La miorisoluzione, dal momento della sua introduzione nella pratica anestesiologica un secolo fa, ha subito notevoli evoluzioni. Dai primi esperimenti di parziale blocco neuromuscolare senza far ricorso ad intubazione orotracheale né all'antagonismo del blocco, la tecnica è andata via via perfezionandosi. Sono aumentati gli studi sui bloccanti neuromuscolari; attualmente questi ultimi sono disponibili in gran numero, con diversa latenza d'azione e varia durata dell'effetto, che rendono possibile un impiego individualizzato in relazione al paziente ed alla situazione clinica. È stata introdotta e progressivamente incrementata la possibilità di monitorare il blocco neuromuscolare ed il recupero dallo stesso, non più solo da un punto di vista clinico, ma anche per mezzo di sistemi sempre più precisi. L'antagonismo del blocco si è via via diffuso e per lungo tempo si è basato sugli antagonisti dell'acetilcolinesterasi, dotati di discreta efficacia ma spesso accompagnati da effetti collaterali muscarinici. Da alcuni anni è disponibile il sugammadex, un farmaco completamente nuovo per l'antagonismo del blocco neuromuscolare, caratterizzato da un'elevata efficacia e selettività d'azione, con un maggior margine di sicurezza per il paziente. Lo studio ha messo a confronto, in corso di anestesia bilanciata inalatoria per interventi di nefrectomia radicale laparoscopica, un gruppo di 39 pazienti sottoposto ad antagonismo classico del blocco neuromuscolare con neostigmina ed un gruppo di 34 pazienti a cui, allo stesso scopo, è stato somministrato il sugammadex. Come già evidenziato dalla letteratura, il tempo di recupero dal blocco neuromuscolare impiegando il sugammadex è risultato notevolmente minore (4.7 volte più breve rispetto all'antagonismo con neostigmina), a fronte di effetti collaterali e complicanze notevolmente ridotti. L'elevato costo di acquisizione del sugammadex ha però spesso indotto gli anestesisti a limitarne l'uso ed è stato motivo di dubbio sulla reale possibilità di impiego del farmaco. Considerando il valore del tempo risparmiato grazie al più rapido recupero dal blocco per mezzo del sugammadex, è emerso tuttavia che l'impiego del farmaco ha un costo sostanzialmente sovrapponibile, se non inferiore, a quello dell'antagonismo del blocco mediante neostigmina, associato però ad un margine di sicurezza notevolmente maggiore. Sono infatti gli effetti collaterali minimi e soprattutto la capacità di prevenire situazioni come la curarizzazione residua al termine dell'intervento, tanto rare quanto rischiose ed eclatanti, a costituire probabilmente il maggior punto di forza di questo nuovo farmaco che, soprattutto se associato ad un attento monitoraggio del blocco neuromuscolare, potrebbe confermarsi, come già anticipato nel periodo precedente la sua commercializzazione, come una pietra miliare dell'anestesia.
Impiego del sugammadex nell'antagonismo del blocco neuromuscolare da rocuronio in corso di anestesia bilanciata inalatoria: valutazione clinica ed economica
RUFFINO, VALENTINA
2011/2012
Abstract
La miorisoluzione, dal momento della sua introduzione nella pratica anestesiologica un secolo fa, ha subito notevoli evoluzioni. Dai primi esperimenti di parziale blocco neuromuscolare senza far ricorso ad intubazione orotracheale né all'antagonismo del blocco, la tecnica è andata via via perfezionandosi. Sono aumentati gli studi sui bloccanti neuromuscolari; attualmente questi ultimi sono disponibili in gran numero, con diversa latenza d'azione e varia durata dell'effetto, che rendono possibile un impiego individualizzato in relazione al paziente ed alla situazione clinica. È stata introdotta e progressivamente incrementata la possibilità di monitorare il blocco neuromuscolare ed il recupero dallo stesso, non più solo da un punto di vista clinico, ma anche per mezzo di sistemi sempre più precisi. L'antagonismo del blocco si è via via diffuso e per lungo tempo si è basato sugli antagonisti dell'acetilcolinesterasi, dotati di discreta efficacia ma spesso accompagnati da effetti collaterali muscarinici. Da alcuni anni è disponibile il sugammadex, un farmaco completamente nuovo per l'antagonismo del blocco neuromuscolare, caratterizzato da un'elevata efficacia e selettività d'azione, con un maggior margine di sicurezza per il paziente. Lo studio ha messo a confronto, in corso di anestesia bilanciata inalatoria per interventi di nefrectomia radicale laparoscopica, un gruppo di 39 pazienti sottoposto ad antagonismo classico del blocco neuromuscolare con neostigmina ed un gruppo di 34 pazienti a cui, allo stesso scopo, è stato somministrato il sugammadex. Come già evidenziato dalla letteratura, il tempo di recupero dal blocco neuromuscolare impiegando il sugammadex è risultato notevolmente minore (4.7 volte più breve rispetto all'antagonismo con neostigmina), a fronte di effetti collaterali e complicanze notevolmente ridotti. L'elevato costo di acquisizione del sugammadex ha però spesso indotto gli anestesisti a limitarne l'uso ed è stato motivo di dubbio sulla reale possibilità di impiego del farmaco. Considerando il valore del tempo risparmiato grazie al più rapido recupero dal blocco per mezzo del sugammadex, è emerso tuttavia che l'impiego del farmaco ha un costo sostanzialmente sovrapponibile, se non inferiore, a quello dell'antagonismo del blocco mediante neostigmina, associato però ad un margine di sicurezza notevolmente maggiore. Sono infatti gli effetti collaterali minimi e soprattutto la capacità di prevenire situazioni come la curarizzazione residua al termine dell'intervento, tanto rare quanto rischiose ed eclatanti, a costituire probabilmente il maggior punto di forza di questo nuovo farmaco che, soprattutto se associato ad un attento monitoraggio del blocco neuromuscolare, potrebbe confermarsi, come già anticipato nel periodo precedente la sua commercializzazione, come una pietra miliare dell'anestesia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/73025