Nell'opinione pubblica e, talvolta, tra gli operatori del settore, si ritiene spesso che le erbe medicinali siano sostanzialmente innocue in quanto naturali, pertanto vengono utilizzate come forma di automedicazione sottovalutando i rischi di tossicità e di interazione con farmaci [1]. La tossicità delle preparazioni vegetali può essere dovuta ai componenti della droga vegetale, a composti estranei alla droga (contaminanti o adulteranti), ma può anche essere provocata dall'interazione con farmaci. Tali interazioni seguono gli stessi principi di quelle tra farmaci, la maggioranza delle quali posso essere classificate in due grandi categorie: farmacocinetiche e farmacodinamiche. Le interazioni erbe-farmaci sono in particolar modo rilevanti quando principi attivi con finestra terapeutica ristretta vengono somministrati in concomitanza a prodotti naturali che ne possono ridurre o potenziare gli effetti farmacologici e nei pazienti con patologie croniche, che necessitano di politerapia prolungata nel tempo. Per esempio, alcuni prodotti a base di erbe esercitano un effetto diretto sul sistema cardiovascolare e sulla coagulazione, mentre altri hanno effetti indiretti attraverso interazioni con farmaci che possono portare a gravi conseguenze. L'assunzione contemporanea di warfarin e droghe vegetali quali per esempio il ginseng, l'aglio, il ginkgo, può aumentare il rischio di sanguinamento, per la capacità di questi prodotti di inibire, attraverso vari meccanismi, l'aggregazione piastrinica. Sono stati segnalati anche diversi casi di interazione tra warfarin e prodotti a base di mirtillo, con aumento dell'INR [2]. Anche l'efficacia e la sicurezza dei digitalici può essere modificata dalla contemporanea somministrazione di prodotti naturali ad attività inotropa positiva (es. mughetto, biancospino) o da prodotti in grado di indurre gli enzimi responsabili del metabolismo di questi farmaci e/o la glicoproteina P (es. iperico, curcuma) [3]. In conclusione, l'aumentato ricorso alle erbe medicinali richiede che i farmacisti ne conoscano le potenziali indicazioni, i possibili effetti collaterali e il rischio di interazioni con farmaci contemporaneamente assunti, poiché il canale preferenziale di vendita è la farmacia e spesso il farmacista è l'unica figura professionale a conoscenza del contemporaneo uso di prodotti naturali e farmaci.

Interazioni tra prodotti naturali e farmaci: l'esempio del warfarin e della digossina

BRUCCOLERI, ROSA
2010/2011

Abstract

Nell'opinione pubblica e, talvolta, tra gli operatori del settore, si ritiene spesso che le erbe medicinali siano sostanzialmente innocue in quanto naturali, pertanto vengono utilizzate come forma di automedicazione sottovalutando i rischi di tossicità e di interazione con farmaci [1]. La tossicità delle preparazioni vegetali può essere dovuta ai componenti della droga vegetale, a composti estranei alla droga (contaminanti o adulteranti), ma può anche essere provocata dall'interazione con farmaci. Tali interazioni seguono gli stessi principi di quelle tra farmaci, la maggioranza delle quali posso essere classificate in due grandi categorie: farmacocinetiche e farmacodinamiche. Le interazioni erbe-farmaci sono in particolar modo rilevanti quando principi attivi con finestra terapeutica ristretta vengono somministrati in concomitanza a prodotti naturali che ne possono ridurre o potenziare gli effetti farmacologici e nei pazienti con patologie croniche, che necessitano di politerapia prolungata nel tempo. Per esempio, alcuni prodotti a base di erbe esercitano un effetto diretto sul sistema cardiovascolare e sulla coagulazione, mentre altri hanno effetti indiretti attraverso interazioni con farmaci che possono portare a gravi conseguenze. L'assunzione contemporanea di warfarin e droghe vegetali quali per esempio il ginseng, l'aglio, il ginkgo, può aumentare il rischio di sanguinamento, per la capacità di questi prodotti di inibire, attraverso vari meccanismi, l'aggregazione piastrinica. Sono stati segnalati anche diversi casi di interazione tra warfarin e prodotti a base di mirtillo, con aumento dell'INR [2]. Anche l'efficacia e la sicurezza dei digitalici può essere modificata dalla contemporanea somministrazione di prodotti naturali ad attività inotropa positiva (es. mughetto, biancospino) o da prodotti in grado di indurre gli enzimi responsabili del metabolismo di questi farmaci e/o la glicoproteina P (es. iperico, curcuma) [3]. In conclusione, l'aumentato ricorso alle erbe medicinali richiede che i farmacisti ne conoscano le potenziali indicazioni, i possibili effetti collaterali e il rischio di interazioni con farmaci contemporaneamente assunti, poiché il canale preferenziale di vendita è la farmacia e spesso il farmacista è l'unica figura professionale a conoscenza del contemporaneo uso di prodotti naturali e farmaci.
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