Le cellule staminali mesenchimali (CSM) sono cellule multipotenti dotate di elevata plasticità. Nonostante la scoperta delle loro capacità rigenerative sia stata fondamentale per avviare studi sulla loro efficacia terapeutica, oggi si ritiene che alcuni degli effetti benefici osservati in vivo possano essere dovuti alle loro capacità immunomodulanti. Negli ultimi anni, infatti, numerosi studi hanno focalizzato l'attenzione su tali proprietà. La fonte principale di CSM è il midollo osseo (MO). Recentemente, presso il Laboratorio Centro Trapianti Cellule Staminali e Terapia Cellulare dell'Azienda Ospedaliera OIRM S.Anna sono state isolate CSM da una fonte alternativa: il liquido amniotico (LA). Lo scopo del mio lavoro è stato quello di valutare le proprietà immunomodulanti delle CSM-LA, confrontandole con quelle già note appartenenti alle CSM-MO. In particolare, lo studio si è focalizzato sull'interazione tra CSM e la popolazione dei linfociti T. Quattro campioni di CSM-LA, due di CSM-MO e due campioni eterogenei isolati da LA sono stati scongelati e posti in coltura. Oltre all'analisi morfologica, è stato determinato l'immunofenotipo analizzando i marcatori delle CSM e le molecole di interazione con i linfociti T. Sono state allestite condizioni di co-coltura per valutare la percentuale di linfociti T regolatori (T reg), la proliferazione dei linfociti T e per effettuare la quantificazione delle citochine nei surnatanti. Sono state verificate le proprietà delle CSM-LA e CSM-MO identificate pre- congelamento. Queste cellule hanno mostrato: aspetto fibroblastoide, capacità di differenziare in osteoblasti, adipociti e condrociti e alta positività per i marcatori tipici delle CSM. Le CSM-LA e CSM-MO sono risultate positive per le molecole di interazione con i linfociti T, ma negative per le molecole co- stimolatorie. Le linee cellulari eterogenee hanno mostrato, invece, una morfologia fibroblastoide/epitelioide con un'espressione media per marcatori tipici delle CSM ed un'elevata espressione per il marcatore epiteliale. Le CSM-LA e CSM-MO, in seguito a specifiche condizioni di co-coltura hanno indotto un aumento dei linfociti T reg, inibito la proliferazione dei linfociti T e alterato il profilo di secrezione delle citochine rilasciate dalle cellule Th1 e Th2, inducendo uno stato anti-infiammatorio. L'effetto delle CSM-LA sui linfociti T reg e sui linfociti T è risultato più marcato rispetto a quello delle CSM-MO. Le cellule eterogenee non hanno mostrato alcuna proprietà immunomodulante. Questo studio ha dimostrato che le CSM-LA non solo possiedono proprietà immunomodulanti simili alle CSM-MO, ma che in presenza dei linfociti T il loro effetto risulta decisamente più marcato. Tali proprietà non sono state riscontrate nelle popolazioni eterogenee isolate da LA. È risultato così evidente un coinvolgimento specifico della componente mesenchimale. Il liquido amniotico potrebbe rappresentare una fonte alternativa e vantaggiosa di cellule staminali da impiegare nelle terapie cellulari, in particolare nel campo dell'immunoterapia.

CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI ISOLATE DA LIQUIDO AMNIOTICO:EFFETTO IMMUNOMODULANTE SUI LINFOCITI T

LOMARTIRE, MANUELA
2008/2009

Abstract

Le cellule staminali mesenchimali (CSM) sono cellule multipotenti dotate di elevata plasticità. Nonostante la scoperta delle loro capacità rigenerative sia stata fondamentale per avviare studi sulla loro efficacia terapeutica, oggi si ritiene che alcuni degli effetti benefici osservati in vivo possano essere dovuti alle loro capacità immunomodulanti. Negli ultimi anni, infatti, numerosi studi hanno focalizzato l'attenzione su tali proprietà. La fonte principale di CSM è il midollo osseo (MO). Recentemente, presso il Laboratorio Centro Trapianti Cellule Staminali e Terapia Cellulare dell'Azienda Ospedaliera OIRM S.Anna sono state isolate CSM da una fonte alternativa: il liquido amniotico (LA). Lo scopo del mio lavoro è stato quello di valutare le proprietà immunomodulanti delle CSM-LA, confrontandole con quelle già note appartenenti alle CSM-MO. In particolare, lo studio si è focalizzato sull'interazione tra CSM e la popolazione dei linfociti T. Quattro campioni di CSM-LA, due di CSM-MO e due campioni eterogenei isolati da LA sono stati scongelati e posti in coltura. Oltre all'analisi morfologica, è stato determinato l'immunofenotipo analizzando i marcatori delle CSM e le molecole di interazione con i linfociti T. Sono state allestite condizioni di co-coltura per valutare la percentuale di linfociti T regolatori (T reg), la proliferazione dei linfociti T e per effettuare la quantificazione delle citochine nei surnatanti. Sono state verificate le proprietà delle CSM-LA e CSM-MO identificate pre- congelamento. Queste cellule hanno mostrato: aspetto fibroblastoide, capacità di differenziare in osteoblasti, adipociti e condrociti e alta positività per i marcatori tipici delle CSM. Le CSM-LA e CSM-MO sono risultate positive per le molecole di interazione con i linfociti T, ma negative per le molecole co- stimolatorie. Le linee cellulari eterogenee hanno mostrato, invece, una morfologia fibroblastoide/epitelioide con un'espressione media per marcatori tipici delle CSM ed un'elevata espressione per il marcatore epiteliale. Le CSM-LA e CSM-MO, in seguito a specifiche condizioni di co-coltura hanno indotto un aumento dei linfociti T reg, inibito la proliferazione dei linfociti T e alterato il profilo di secrezione delle citochine rilasciate dalle cellule Th1 e Th2, inducendo uno stato anti-infiammatorio. L'effetto delle CSM-LA sui linfociti T reg e sui linfociti T è risultato più marcato rispetto a quello delle CSM-MO. Le cellule eterogenee non hanno mostrato alcuna proprietà immunomodulante. Questo studio ha dimostrato che le CSM-LA non solo possiedono proprietà immunomodulanti simili alle CSM-MO, ma che in presenza dei linfociti T il loro effetto risulta decisamente più marcato. Tali proprietà non sono state riscontrate nelle popolazioni eterogenee isolate da LA. È risultato così evidente un coinvolgimento specifico della componente mesenchimale. Il liquido amniotico potrebbe rappresentare una fonte alternativa e vantaggiosa di cellule staminali da impiegare nelle terapie cellulari, in particolare nel campo dell'immunoterapia.
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