L'obiettivo che si cerca di raggiungere con questo lavoro è il ¿riaccendere la fiammella del capitale sociale ¿. Da tempo, in Diritto commerciale, si assiste all'avanzare delle teorie che vorrebbero eliminarlo nella società per azioni, perché ritenuto non idoneo a garantire i creditori e un costo eccessivo per la società . Dopo aver analizzato questa spinta, proveniente dai Paesi d'oltreoceano, si tenterà di controbattere riportando le teorie di alcuni componenti della nostra dottrina, tra cui G. B. Portale, che vorrebbero restituire al capitale il suo ruolo di ¿posta principe¿. Inizialmente il lavoro tratta delle principali funzioni che sono state imputate al capitale sociale delle società per azioni: garanzia diretta e indiretta, produttiva, organizzativa, informativa e preventiva. Successivamente viene analizzata la tutela del capitale in fase di costituzione della società, affrontando le scelte del legislatore italiano riguardo alle tipologie di beni conferibili e alle modalità di conferimento. Un problema specifico deriva dalle ripercussioni in capo ai nuovi possessori delle azioni rimaste scoperte e, in generale, dal mercato dei titoli di credito, da quando la dematerializzazione degli stessi ha impedito al singolo aspirante azionista di conoscere lo stato dei singoli titoli acquistabili. In caso di mancata attuazione dei conferimenti in natura, il quesito più risalente concerne la dicotomia tra soluzioni privatistiche e soluzioni di diritto societario. La tutela del capitale, poi, non si esaurisce con la sua corretta formazione: durante l'attività d'impresa esso può essere minacciato dalla condotta dei soci non conforme all'interesse della società, consistente nel mancato aumento del capitale quando necessario e/o nella mancata riduzione dello stesso. Per quanto riguarda la riduzione, il legislatore ha imposto dei chiari limiti: se il capitale dovesse ridursi di oltre un terzo per perdite, la riduzione è obbligatoria. L'indicazione, che di primo acchito può sembrare chiara ed esaustiva, è invece foriera di incertezze e problematiche che vengono analizzate nel lavoro. Un'altra minaccia, proveniente dalla non sufficiente o non corretta capitalizzazione della società, è rappresentata dal fenomeno della manifesta sottocapitalizzazione (materiale e nominale). Analizzando questa ¿patologia¿ si nota come i soci tentino, mediante la sottocapitalizzazione nominale, di sollevarsi dal rischio d'impresa preferendo erogare prestiti, quindi ricoprendo anche il ruolo di creditori, piuttosto che conferire beni come capitale di rischio. La risposta legislativa data a questo fenomeno consiste nel trattare il prestito come se fosse un conferimento, in tutti quei casi per i quali <<sarebbe stato ragionevole un conferimento>>, come si legge nel 2o comma dell'art. 2467, c.c., posto per le s.r.l., ma la cui portata è considerata estensibile alle s.p.a. La difficoltà insita nel concetto stesso di ¿ragionevolezza¿ rappresenta di per sé un problema che viene discusso. In conclusione, l'istituto del capitale sociale della società per azioni subisce attacchi su più fronti e l'intento di chi scrive è stato quello, col suffragio dei maggiori esponenti della dottrina italiana, di presentarne una difesa.

Funzione e tutela del capitale sociale della società per azioni

QUAGLIANA, FRANCESCA
2015/2016

Abstract

L'obiettivo che si cerca di raggiungere con questo lavoro è il ¿riaccendere la fiammella del capitale sociale ¿. Da tempo, in Diritto commerciale, si assiste all'avanzare delle teorie che vorrebbero eliminarlo nella società per azioni, perché ritenuto non idoneo a garantire i creditori e un costo eccessivo per la società . Dopo aver analizzato questa spinta, proveniente dai Paesi d'oltreoceano, si tenterà di controbattere riportando le teorie di alcuni componenti della nostra dottrina, tra cui G. B. Portale, che vorrebbero restituire al capitale il suo ruolo di ¿posta principe¿. Inizialmente il lavoro tratta delle principali funzioni che sono state imputate al capitale sociale delle società per azioni: garanzia diretta e indiretta, produttiva, organizzativa, informativa e preventiva. Successivamente viene analizzata la tutela del capitale in fase di costituzione della società, affrontando le scelte del legislatore italiano riguardo alle tipologie di beni conferibili e alle modalità di conferimento. Un problema specifico deriva dalle ripercussioni in capo ai nuovi possessori delle azioni rimaste scoperte e, in generale, dal mercato dei titoli di credito, da quando la dematerializzazione degli stessi ha impedito al singolo aspirante azionista di conoscere lo stato dei singoli titoli acquistabili. In caso di mancata attuazione dei conferimenti in natura, il quesito più risalente concerne la dicotomia tra soluzioni privatistiche e soluzioni di diritto societario. La tutela del capitale, poi, non si esaurisce con la sua corretta formazione: durante l'attività d'impresa esso può essere minacciato dalla condotta dei soci non conforme all'interesse della società, consistente nel mancato aumento del capitale quando necessario e/o nella mancata riduzione dello stesso. Per quanto riguarda la riduzione, il legislatore ha imposto dei chiari limiti: se il capitale dovesse ridursi di oltre un terzo per perdite, la riduzione è obbligatoria. L'indicazione, che di primo acchito può sembrare chiara ed esaustiva, è invece foriera di incertezze e problematiche che vengono analizzate nel lavoro. Un'altra minaccia, proveniente dalla non sufficiente o non corretta capitalizzazione della società, è rappresentata dal fenomeno della manifesta sottocapitalizzazione (materiale e nominale). Analizzando questa ¿patologia¿ si nota come i soci tentino, mediante la sottocapitalizzazione nominale, di sollevarsi dal rischio d'impresa preferendo erogare prestiti, quindi ricoprendo anche il ruolo di creditori, piuttosto che conferire beni come capitale di rischio. La risposta legislativa data a questo fenomeno consiste nel trattare il prestito come se fosse un conferimento, in tutti quei casi per i quali <>, come si legge nel 2o comma dell'art. 2467, c.c., posto per le s.r.l., ma la cui portata è considerata estensibile alle s.p.a. La difficoltà insita nel concetto stesso di ¿ragionevolezza¿ rappresenta di per sé un problema che viene discusso. In conclusione, l'istituto del capitale sociale della società per azioni subisce attacchi su più fronti e l'intento di chi scrive è stato quello, col suffragio dei maggiori esponenti della dottrina italiana, di presentarne una difesa.
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