Le diagnosi prenatali sono indagini rese possibili dal progresso della tecno scienza che consentono di identificare precocemente malformazioni somatiche e patologie genetiche nello sviluppo embrio-fetale. La diagnosi prenatale apre numerose domande bioetiche a scarto incolmabile tra l'incremento crescente delle conoscenze diagnostiche e la scarsa e non sufficiente possibilità di intervento sulle patologie in atto o ad insorgenza successiva diagnosticabile. Quindi uno dei primi problemi che emerge è l'esame disgiunto degli interessi fetali e degli interessi materni. Ma la tematica della diagnosi prenatale suscita polemiche e dibattici e ragionamenti e posizioni differenti oggi utilizzati dalla maggior parte degli studiosi di bioetica: ¿quella tra religiosi e laici¿. La difesa dell'identità costituisce la norma fondamentale a partire dalla quale si costituisce ogni sistema normativo come difesa delle spettanze dell'uomo . La difesa dell'identità come principio è compito specifico non solo dell'eticista ma anche dal giurista poiché la difesa dell'identità è da ritenersi quale preoccupazione prima del diritto. Infatti la difesa dell'identità implica il riconoscimento al soggetto di una serie di specifici diritti che garantiscano e proteggano la sua unicità a partire dalla tutela generale della sua fisicità fino alla tutela del diritto a un patrimonio genetico non manipolato e a quella dei diritti che lo garantiscano come vivente all'interno dell'ecosistema. Da qui seguiranno tutta una serie di linee di produzione di materiale normativo a livello internazionale , nazionale e regionale cui sono formulate i diritti dell'uomo e in particolare con protocolli di accesso alla diagnosi prenatale , agli esami di laboratorio e di diagnostica strumentale per le donne in stato di gravidanza. In particolare l'Italia che con il 1997 ha superato la soglia a del milione di presenze d'immigrati ufficialmente censiti e oramai alle prese con i problemi di convivenza pacifica e di confronto interculturale e tante persone tra noi con mentalità, usi , costumi, tradizioni e religioni spesso diverse che non pongono soltanto problemi di inserimento lavorativo, di costituzioni di nuclei familiari ma anche domande circa la diagnosi prenatale con la visione di vita, le tradizioni religiose, la convivenza di legislazioni differenti . E' facile immaginare l'estrema varietà delle domande e delle risposte bioetiche nelle differenti culture come il diverso livello di sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecnologiche in biomedicina solleva questioni differenti e stabilisce una diversa priorità dell'urgenza di soluzioni come le credenze, le concezioni filosofico- religiose , i valori e i principi, le tradizioni, gli usi e costumi. Ma tutto ciò anche il peculiare modo di rapportarsi delle colture all'innovazione tecno scientifica oltre alla specificità del contesto politico- giuridico- sociale costituiscono fattori di diversificazione.
Aspetti giuridici della diagnosi prenatale
PARADISO, MARIA CARMELA
2009/2010
Abstract
Le diagnosi prenatali sono indagini rese possibili dal progresso della tecno scienza che consentono di identificare precocemente malformazioni somatiche e patologie genetiche nello sviluppo embrio-fetale. La diagnosi prenatale apre numerose domande bioetiche a scarto incolmabile tra l'incremento crescente delle conoscenze diagnostiche e la scarsa e non sufficiente possibilità di intervento sulle patologie in atto o ad insorgenza successiva diagnosticabile. Quindi uno dei primi problemi che emerge è l'esame disgiunto degli interessi fetali e degli interessi materni. Ma la tematica della diagnosi prenatale suscita polemiche e dibattici e ragionamenti e posizioni differenti oggi utilizzati dalla maggior parte degli studiosi di bioetica: ¿quella tra religiosi e laici¿. La difesa dell'identità costituisce la norma fondamentale a partire dalla quale si costituisce ogni sistema normativo come difesa delle spettanze dell'uomo . La difesa dell'identità come principio è compito specifico non solo dell'eticista ma anche dal giurista poiché la difesa dell'identità è da ritenersi quale preoccupazione prima del diritto. Infatti la difesa dell'identità implica il riconoscimento al soggetto di una serie di specifici diritti che garantiscano e proteggano la sua unicità a partire dalla tutela generale della sua fisicità fino alla tutela del diritto a un patrimonio genetico non manipolato e a quella dei diritti che lo garantiscano come vivente all'interno dell'ecosistema. Da qui seguiranno tutta una serie di linee di produzione di materiale normativo a livello internazionale , nazionale e regionale cui sono formulate i diritti dell'uomo e in particolare con protocolli di accesso alla diagnosi prenatale , agli esami di laboratorio e di diagnostica strumentale per le donne in stato di gravidanza. In particolare l'Italia che con il 1997 ha superato la soglia a del milione di presenze d'immigrati ufficialmente censiti e oramai alle prese con i problemi di convivenza pacifica e di confronto interculturale e tante persone tra noi con mentalità, usi , costumi, tradizioni e religioni spesso diverse che non pongono soltanto problemi di inserimento lavorativo, di costituzioni di nuclei familiari ma anche domande circa la diagnosi prenatale con la visione di vita, le tradizioni religiose, la convivenza di legislazioni differenti . E' facile immaginare l'estrema varietà delle domande e delle risposte bioetiche nelle differenti culture come il diverso livello di sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle applicazioni tecnologiche in biomedicina solleva questioni differenti e stabilisce una diversa priorità dell'urgenza di soluzioni come le credenze, le concezioni filosofico- religiose , i valori e i principi, le tradizioni, gli usi e costumi. Ma tutto ciò anche il peculiare modo di rapportarsi delle colture all'innovazione tecno scientifica oltre alla specificità del contesto politico- giuridico- sociale costituiscono fattori di diversificazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/72888