mai stata sovrapposizione tra le core area. In conclusione, dai risultati ottenuti con questo studio, si può affermare che le piste da sci rappresentano un caso evidente di perdita di habitat per questi animali, ma non costituiscono una barriera insuperabile in quanto, se traslocati attivamente dall'uomo, riescono ad attraversarle. Sulla base dei dati raccolti non si può escludere che le piste rappresentino comunque delle barriere, anche se relativamente permeabili, e che possano avere ripercussioni ecologico-evolutive sulle popolazioni dei micromammiferi studiati.
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