BACKGROUND: Total hip arthroplasty (THA) has been a turning point in the management of elderly patients affected by osteoarthritis. After primary total hip replacement, aseptic loosening of the acetabular cup is more common than loosening of the femoral stem. Removal of a well-fixed stem is likely to affect operatory time, blood loss, risk of bone loss and fracture. HYPOTHESIS: The aim of this retrospective study is to evaluate survival of the unrevised well-fixed femoral stem; secondly, the aim was to ascertain if preoperative radiographic findings of implant loosening could be predictive of poor stem outcome after an isolated cup revision. PATIENTS AND METHODS: All patients who underwent revision of the acetabular component only during hip arthroplasty in SCDU Orthopedy of AOU San Luigi Gonzaga between January 2012 and December 2015 was performed. Preoperative, intraoperative and postoperative evaluation was performed. Preoperative evaluation focused on the presence of radiological signs of loosening which were identified in accordance with Gruen zones. During intraoperative evaluation, the condition of the stem was assessed, observing the wear and integrity of the Morse Cone and the position of the prosthetic stem. Subsequently, objective stability tests was assessed through dynamic tests. In the postoperative step, the patients included in the study were clinically evaluated with the Harris Hip Score (HHS). RESULTS: Thirty-seven patients were included with an average age of 73 (37-91) years. 16 (43,24%) showed preoperative radiological findings of loosening in at least one of the seven Gruen zones. Average time between primary surgery and cup revision was 9, 82 (1-37,5) years. Average follow up for all stems post isolated cup revision was 5,2 (3,5-7,3) years. Average HHS was 84, 65 (35,7-95,4). Two stems (5,4%) were subsequently revised after the isolated cup revision. Reason for subsequent revision were: aseptic loosening (1) at 6,5 years from isolated cup revision; infection (1) at 3,5 years from isolated cup revision. Patients were then divided into: GROUP 1, patients without preoperative radiographic findings of implant loosening; GROUP 2, patients with any radiographic findings of implant loosening. The outcomes of the comparison between the two groups showed no significant difference in rate of revision (p 0,43), age (p 0,07), HHS (p 0,92), follow up years for all stems post isolated cup revision (p 0,91). The only statistically significant difference was the time passed between primary surgery and cup revision (p 0,002). CONCLUSION: Isolated cup revision in the place of a well-fixed femoral stem is safe and is associated with good survival of the stem at the average follow up post revision of 5,2 years. Moreover the presence of preoperative radiographic findings of implant loosening alone was not predictive of poor stem outcome, showing the essential role of clinical intraoperatory evaluation.
BACKGROUND: l'impianto di protesi totale d'anca è una delle procedure chirurgiche di maggior successo mai sviluppata. Dopo il primo impianto, la mobilizzazione asettica della componente acetabolare è molto più comune rispetto alla mobilizzazione dello stelo femorale. La rimozione di uno stelo stabile ben posizionato aumenta il tempo chirurgico, la perdita di sangue, il rischio di perdita ossea e di frattura iatrogena. OBIETTIVO: lo studio ha lo scopo di valutare in primo luogo la sopravvivenza della componente femorale lasciata in situ in seguito a revisione isolata della coppa acetabolare; in seguito, di determinare se la presenza di segni radiologici di riassorbimento osseo correli con un esisto sfavorevole nell'ambito della componente femorale. La nostra ipotesi è che uno stelo femorale, definito come stabile e ben posizionato, garantisca un'adeguata sopravvivenza e che la sola presenza di segni radiologici di riassorbimento osseo durante la valutazione radiografica preoperatoria non influisca significativamente sulla prognosi. MATERIALI E METODI: abbiamo analizzato retrospettivamente i pazienti con mobilizzazione asettica della componente acetabolare sottoposti a revisione chirurgica della sola coppa fra gennaio 2012 e dicembre 2015 presso la SCDU di Ortopedia dell' AOU San Luigi Gonzaga. Di ogni paziente è stata condotta una valutazione preoperatoria, intraoperatoria e postoperatoria. In fase preoperatoria è stata individuata la presenza di segni radiologici di riassorbimento osseo-femorale in accordo con le zone descritte da Gruen. Durante la fase intraoperatoria è stata valutata la condizione dello stelo, osservandone la posizione e valutando l'integrità del Cono Morse. Successivamente sono state eseguite prove obiettive di stabilità attraverso test dinamici con massa battente. Nella fase postoperatoria i pazienti inclusi nello studio sono stati valutati clinicamente mediante l'Harris Hip Score (HHS). RISULTATI: Sono stati inclusi 37 pazienti con un'età media di 73 (37-91) anni. In 16 casi (43,24%) si sono riscontrati segni di riassorbimento in almeno una delle sette aree di Gruen. Il tempo medio intercorso dal primo impianto al momento della revisione è di 9,82 (1-37,5) anni ed il follow up medio dall'intervento di revisione è di 5,2 (3,5-7,3) anni con un HHS medio di 84,65 (35,7-95,4). Due casi (5,4%) sono stati sottoposti a successivo reintervento: uno per mobilizzazione settica della protesi a 3,5 anni da revisione; uno per mobilizzazione asettica dello stelo a 6,5 anni da revisione. La popolazione è stata suddivisa in: GRUPPO 1, pazienti senza segni di riassorbimento osseo alla valutazione Rx preoperatoria; GRUPPO 2, pazienti con almeno un segno di riassorbimento. La distribuzione è stata omogenea per quanto riguarda i tassi di fallimento (p 0,43), l'età (p 0,07), HHS (p 0,92), anni di follow up dal momento della revisione della coppa (p 0,91). L'unica differenza statisticamente significativa è stata la distanza dal primo impianto (p 0,002). CONCLUSIONI: la sopravvivenza media dello stelo giudicato stabile e ben posizionato e perciò lasciato in situ, a un follow-up medio post-revisione di 5,2 anni, è buona e la sola presenza di segni radiografici di iniziale riassorbimento osseo non implicano necessariamente una peggior prognosi, evidenziando il ruolo imprescindibile della valutazione clinica intraoperatoria.
