Questo lavoro si pone come obiettivo la valutazione della dose efficace (E) impartita a pazienti sottoposti a procedure di radiologia interventistica: tale grandezza si ottiene da stime di dose superficiale in ingresso (ESD) e di prodotto KERMA per area (KAP). Le misure sono state effettuate presso l'Ospedale “Cardinal Massaia” di Asti. Lo studio è finalizzato ad ottenere valutazioni della dose somministrata ai pazienti durante le procedure di radiologia interventistica, in ottemperanza a quanto richiesto dal Decreto Legislativo 187/00, alla luce dei principi di giustificazione ed ottimizzazione. L'attenzione rivolta a questa procedura è motivata dal crescente numero di esami che impiegano tecniche di radiologia interventistica: tali metodiche comportano notevoli vantaggi per il paziente, anche se il loro diffondersi determina un aumento della dose collettiva, che ne rende necessario un costante ed accurato monitoraggio. In questo ambito si riscontrano notevoli difficoltà nella stesura di protocolli clinici e dosimetrici standard, data la molteplicità dei parametri coinvolti. Alla luce di quanto prima esposto, la dose erogata presenta un ampio intervallo di variabilità e con essa la stessa dose efficace. Il lavoro descrive le fasi che hanno permesso di valutare la dose efficace e la dose equivalente impartita: le misurazioni sono state suddivise a seconda della tipologia di esame, paragonando i valori attesi, determinati a partire dal rendimento del tubo radiogeno, con quelli rilevati in vivo con i differenti strumenti di misura in dotazione presso il centro. Lo scarto tra ESD (Entrance Skin Dose) calcolata e ESD misurata con camera a ionizzazione trasmissiva è dell'ordine del 20%; lo stesso dicasi per il confronto tra KAP (KERMA Area Product) atteso e misurato. Discrepanze analoghe si riscontrano con i dosimetri MOSFET, qualora gli stessi siano posizionati entro il campo per l'intera durata della procedura; differenze maggiori si verificano nel caso di variazioni del distretto anatomico irraggiato o delle dimensioni del campo di radiazione, con conseguente esclusione del dosimetro dal fascio radiante. Per ovviare a tale inconveniente si è implementato un sistema di dosimetria basato sull'impiego di film gafcromici, che consente la determinazione delle aree di irradiazione e della dose ingresso paziente: tale metodica risulta articolata e costosa, poiché è necessario ricoprire accuratamente con i film la porzione di lettino che potrebbe essere investita dal fascio radiante; inoltre necessita di una laboriosa procedura di calibrazione e omogeneizzazione dei film ed elevate dosi in ingresso al paziente, superiori a qualche decina di mGy. Le verifiche effettuate in fantoccio hanno mostrato un accordo con i dati attesi maggiore del 90%; tale accordo, sebbene verificato per un numero ridotto di pazienti, è stato confermato dalle verifiche in vivo. Da ultimo si è proceduto alla stima della dose efficace impartita con metodo manuale di Huda-Gkanatsios e con il software PCXMC Dose Calculations. I valori forniti dai due metodi mostrano un accordo pari al 95% nella quasi totalità dei casi, ad eccezione delle procedure caratterizzate da un'elevata variabilità dei parametri di esposizione per i quali l'accordo è, comunque, non inferiore all'85%. Le valutazioni di dose agli organi hanno evidenziato il non superamento dei limiti per l'insorgenza dei danni deterministici.
Valutazione della dose al paziente nella radiologia interventistica
CASALE, MONICA
2008/2009
Abstract
Questo lavoro si pone come obiettivo la valutazione della dose efficace (E) impartita a pazienti sottoposti a procedure di radiologia interventistica: tale grandezza si ottiene da stime di dose superficiale in ingresso (ESD) e di prodotto KERMA per area (KAP). Le misure sono state effettuate presso l'Ospedale “Cardinal Massaia” di Asti. Lo studio è finalizzato ad ottenere valutazioni della dose somministrata ai pazienti durante le procedure di radiologia interventistica, in ottemperanza a quanto richiesto dal Decreto Legislativo 187/00, alla luce dei principi di giustificazione ed ottimizzazione. L'attenzione rivolta a questa procedura è motivata dal crescente numero di esami che impiegano tecniche di radiologia interventistica: tali metodiche comportano notevoli vantaggi per il paziente, anche se il loro diffondersi determina un aumento della dose collettiva, che ne rende necessario un costante ed accurato monitoraggio. In questo ambito si riscontrano notevoli difficoltà nella stesura di protocolli clinici e dosimetrici standard, data la molteplicità dei parametri coinvolti. Alla luce di quanto prima esposto, la dose erogata presenta un ampio intervallo di variabilità e con essa la stessa dose efficace. Il lavoro descrive le fasi che hanno permesso di valutare la dose efficace e la dose equivalente impartita: le misurazioni sono state suddivise a seconda della tipologia di esame, paragonando i valori attesi, determinati a partire dal rendimento del tubo radiogeno, con quelli rilevati in vivo con i differenti strumenti di misura in dotazione presso il centro. Lo scarto tra ESD (Entrance Skin Dose) calcolata e ESD misurata con camera a ionizzazione trasmissiva è dell'ordine del 20%; lo stesso dicasi per il confronto tra KAP (KERMA Area Product) atteso e misurato. Discrepanze analoghe si riscontrano con i dosimetri MOSFET, qualora gli stessi siano posizionati entro il campo per l'intera durata della procedura; differenze maggiori si verificano nel caso di variazioni del distretto anatomico irraggiato o delle dimensioni del campo di radiazione, con conseguente esclusione del dosimetro dal fascio radiante. Per ovviare a tale inconveniente si è implementato un sistema di dosimetria basato sull'impiego di film gafcromici, che consente la determinazione delle aree di irradiazione e della dose ingresso paziente: tale metodica risulta articolata e costosa, poiché è necessario ricoprire accuratamente con i film la porzione di lettino che potrebbe essere investita dal fascio radiante; inoltre necessita di una laboriosa procedura di calibrazione e omogeneizzazione dei film ed elevate dosi in ingresso al paziente, superiori a qualche decina di mGy. Le verifiche effettuate in fantoccio hanno mostrato un accordo con i dati attesi maggiore del 90%; tale accordo, sebbene verificato per un numero ridotto di pazienti, è stato confermato dalle verifiche in vivo. Da ultimo si è proceduto alla stima della dose efficace impartita con metodo manuale di Huda-Gkanatsios e con il software PCXMC Dose Calculations. I valori forniti dai due metodi mostrano un accordo pari al 95% nella quasi totalità dei casi, ad eccezione delle procedure caratterizzate da un'elevata variabilità dei parametri di esposizione per i quali l'accordo è, comunque, non inferiore all'85%. Le valutazioni di dose agli organi hanno evidenziato il non superamento dei limiti per l'insorgenza dei danni deterministici.File | Dimensione | Formato | |
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