Questa ricerca ha ripercorso la lunga carrellata di eventi che hanno caratterizzato i cinquanta anni dell'evoluzione del sistema monetario internazionale, dalla sua riformulazione negli anni '40 fino al 1992. Questo fu un periodo decisivo in quanto determinò l'effettiva nascita del sistema di regole monetarie fino al raggiungimento del suo picco europeo, rappresentato dalla creazione di una moneta comune a tutti i Paesi facenti parte dell'area euro. Il lavoro si apre con il quadro della situazione storico-economica emersa alla fine del secondo conflitto mondiale, periodo in cui si necessitava di un accordo che cambiasse definitivamente un periodo di forte crisi. L'accordo di Bretton Woods, raggiunto grazie al contributo dei maggiori economisti dell'epoca, introdusse il sistema di cambi fissi tra le monete e stabilì la possibilità di convertire dollari contro oro da parte dei Paesi richiedenti, segando da quel momento la supremazia americana sul sistema economico. Questo accordo venne accompagnato dall'introduzione di alcuni istituti quali il FMI e BIRS. Durante gli anni '50 furono diversi i progetti avviati dagli Stati Uniti per tentare di ricostruire l'Europa su diversi fronti, oltre quello economico. La posizione di supremazia degli USA si andò però ad indebolire progressivamente durante gli anni '60. Questo portò prima alla creazione di un nuovo strumento di riserva da affiancare al dollaro,i DSP e poi alla decisione del 1971 del presidente Nixon di interrompere il vincolo di convertibilità. Questa decisione sancì di fatto la fine del sistema di cambi introdotto a Bretton Woods. A partire da quel momento i Paesi coinvolti giunsero nel 1976 in Giamaica ad un nuovo accordo che sancì la possibilità di lasciar fluttuare liberamente le monete, decisione che venne accordata da molti Stati. Intanto sul fronte europeo si faceva sempre largo l'idea di voler creare un accordo monetario che coinvolgesse i soli Paesi di questa zona. Per tale ragione vi fu prima la creazione della FECOM, successivamente quella del serpente monetario e in ultimo lo SME. Con questo accordo venne fissato tra le monete una parità di cambio con un margine del 2,25%, fatta eccezione per alcuni Paesi il cui margine era del 6%. Inoltre, con lo SME, venne per la prima volta introdotto l'utilizzo dell'ECU, nuovo paniere monetario europeo con alcune caratteristiche in comune ai DSP. Affianco al vincolo monetario, nel corso degli anni 80, si ebbe le stipulazione di importanti accordi, quali il Libro Bianco e l'Atto Unico, il quale diede vita alla Comunità Europea. Il picco massimo di questo percorso si ebbe con la proposta del ministro Delors di attivare un percorso di unificazione economica e monetaria tra i Paesi aderenti allo SME, che avrebbe portato entro il 1999 alla creazione di una moneta unica. Per rendere effettiva questa proposta si susseguirono una lunga serie di riunioni che ebbero la loro conclusiva con la stipulazione del Trattato di Maastricht il 7 febbraio 1992. Il lavoro si conclude con un'analisi della conveniva in termini economici dell'utilizzo della moneta unica, attraverso la teoria delle aree valutarie ottimali soffermandosi sulle posizioni contrastanti della commissione europea e del premio nobel Paul Krugman.

Il sistema monetario internazionale da Bretton Woods a Maastricht

ROMBOLÀ, VALERIA
2015/2016

Abstract

Questa ricerca ha ripercorso la lunga carrellata di eventi che hanno caratterizzato i cinquanta anni dell'evoluzione del sistema monetario internazionale, dalla sua riformulazione negli anni '40 fino al 1992. Questo fu un periodo decisivo in quanto determinò l'effettiva nascita del sistema di regole monetarie fino al raggiungimento del suo picco europeo, rappresentato dalla creazione di una moneta comune a tutti i Paesi facenti parte dell'area euro. Il lavoro si apre con il quadro della situazione storico-economica emersa alla fine del secondo conflitto mondiale, periodo in cui si necessitava di un accordo che cambiasse definitivamente un periodo di forte crisi. L'accordo di Bretton Woods, raggiunto grazie al contributo dei maggiori economisti dell'epoca, introdusse il sistema di cambi fissi tra le monete e stabilì la possibilità di convertire dollari contro oro da parte dei Paesi richiedenti, segando da quel momento la supremazia americana sul sistema economico. Questo accordo venne accompagnato dall'introduzione di alcuni istituti quali il FMI e BIRS. Durante gli anni '50 furono diversi i progetti avviati dagli Stati Uniti per tentare di ricostruire l'Europa su diversi fronti, oltre quello economico. La posizione di supremazia degli USA si andò però ad indebolire progressivamente durante gli anni '60. Questo portò prima alla creazione di un nuovo strumento di riserva da affiancare al dollaro,i DSP e poi alla decisione del 1971 del presidente Nixon di interrompere il vincolo di convertibilità. Questa decisione sancì di fatto la fine del sistema di cambi introdotto a Bretton Woods. A partire da quel momento i Paesi coinvolti giunsero nel 1976 in Giamaica ad un nuovo accordo che sancì la possibilità di lasciar fluttuare liberamente le monete, decisione che venne accordata da molti Stati. Intanto sul fronte europeo si faceva sempre largo l'idea di voler creare un accordo monetario che coinvolgesse i soli Paesi di questa zona. Per tale ragione vi fu prima la creazione della FECOM, successivamente quella del serpente monetario e in ultimo lo SME. Con questo accordo venne fissato tra le monete una parità di cambio con un margine del 2,25%, fatta eccezione per alcuni Paesi il cui margine era del 6%. Inoltre, con lo SME, venne per la prima volta introdotto l'utilizzo dell'ECU, nuovo paniere monetario europeo con alcune caratteristiche in comune ai DSP. Affianco al vincolo monetario, nel corso degli anni 80, si ebbe le stipulazione di importanti accordi, quali il Libro Bianco e l'Atto Unico, il quale diede vita alla Comunità Europea. Il picco massimo di questo percorso si ebbe con la proposta del ministro Delors di attivare un percorso di unificazione economica e monetaria tra i Paesi aderenti allo SME, che avrebbe portato entro il 1999 alla creazione di una moneta unica. Per rendere effettiva questa proposta si susseguirono una lunga serie di riunioni che ebbero la loro conclusiva con la stipulazione del Trattato di Maastricht il 7 febbraio 1992. Il lavoro si conclude con un'analisi della conveniva in termini economici dell'utilizzo della moneta unica, attraverso la teoria delle aree valutarie ottimali soffermandosi sulle posizioni contrastanti della commissione europea e del premio nobel Paul Krugman.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/72923