Beach chair position
Premesse:La posizione semiseduta (Beach-chair) nella conduzione degli interventi artroscopici di spalla favorisce la ricerca dei reperi anatomici, la visibilità intrarticolare e l'accessibilità alle diverse strutture rispetto al decubito laterale. Tuttavia la posizione proclive del capo predispone all'insorgenza di complicanze legate ad eventi cardiovascolari, che potrebbero precipitare in ischemia cerebrale e midollare, transitoria perdita della visione ed oftalmoplegia. L'ipoperfusione cerebrale sarebbe correlata all'ipotensione controllata mantenuta durante l'intervento, alla compromissione vascolare legata al malposizionamento della testa e del collo ed alla sovrastima nel circolo cerebrale dei valori pressori misurati a livello dell'arteria omerale. Metodi:Si è partiti da queste considerazioni per disegnare uno studio osservazionale prospetticocon lo scopo di valutare la sicurezza dell'ipotensione arteriosa farmacologicamente indotta nella chirurgia artroscopica di spalla condotta in posizione Beach-chair. Si è deciso di adottare la tecnica di anestesia locoregionale associata a sedazione, in quanto dimostratasi più sicura ai fini della perfusione cerebraleL'obiettivo primario è quello di ricercare episodi di ipoperfusione cerebrale, e a tal fine si propone il monitoraggio della saturazione di ossigeno rilevata a livello frontale mediante la Spettroscopia vicino all'infrarosso (NIRS), come indicatore di adeguatezza di perfusione ematica ai regimi pressori indotti. Come obiettivo secondario è stata valutata l'associazione tra l'ipotensione controllata e la qualità del campo artroscopico, valutata dall'operatore non consapevole dei valori pressoriL'anestesia locoregionale conferma la sua relativa sicurezza in corso di chirurgia artroscopia di spalla in BCP. Conclusioni:I casi analizzati nello studio pilota permettono di ipotizzare che una riduzione della pressione arteriosa del 20 ¿ 30% rispetto ai valori basali possa costituire misura sufficiente a garantire buona visibilità del campo operatorio. In presenza di comorbidità quali, ad esempio, l'ipertensione arteriosa, il monitoraggio non invasivo della saturazione cerebrale può essere associato a quello clinico in quanto, in tali pazienti, la caduta di pressione a valori di solito accettati anche dall'anestesista in corso narcosi si sono dimostrati mal tollerati dal circolo cerebrale.
Sicurezza dell'ipotensione arteriosa in chirurgia artroscopica di spalla
ANSALDO, ALICE VALENTINA
2011/2012
Abstract
Premesse:La posizione semiseduta (Beach-chair) nella conduzione degli interventi artroscopici di spalla favorisce la ricerca dei reperi anatomici, la visibilità intrarticolare e l'accessibilità alle diverse strutture rispetto al decubito laterale. Tuttavia la posizione proclive del capo predispone all'insorgenza di complicanze legate ad eventi cardiovascolari, che potrebbero precipitare in ischemia cerebrale e midollare, transitoria perdita della visione ed oftalmoplegia. L'ipoperfusione cerebrale sarebbe correlata all'ipotensione controllata mantenuta durante l'intervento, alla compromissione vascolare legata al malposizionamento della testa e del collo ed alla sovrastima nel circolo cerebrale dei valori pressori misurati a livello dell'arteria omerale. Metodi:Si è partiti da queste considerazioni per disegnare uno studio osservazionale prospetticocon lo scopo di valutare la sicurezza dell'ipotensione arteriosa farmacologicamente indotta nella chirurgia artroscopica di spalla condotta in posizione Beach-chair. Si è deciso di adottare la tecnica di anestesia locoregionale associata a sedazione, in quanto dimostratasi più sicura ai fini della perfusione cerebraleL'obiettivo primario è quello di ricercare episodi di ipoperfusione cerebrale, e a tal fine si propone il monitoraggio della saturazione di ossigeno rilevata a livello frontale mediante la Spettroscopia vicino all'infrarosso (NIRS), come indicatore di adeguatezza di perfusione ematica ai regimi pressori indotti. Come obiettivo secondario è stata valutata l'associazione tra l'ipotensione controllata e la qualità del campo artroscopico, valutata dall'operatore non consapevole dei valori pressoriL'anestesia locoregionale conferma la sua relativa sicurezza in corso di chirurgia artroscopia di spalla in BCP. Conclusioni:I casi analizzati nello studio pilota permettono di ipotizzare che una riduzione della pressione arteriosa del 20 ¿ 30% rispetto ai valori basali possa costituire misura sufficiente a garantire buona visibilità del campo operatorio. In presenza di comorbidità quali, ad esempio, l'ipertensione arteriosa, il monitoraggio non invasivo della saturazione cerebrale può essere associato a quello clinico in quanto, in tali pazienti, la caduta di pressione a valori di solito accettati anche dall'anestesista in corso narcosi si sono dimostrati mal tollerati dal circolo cerebrale.File | Dimensione | Formato | |
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