I sistemi biologici semplici o complessi, per i quali l'ossigeno è indispensabile per la vita possono essere aggrediti dall'ossigeno stesso che si comporta da agente tossico. L'ossigeno è un agente ad alto potere ossidante, ossia fortemente capace di accettare elettroni. In contrasto con tale proprietà, esso risulta però scarsamente reattivo nei confronti di biomolecole organiche costitutive degli organismi superiori, uomo compreso. La quasi totalità dell'ossigeno utilizzato dai mitocondri viene ridotto ad acqua captando gli elettroni che sono trasferiti nei ¿complessi¿della catena respiratoria e che, a mezzo della citocromo-ossidasi, vengono addizionati in numero di 4 all'ossigeno molecolare. L'ossigeno tende di preferenza ad accettare un elettrone per volta. Quando acquisisce il primo elettrone si forma un superossido, che è un radicale in quanto contiene un elettrone spaiato. La maggior parte di questi superossidi è formata nella catena di trasferimento elettronico e microsomiale. Inoltre va rilevato che il superossido, acquisendo un elettrone, si converte in acqua ossigenata H2O2, grazie ad una reazione di dismutazione, con produzione di ossigeno oppure di ossigeno singoletto. L'acqua ossigenata non si deve qualificare come radicale libero poiché non ha elettroni spaiati. Tuttavia è sempre un agente potenzialmente attivo in quanto permea facilmente le membrane cellulari e può interagire con le forme ridotte di alcuni metallo-ioni (ferro bivalente o rame monovalente) che la decompongono nel radicale idrossilico altamente reattivo OH∙ e nello ione idrossilico OH-. La formazione di radicali liberi nel corso dei processi della respirazione cellulare è proposta come fattore innescante i dannaggiamneti cellulari presenti in molte condizioni fisiopatologiche[1,2]. Antiossidante è, invece, una sostanza che, pur presente in concentrazione ridotta, può prevenire o ritardare l'ossidazione iniziata da un fattore prossidante. Le sostanze antiossidanti possono essere endogene, cioè sintetizzate dall'organismo o esogene, introdotte con la dieta. L'organismo umano possiede una serie di meccanismi enzimatici atti a limitare il danno ossidativo, ad es. la superossido dismutais, la catalasi e la glutatione perossidasi. Gli antiossidanti possono anche essere introdotti con la dieta (vitamina E, vitamina C, vitamina A o β-carotene ed i polifenoli: ad es. i flavonidi e gli antociani). Grande interesse stanno suscitando i flavoniodi del tè e il resveratrolo contenuto nella ¿buccia¿ d'uva. L'attività degli antiodssidanti non è sempre positiva, un uso eccessivo può provocare un effetto pro-ossidante, anche se il meccanismo d'azione non è chiaro. Negli alimenti e nei cosmetici, gli antiossidanti possono essere utilizzati sia come conservanti per prevenire l'ossidazione e l'irrancidimento dia come ingredienti funzionali ad esempio nelle creme anti-age.

antiossidanti di origine naturale: utilizzo negli integratori alimentari e nei cosmetici

MANASSERO, ALEXIA
2011/2012

Abstract

I sistemi biologici semplici o complessi, per i quali l'ossigeno è indispensabile per la vita possono essere aggrediti dall'ossigeno stesso che si comporta da agente tossico. L'ossigeno è un agente ad alto potere ossidante, ossia fortemente capace di accettare elettroni. In contrasto con tale proprietà, esso risulta però scarsamente reattivo nei confronti di biomolecole organiche costitutive degli organismi superiori, uomo compreso. La quasi totalità dell'ossigeno utilizzato dai mitocondri viene ridotto ad acqua captando gli elettroni che sono trasferiti nei ¿complessi¿della catena respiratoria e che, a mezzo della citocromo-ossidasi, vengono addizionati in numero di 4 all'ossigeno molecolare. L'ossigeno tende di preferenza ad accettare un elettrone per volta. Quando acquisisce il primo elettrone si forma un superossido, che è un radicale in quanto contiene un elettrone spaiato. La maggior parte di questi superossidi è formata nella catena di trasferimento elettronico e microsomiale. Inoltre va rilevato che il superossido, acquisendo un elettrone, si converte in acqua ossigenata H2O2, grazie ad una reazione di dismutazione, con produzione di ossigeno oppure di ossigeno singoletto. L'acqua ossigenata non si deve qualificare come radicale libero poiché non ha elettroni spaiati. Tuttavia è sempre un agente potenzialmente attivo in quanto permea facilmente le membrane cellulari e può interagire con le forme ridotte di alcuni metallo-ioni (ferro bivalente o rame monovalente) che la decompongono nel radicale idrossilico altamente reattivo OH∙ e nello ione idrossilico OH-. La formazione di radicali liberi nel corso dei processi della respirazione cellulare è proposta come fattore innescante i dannaggiamneti cellulari presenti in molte condizioni fisiopatologiche[1,2]. Antiossidante è, invece, una sostanza che, pur presente in concentrazione ridotta, può prevenire o ritardare l'ossidazione iniziata da un fattore prossidante. Le sostanze antiossidanti possono essere endogene, cioè sintetizzate dall'organismo o esogene, introdotte con la dieta. L'organismo umano possiede una serie di meccanismi enzimatici atti a limitare il danno ossidativo, ad es. la superossido dismutais, la catalasi e la glutatione perossidasi. Gli antiossidanti possono anche essere introdotti con la dieta (vitamina E, vitamina C, vitamina A o β-carotene ed i polifenoli: ad es. i flavonidi e gli antociani). Grande interesse stanno suscitando i flavoniodi del tè e il resveratrolo contenuto nella ¿buccia¿ d'uva. L'attività degli antiodssidanti non è sempre positiva, un uso eccessivo può provocare un effetto pro-ossidante, anche se il meccanismo d'azione non è chiaro. Negli alimenti e nei cosmetici, gli antiossidanti possono essere utilizzati sia come conservanti per prevenire l'ossidazione e l'irrancidimento dia come ingredienti funzionali ad esempio nelle creme anti-age.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/72785