In questo lavoro si parla dei crimini dei colletti bianchi in relazione al caso Parmalat, che fu uno tra i buchi più grandi mai visti sul panorama mondiale. Nel primo capitolo si parte con una prima individuazione dei soggetti e degli ambienti, con maggior riferimento a quello lavorativo, all'interno dei quali si sviluppa tale criminalità. Invece, il soggetto a cui si è fatto maggior riferimento è Calisto Tanzi, in quanto patròn fondatore della Parmalat e persona indicata come maggiore responsabile per i fatti avvenuti. Si è inoltre affrontato un argomento di recente analisi che riguarda l'individuazione dei tratti psicopatici all'interno delle aziende indicandola come condizione molto diffusa in questo tipi di ambienti. Nel secondo capitolo, invece, si affronta il problema della criminalità dei colletti bianchi dal punto di vista giuridico. Il problema, molto brevemente, ruota attorno al fatto che tale criminalità trova forza nel processo di globalizzazione e all'imponente forza dei grandi attori economici che riescono a ¿mimetizzarsi¿ nel mercato globale evitando di essere scoperti e di conseguenza puniti. Si passa infine al terzo e ultimo capitolo nel quale viene analizzato il problema dal punto di vista sociologico. In particolare si fa riferimento al fatto che i colletti bianchi sono soggetti perfettamente integrati all'interno della struttura sociale e godono, pertanto, del rispetto degli altri consociati che mostrano difficoltà ad individuarli come criminali al contrario di come viene normalmente fatto nei confronti di un delinquente comune. Si è pertanto cercato di capire il perché di tale condizione e come provare a superarla.
Riflessioni filosofico-giuridiche sui crimini dei colletti bianchi: il caso del crac Parmalat
GHASHGHAIAN MAGHSOODI, DANIELE
2015/2016
Abstract
In questo lavoro si parla dei crimini dei colletti bianchi in relazione al caso Parmalat, che fu uno tra i buchi più grandi mai visti sul panorama mondiale. Nel primo capitolo si parte con una prima individuazione dei soggetti e degli ambienti, con maggior riferimento a quello lavorativo, all'interno dei quali si sviluppa tale criminalità. Invece, il soggetto a cui si è fatto maggior riferimento è Calisto Tanzi, in quanto patròn fondatore della Parmalat e persona indicata come maggiore responsabile per i fatti avvenuti. Si è inoltre affrontato un argomento di recente analisi che riguarda l'individuazione dei tratti psicopatici all'interno delle aziende indicandola come condizione molto diffusa in questo tipi di ambienti. Nel secondo capitolo, invece, si affronta il problema della criminalità dei colletti bianchi dal punto di vista giuridico. Il problema, molto brevemente, ruota attorno al fatto che tale criminalità trova forza nel processo di globalizzazione e all'imponente forza dei grandi attori economici che riescono a ¿mimetizzarsi¿ nel mercato globale evitando di essere scoperti e di conseguenza puniti. Si passa infine al terzo e ultimo capitolo nel quale viene analizzato il problema dal punto di vista sociologico. In particolare si fa riferimento al fatto che i colletti bianchi sono soggetti perfettamente integrati all'interno della struttura sociale e godono, pertanto, del rispetto degli altri consociati che mostrano difficoltà ad individuarli come criminali al contrario di come viene normalmente fatto nei confronti di un delinquente comune. Si è pertanto cercato di capire il perché di tale condizione e come provare a superarla.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/72948