Nel presente lavoro il ruolo del giurista occidentale ed il contesto economico e politico in cui tale figura è chiamata ad operare vengono esaminati assumendo l'approccio critico. Questa prospettiva, ponendosi quale fine la demistificazione della divisione di origine positivista tra sfera giuridica e politica ovvero morale, intende conferire al giurista un incarico concreto proponendo una definizione innovativa del diritto: non più mera descrizione dell'ordine sociale esistente, ma strumento per incidere sui rapporti socio-economici reali. L'impostazione critica sostiene altresì che l'egemonia, la quale deriverebbe dal regime di legalità formale, sia naturalmente legata alla contro-egemonia capace di far riaffiorare i regimi di legalità popolare. Sulla base di questa ipotesi viene sviluppata l'intera ricerca incentrata, in particolare, sull'analisi delle deliberazioni istituzionali volte alla realizzazione di grandi opere. La discussione si presenta suddivisa in tre parti. Nella prima viene descritto criticamente il contesto politico ed economico in cui tali decisioni si collocherebbero, offrendo l'uso alternativo del diritto quale proposta costruttiva. Nella successiva vengono esaminati la nascita del movimento contro l'Alta Velocità in Valle di Susa, nonché i ricorsi avviati dall'apparato legale della mobilitazione come mezzo di emancipazione nei confronti dell'illegalità che, secondo l'approccio critico, deriverebbe dal regime di legalità formale. Infine, nella terza ed ultima parte, prendendo in considerazione il comportamento materiale della pubblica amministrazione e le norme di legge coinvolte nei suddetti ricorsi, sono ipotizzati svariati profili di sospetta illegittimità costituzionale quale estensione del principio di legalità.
Governo democratico dell'economia e grandi opere: fra principio di legalità e saccheggio dei beni comuni
GIRARDI, ELEONORA
2011/2012
Abstract
Nel presente lavoro il ruolo del giurista occidentale ed il contesto economico e politico in cui tale figura è chiamata ad operare vengono esaminati assumendo l'approccio critico. Questa prospettiva, ponendosi quale fine la demistificazione della divisione di origine positivista tra sfera giuridica e politica ovvero morale, intende conferire al giurista un incarico concreto proponendo una definizione innovativa del diritto: non più mera descrizione dell'ordine sociale esistente, ma strumento per incidere sui rapporti socio-economici reali. L'impostazione critica sostiene altresì che l'egemonia, la quale deriverebbe dal regime di legalità formale, sia naturalmente legata alla contro-egemonia capace di far riaffiorare i regimi di legalità popolare. Sulla base di questa ipotesi viene sviluppata l'intera ricerca incentrata, in particolare, sull'analisi delle deliberazioni istituzionali volte alla realizzazione di grandi opere. La discussione si presenta suddivisa in tre parti. Nella prima viene descritto criticamente il contesto politico ed economico in cui tali decisioni si collocherebbero, offrendo l'uso alternativo del diritto quale proposta costruttiva. Nella successiva vengono esaminati la nascita del movimento contro l'Alta Velocità in Valle di Susa, nonché i ricorsi avviati dall'apparato legale della mobilitazione come mezzo di emancipazione nei confronti dell'illegalità che, secondo l'approccio critico, deriverebbe dal regime di legalità formale. Infine, nella terza ed ultima parte, prendendo in considerazione il comportamento materiale della pubblica amministrazione e le norme di legge coinvolte nei suddetti ricorsi, sono ipotizzati svariati profili di sospetta illegittimità costituzionale quale estensione del principio di legalità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/72922