Protesi totale d'anca con mobilizzazione asettica del cotile e stelo stabile: revisione della sola componente acetabolare o di entrambe le componenti?
BERTINETTO, DAVIDE
2019/2020
Abstract
BACKGROUND: l'impianto di protesi totale d'anca è una delle procedure chirurgiche di maggior successo mai sviluppata. Dopo il primo impianto, la mobilizzazione asettica della componente acetabolare è molto più comune rispetto alla mobilizzazione dello stelo femorale. La rimozione di uno stelo stabile ben posizionato aumenta il tempo chirurgico, la perdita di sangue, il rischio di perdita ossea e di frattura iatrogena. OBIETTIVO: lo studio ha lo scopo di valutare in primo luogo la sopravvivenza della componente femorale lasciata in situ in seguito a revisione isolata della coppa acetabolare; in seguito, di determinare se la presenza di segni radiologici di riassorbimento osseo correli con un esisto sfavorevole nell'ambito della componente femorale. La nostra ipotesi è che uno stelo femorale, definito come stabile e ben posizionato, garantisca un'adeguata sopravvivenza e che la sola presenza di segni radiologici di riassorbimento osseo durante la valutazione radiografica preoperatoria non influisca significativamente sulla prognosi. MATERIALI E METODI: abbiamo analizzato retrospettivamente i pazienti con mobilizzazione asettica della componente acetabolare sottoposti a revisione chirurgica della sola coppa fra gennaio 2012 e dicembre 2015 presso la SCDU di Ortopedia dell' AOU San Luigi Gonzaga. Di ogni paziente è stata condotta una valutazione preoperatoria, intraoperatoria e postoperatoria. In fase preoperatoria è stata individuata la presenza di segni radiologici di riassorbimento osseo-femorale in accordo con le zone descritte da Gruen. Durante la fase intraoperatoria è stata valutata la condizione dello stelo, osservandone la posizione e valutando l'integrità del Cono Morse. Successivamente sono state eseguite prove obiettive di stabilità attraverso test dinamici con massa battente. Nella fase postoperatoria i pazienti inclusi nello studio sono stati valutati clinicamente mediante l'Harris Hip Score (HHS). RISULTATI: Sono stati inclusi 37 pazienti con un'età media di 73 (37-91) anni. In 16 casi (43,24%) si sono riscontrati segni di riassorbimento in almeno una delle sette aree di Gruen. Il tempo medio intercorso dal primo impianto al momento della revisione è di 9,82 (1-37,5) anni ed il follow up medio dall'intervento di revisione è di 5,2 (3,5-7,3) anni con un HHS medio di 84,65 (35,7-95,4). Due casi (5,4%) sono stati sottoposti a successivo reintervento: uno per mobilizzazione settica della protesi a 3,5 anni da revisione; uno per mobilizzazione asettica dello stelo a 6,5 anni da revisione. La popolazione è stata suddivisa in: GRUPPO 1, pazienti senza segni di riassorbimento osseo alla valutazione Rx preoperatoria; GRUPPO 2, pazienti con almeno un segno di riassorbimento. La distribuzione è stata omogenea per quanto riguarda i tassi di fallimento (p 0,43), l'età (p 0,07), HHS (p 0,92), anni di follow up dal momento della revisione della coppa (p 0,91). L'unica differenza statisticamente significativa è stata la distanza dal primo impianto (p 0,002). CONCLUSIONI: la sopravvivenza media dello stelo giudicato stabile e ben posizionato e perciò lasciato in situ, a un follow-up medio post-revisione di 5,2 anni, è buona e la sola presenza di segni radiografici di iniziale riassorbimento osseo non implicano necessariamente una peggior prognosi, evidenziando il ruolo imprescindibile della valutazione clinica intraoperatoria.File | Dimensione | Formato | |
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