The ¿Pietra di Castellavazzo¿ is a Late Turonian-Late Campanian nodular limestone deposited in the Belluno Trough (Southern Alps) and quarried for a long time as an ornamental stone. The aim of this study is the definition of a model that explains the nodular structure and the correlation with another very similar nodular limestone called ¿Lastame¿ developed in the same time interval (Turonian-Santonian) in another sector of the Southern Alps (Lessini Veronesi). The study has been accomplished through a first phase in which four stratigraphic sections (Cava Marsor, Gardona, Castellavazzo and Codissago) were measured and described; and a laboratory phase in which biostratigraphic and sedimentological analyses were carried out. The calcareous nannofossil and planktonic foraminifera biostratigraphy allowed to: define the age of this nodular fascies, correlate it with Lastame, recognize important discontinuities, and recognize widespread reworking processes. Facies analysis, on the other hand, has: clarified the processes (bioturbation and early cementation) responsible for the nodular structure, evidenced the existence of resedimentation phenomena (turbiditic peloidal grainstones supplied by the Friuli Platform and intrabasinal debris flow with Maiolica clast) and enabled to reconstruct the sedimentary evolution of the investigated area.
La Pietra di Castellavazzo è un calcare nodulare depositatosi, nel Turoniano sup.-Campaniano sup., all'interno del Bacino di Belluno (Alpi Meridionali) e oggetto da tempo di attività estrattiva a scopo ornamentale. L'interesse per questa facies è motivato dalla ricerca di un modello che spieghi lo sviluppo della struttura nodulare e dalla possibile correlazione di questa facies con i calcari nodulari del Lastame che si sviluppano nello stesso intervallo di tempo (Turoniano-Santoniano) in un altro settore delle Alpi Meridionali (Lessini Veronesi). Lo studio è stato condotto attraverso una prima fase di terreno durante la quale sono state misurate e descritte quattro sezioni stratigrafiche (Cava Marsor, Gardona, Castellavazzo e Codissago) ed una fase di laboratorio durante la quale sono state effettuate l'analisi biostratigrafica e sedimentologica. L'analisi biostratigrafica di nannofossili calcarei e foraminiferi planctonici ha permesso di: definire l'età di questa facies nodulare, correlarla con il Lastame, individuare importanti lacune stratigrafiche, e riconoscere diffusi fenomeni di rimaneggiamento. L'analisi di facies, invece, ha: chiarito i processi (bioturbazione e cementazione precoce) che hanno determinato la struttura nodulare, evidenziato l'esistenza di fenomeni di risedimentazione (torbiditi di grainstone peloidali provenienti dalla Piattaforma Friulana e debris-flow intrabacinali a clasti di Maiolica) e permesso di ricostruire l'evoluzione sedimentaria dell'area oggetto di studio.
ANALISI BIOSTRATIGRAFICA E SEDIMENTOLOGICA DELLA PIETRA DI CASTELLAVAZZO (CASTELLAVAZZO, BL)
OLIVIERI, VIVIANA
2009/2010
Abstract
La Pietra di Castellavazzo è un calcare nodulare depositatosi, nel Turoniano sup.-Campaniano sup., all'interno del Bacino di Belluno (Alpi Meridionali) e oggetto da tempo di attività estrattiva a scopo ornamentale. L'interesse per questa facies è motivato dalla ricerca di un modello che spieghi lo sviluppo della struttura nodulare e dalla possibile correlazione di questa facies con i calcari nodulari del Lastame che si sviluppano nello stesso intervallo di tempo (Turoniano-Santoniano) in un altro settore delle Alpi Meridionali (Lessini Veronesi). Lo studio è stato condotto attraverso una prima fase di terreno durante la quale sono state misurate e descritte quattro sezioni stratigrafiche (Cava Marsor, Gardona, Castellavazzo e Codissago) ed una fase di laboratorio durante la quale sono state effettuate l'analisi biostratigrafica e sedimentologica. L'analisi biostratigrafica di nannofossili calcarei e foraminiferi planctonici ha permesso di: definire l'età di questa facies nodulare, correlarla con il Lastame, individuare importanti lacune stratigrafiche, e riconoscere diffusi fenomeni di rimaneggiamento. L'analisi di facies, invece, ha: chiarito i processi (bioturbazione e cementazione precoce) che hanno determinato la struttura nodulare, evidenziato l'esistenza di fenomeni di risedimentazione (torbiditi di grainstone peloidali provenienti dalla Piattaforma Friulana e debris-flow intrabacinali a clasti di Maiolica) e permesso di ricostruire l'evoluzione sedimentaria dell'area oggetto di studio.File | Dimensione | Formato | |
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