Premesse. L'intervento di prostatectomia radicale robotica con l'utilizzo del robot telemanipolatore DaVinci richiede il pneumoperitoneo a pressione di 12-16 mmHg e la posizione Trendelenburg di 30°. Questi due fattori possono determinare un'alterazione a carico del flusso cerebrale, soprattutto se si aggiungono alle pratiche anestesiologiche, esitando in un aumento della pressione intracranica e un riduzione della saturazione cerebrale d'ossigeno (rSO2). La metodica NIRS (spettroscopia vicino all'infrarosso) consente all'anestesista di monitorizzare in modo continuo e non invasivo la rSO2, mediante l'applicazione di due piastre adesive, una per emisfero cerebrale, a livello della fronte del paziente durante l'intero intervento. Così facendo è possibile valutare direttamente la perfusione cerebrale senza doversi più avvalere di indici indiretti, quali la pressione arteriosa sistemica (MAP) e la pressione parziale di CO2 nel sangue (PaCO2). Materiale e metodi. Sono stati arruolati trenta pazienti con rischio anestesiologico ASA II e III, i quali dovevano sottoporsi ad intervento di prostatectomia radicale robotica (RARP). Sono stati esclusi dallo studio coloro che avevano in anamnesi episodi di ischemia cerebrale o di emorragia pregressa. La rSO2 è stata monitorizzata in modo continuo attraverso l'utilizzo dello strumento Somanetics INVOS Cerebral/Somatic oxymeter. I valori sono stati registrati in particolare a paziente cosciente e in posizione supina (T0), subito dopo l'induzione dell'anestesia (T1), cinque minuti dopo insufflazione di pneumoperitoneo di 12-16 mmHg (T2), cinque minuti dopo il posizionamento in Trendelenburg di 30° (T3), dopo un'ora di pneumoperitoneo e Trendelenburg (T4), dopo desufflazione in posizione supina (T5) e dopo il risveglio (T6). Si sono inoltre registrati gli episodi di desaturazione cerebrale incorsi durante lo studio. Risultati La rSO2 in entrambi gli emisferi cerebrali ha subito un incremento statisticamente significativo alle misurazioni T4 e T5, rispetto ai valori basali. I valori di p-value riscontrati sono stati di 0,012 e 0,006 per T4, e di 0,004 e 0,005 per T5. La rSO2 si è mantenuta più elevata rispetto al baseline anche dopo il risveglio (T6), tuttavia questi valori non hanno raggiunto la significatività statistica. Nel corso dello studio sono stati rilevati solo quattro episodi di desaturazione cerebrale, corrispondenti ad una riduzione dei valori di pressione arteriosa sistemica. Conclusioni In corso di prostatectomia radicale robotica condotta mediante l'impiego del telemanipolatore DaVinci, la rSO2 incrementa lievemente. Questo suggerisce che la procedura, con i tempi e con le modalità con le quali viene condotta nel nostro centro, non induce ischemia cerebrale nonostante il pneumoperitoneo e la posizione Trendelenburg. Dalla nostra esperienza abbiamo però potuto desumere che il monitoraggio NIRS rappresenta sicuramente un utile strumento di cui può avvalersi l'anestesista per valutare direttamente, e non più solo in modo indiretto e tardivo, la disponibilità di ossigeno che giunge al cervello in ogni momento della pratica anestesiologica e chirurgica, traendo da queste, indicazione per le sue azioni, specialmente nei pazienti con ASA III o IV.

IMPIEGO DELLA NIRS NEL MONITORAGGIO DELL'OSSIGENAZIONE CEREBRALE IN CORSO DI PROSTATECTOMIA RADICALE ROBOTICA

BARALDO, FABIO
2011/2012

Abstract

Premesse. L'intervento di prostatectomia radicale robotica con l'utilizzo del robot telemanipolatore DaVinci richiede il pneumoperitoneo a pressione di 12-16 mmHg e la posizione Trendelenburg di 30°. Questi due fattori possono determinare un'alterazione a carico del flusso cerebrale, soprattutto se si aggiungono alle pratiche anestesiologiche, esitando in un aumento della pressione intracranica e un riduzione della saturazione cerebrale d'ossigeno (rSO2). La metodica NIRS (spettroscopia vicino all'infrarosso) consente all'anestesista di monitorizzare in modo continuo e non invasivo la rSO2, mediante l'applicazione di due piastre adesive, una per emisfero cerebrale, a livello della fronte del paziente durante l'intero intervento. Così facendo è possibile valutare direttamente la perfusione cerebrale senza doversi più avvalere di indici indiretti, quali la pressione arteriosa sistemica (MAP) e la pressione parziale di CO2 nel sangue (PaCO2). Materiale e metodi. Sono stati arruolati trenta pazienti con rischio anestesiologico ASA II e III, i quali dovevano sottoporsi ad intervento di prostatectomia radicale robotica (RARP). Sono stati esclusi dallo studio coloro che avevano in anamnesi episodi di ischemia cerebrale o di emorragia pregressa. La rSO2 è stata monitorizzata in modo continuo attraverso l'utilizzo dello strumento Somanetics INVOS Cerebral/Somatic oxymeter. I valori sono stati registrati in particolare a paziente cosciente e in posizione supina (T0), subito dopo l'induzione dell'anestesia (T1), cinque minuti dopo insufflazione di pneumoperitoneo di 12-16 mmHg (T2), cinque minuti dopo il posizionamento in Trendelenburg di 30° (T3), dopo un'ora di pneumoperitoneo e Trendelenburg (T4), dopo desufflazione in posizione supina (T5) e dopo il risveglio (T6). Si sono inoltre registrati gli episodi di desaturazione cerebrale incorsi durante lo studio. Risultati La rSO2 in entrambi gli emisferi cerebrali ha subito un incremento statisticamente significativo alle misurazioni T4 e T5, rispetto ai valori basali. I valori di p-value riscontrati sono stati di 0,012 e 0,006 per T4, e di 0,004 e 0,005 per T5. La rSO2 si è mantenuta più elevata rispetto al baseline anche dopo il risveglio (T6), tuttavia questi valori non hanno raggiunto la significatività statistica. Nel corso dello studio sono stati rilevati solo quattro episodi di desaturazione cerebrale, corrispondenti ad una riduzione dei valori di pressione arteriosa sistemica. Conclusioni In corso di prostatectomia radicale robotica condotta mediante l'impiego del telemanipolatore DaVinci, la rSO2 incrementa lievemente. Questo suggerisce che la procedura, con i tempi e con le modalità con le quali viene condotta nel nostro centro, non induce ischemia cerebrale nonostante il pneumoperitoneo e la posizione Trendelenburg. Dalla nostra esperienza abbiamo però potuto desumere che il monitoraggio NIRS rappresenta sicuramente un utile strumento di cui può avvalersi l'anestesista per valutare direttamente, e non più solo in modo indiretto e tardivo, la disponibilità di ossigeno che giunge al cervello in ogni momento della pratica anestesiologica e chirurgica, traendo da queste, indicazione per le sue azioni, specialmente nei pazienti con ASA III o IV.
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