Lo studio proposto nella presente tesi di laurea consiste nell'analisi dei fossili di macrovertebrati continentali del Miocene terminale, rinvenuti nel nuovo sito paleontologico di Verduno, in provincia di Cuneo. Le successioni indagate si inseriscono nel complesso quadro del Bacino Terziario Piemontese, in un fase, quella messiniana (7,2-5,3 Ma), in cui l'area mediterranea subì grandi sconvolgimenti sotto il profilo climatico, ambientale e paleobiogeografico. Lo scopo del mio lavoro è quindi quello di dare un contributo alle conoscenze relative alla complessità che caratterizza questa Età, oggetto di dibattito molto vivo da almeno trent'anni a questa parte. L'analisi dei fossili di Verduno riveste un grande interesse scientifico per la rarità dei siti messiniani a vertebrati continentali in Italia e in Europa. Dal 2007 esso è stato oggetto di campionamenti e scavi coordinati da ricercatori e collaboratori dell'Università di Torino e del Museo Civico ¿F. Eusebio¿ di Alba. Questi hanno portato alla luce più di duecento reperti fossili. Il presente lavoro prende in esame in particolare quelli di macromammiferi: categoria artificiale in cui rientrano gli ordini Carnivora, Perissodactyla, Artiodactyla e Proboscidea. Le metodologie di studio seguite all'attività di scavo si sono basate essenzialmente sull'individuazione, tra i campioni più significativi e leggibili, di morfologie comuni che potessero suggerire la presenza di gruppi ¿tipo¿ all'interno dell'associazione fossile. Per la determinazione è stato inoltre effettuato il confronto con il materiale fossile o attuale delle collezioni dell'Università di Torino e del Museo Regionale di Scienze Naturali, oltre alla ricerca e consultazione dei dati presenti in letteratura, comunque scarsi e di difficile interpretazione. L'attività di ricerca svolta in questa sede ha messo in luce la presenza, nelle associazioni di Verduno, di almeno due forme appartenenti all'ordine dei Carnivora (insieme ad altre due già note nel 2008), due di Perissodactyla e cinque di Artiodactyla. La grande variabilità e ricchezza tassonomica riscontrate nel sito oggetto di studio, danno l'opportunità di definire con maggior precisione il ruolo paleobiogeografico del Piemonte e dell'Italia durante il Messiniano. Verduno, con altri rari siti italiani, testimonia infatti fasi di collegamento con il resto dell'Europa (suggerite per esempio dalla presenza del cervide Procapreolus) e condizioni di continentalità stabile, successive alle già ben note situazioni di isolamento che avevano portato alla comparsa delle faune endemiche tardo-mioceniche italiane. In particolare, il ritrovamento dei resti del felide Amphimachairodus giganteus, del camelide Paracamelus e del bovide Parabos, consente di collocare le successioni indagate alla fine dell'età a mammiferi nota come Turoliano. Stephanorhinus (Rhinocerotidae) e Paracamelus suggeriscono inoltre una situazione paleoambientale e paleoecologica assimilabile a quella della savana aperta. Dati il pregio e l'interesse del sito di Verduno, vale sicuramente la pena auspicare una continuazione degli studi sul materiale che esso continua a offrire, per consentire ulteriori e importanti progressi nelle conoscenze riguardanti la storia geologica del nostro continente e l'evoluzione della vita che lo ha popolato.
I Vertebrati Fossili del Messiniano Superiore di Verduno (Alba, Cuneo)
DAMIANI, MATTIA
2008/2009
Abstract
Lo studio proposto nella presente tesi di laurea consiste nell'analisi dei fossili di macrovertebrati continentali del Miocene terminale, rinvenuti nel nuovo sito paleontologico di Verduno, in provincia di Cuneo. Le successioni indagate si inseriscono nel complesso quadro del Bacino Terziario Piemontese, in un fase, quella messiniana (7,2-5,3 Ma), in cui l'area mediterranea subì grandi sconvolgimenti sotto il profilo climatico, ambientale e paleobiogeografico. Lo scopo del mio lavoro è quindi quello di dare un contributo alle conoscenze relative alla complessità che caratterizza questa Età, oggetto di dibattito molto vivo da almeno trent'anni a questa parte. L'analisi dei fossili di Verduno riveste un grande interesse scientifico per la rarità dei siti messiniani a vertebrati continentali in Italia e in Europa. Dal 2007 esso è stato oggetto di campionamenti e scavi coordinati da ricercatori e collaboratori dell'Università di Torino e del Museo Civico ¿F. Eusebio¿ di Alba. Questi hanno portato alla luce più di duecento reperti fossili. Il presente lavoro prende in esame in particolare quelli di macromammiferi: categoria artificiale in cui rientrano gli ordini Carnivora, Perissodactyla, Artiodactyla e Proboscidea. Le metodologie di studio seguite all'attività di scavo si sono basate essenzialmente sull'individuazione, tra i campioni più significativi e leggibili, di morfologie comuni che potessero suggerire la presenza di gruppi ¿tipo¿ all'interno dell'associazione fossile. Per la determinazione è stato inoltre effettuato il confronto con il materiale fossile o attuale delle collezioni dell'Università di Torino e del Museo Regionale di Scienze Naturali, oltre alla ricerca e consultazione dei dati presenti in letteratura, comunque scarsi e di difficile interpretazione. L'attività di ricerca svolta in questa sede ha messo in luce la presenza, nelle associazioni di Verduno, di almeno due forme appartenenti all'ordine dei Carnivora (insieme ad altre due già note nel 2008), due di Perissodactyla e cinque di Artiodactyla. La grande variabilità e ricchezza tassonomica riscontrate nel sito oggetto di studio, danno l'opportunità di definire con maggior precisione il ruolo paleobiogeografico del Piemonte e dell'Italia durante il Messiniano. Verduno, con altri rari siti italiani, testimonia infatti fasi di collegamento con il resto dell'Europa (suggerite per esempio dalla presenza del cervide Procapreolus) e condizioni di continentalità stabile, successive alle già ben note situazioni di isolamento che avevano portato alla comparsa delle faune endemiche tardo-mioceniche italiane. In particolare, il ritrovamento dei resti del felide Amphimachairodus giganteus, del camelide Paracamelus e del bovide Parabos, consente di collocare le successioni indagate alla fine dell'età a mammiferi nota come Turoliano. Stephanorhinus (Rhinocerotidae) e Paracamelus suggeriscono inoltre una situazione paleoambientale e paleoecologica assimilabile a quella della savana aperta. Dati il pregio e l'interesse del sito di Verduno, vale sicuramente la pena auspicare una continuazione degli studi sul materiale che esso continua a offrire, per consentire ulteriori e importanti progressi nelle conoscenze riguardanti la storia geologica del nostro continente e l'evoluzione della vita che lo ha popolato.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
320347_ivertebratifossilidelmessinianosuperiorediverduno(alba,cuneo).pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
4.91 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.91 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/73361