Questo studio, svolto in un asilo nido privato in provincia di Torino, utilizza un approccio ergonomico che cerca di prendere in considerazione in particolare le esigenze delle educatrici, individuando le problematiche della loro attività, con particolare attenzione ai fattori che possono determinare sovraccarico biomeccanico, agli atteggiamenti posturali incongrui e all'adeguatezza o meno dei locali e degli arredi. In particolare sono stati applicati i seguenti metodi di rilevamento dati: valutazione antropometrica delle educatrici e dei bambini, analisi dell'ambiente (strutture e arredi), osservazione dell'attività, osservazione delle posture assunte e delle azioni di sollevamento e somministrazione di un questionario relativo ai disturbi fisici percepiti legati all'attività. Si è evidenziato che i principali problemi legati alle attività delle educatrici derivano da posture incongrue che esse assumono quotidianamente. In particolare, esse passano la maggior parte del tempo sedute, con atteggiamenti posturali incongrui, poiché, data l'assenza in tutto l'asilo di sedie per adulti, utilizzano arredi ideati per bambini e quindi non adatti alle loro dimensioni antropometriche. Anche quando sono in piedi, generalmente non camminano e stanno, quindi, in una posizione statica. Due posture osservate particolarmente critiche sono state quella accovacciata e quella col tronco flesso in avanti: anche se, in entrambi i casi, si è osservato che tali posture vengono mantenute per pochi secondi, si è altresì evidenziato che il numero di flessioni compiute quotidianamente è assai elevato per tutte le educatrici. Il problema relativo al sollevamento dei bambini riguarda invece più specificatamente le educatrici dei lattanti in quanto le educatrici dei medi e dei grandi possono utilizzare un fasciatoio dotato di scaletta che quindi evita loro il sollevamento dei bambini e le preserva le dai rischi di tali azioni. Per le educatrici dei lattanti non è critico solo il numero di sollevamenti effettuati, ma anche le modalità con cui vengono eseguiti. Si è evidenziato che le educatrici percepiscono un dolore elevato su alcuni distretti corporei (collo, spalle e ai diversi distretti della schiena) e che questo sia da mettere in relazione con le posture incongrue assunte quotidianamente dalle educatrici. Si suggeriscono, infatti, linee guida per modifiche migliorative strutturali e aspetti formativi.

Analisi ergonomica dell'attività delle educatrici di un asilo nido

FAZZINA, PAOLA
2009/2010

Abstract

Questo studio, svolto in un asilo nido privato in provincia di Torino, utilizza un approccio ergonomico che cerca di prendere in considerazione in particolare le esigenze delle educatrici, individuando le problematiche della loro attività, con particolare attenzione ai fattori che possono determinare sovraccarico biomeccanico, agli atteggiamenti posturali incongrui e all'adeguatezza o meno dei locali e degli arredi. In particolare sono stati applicati i seguenti metodi di rilevamento dati: valutazione antropometrica delle educatrici e dei bambini, analisi dell'ambiente (strutture e arredi), osservazione dell'attività, osservazione delle posture assunte e delle azioni di sollevamento e somministrazione di un questionario relativo ai disturbi fisici percepiti legati all'attività. Si è evidenziato che i principali problemi legati alle attività delle educatrici derivano da posture incongrue che esse assumono quotidianamente. In particolare, esse passano la maggior parte del tempo sedute, con atteggiamenti posturali incongrui, poiché, data l'assenza in tutto l'asilo di sedie per adulti, utilizzano arredi ideati per bambini e quindi non adatti alle loro dimensioni antropometriche. Anche quando sono in piedi, generalmente non camminano e stanno, quindi, in una posizione statica. Due posture osservate particolarmente critiche sono state quella accovacciata e quella col tronco flesso in avanti: anche se, in entrambi i casi, si è osservato che tali posture vengono mantenute per pochi secondi, si è altresì evidenziato che il numero di flessioni compiute quotidianamente è assai elevato per tutte le educatrici. Il problema relativo al sollevamento dei bambini riguarda invece più specificatamente le educatrici dei lattanti in quanto le educatrici dei medi e dei grandi possono utilizzare un fasciatoio dotato di scaletta che quindi evita loro il sollevamento dei bambini e le preserva le dai rischi di tali azioni. Per le educatrici dei lattanti non è critico solo il numero di sollevamenti effettuati, ma anche le modalità con cui vengono eseguiti. Si è evidenziato che le educatrici percepiscono un dolore elevato su alcuni distretti corporei (collo, spalle e ai diversi distretti della schiena) e che questo sia da mettere in relazione con le posture incongrue assunte quotidianamente dalle educatrici. Si suggeriscono, infatti, linee guida per modifiche migliorative strutturali e aspetti formativi.
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