Surgical extraction of mandibular third molar is one of the most common surgical events. The first objective of this prospective experimental study was to identify the factors influencing operation time and operative difficulty in order to minimize complications. This study evaluated 4 clinical variables (gender, age, body mass index, mouth opening), 9 radiographic variables, obtained from OPT (inclination and depth of inclusion of the third molar, distance from the distal surface of the second molar to the anterior border of mandibular ramus, major mesio-distal diameters of the third molar’s crown, root morphology and root curvature of the third molar, relationship between the third molar and second molar, size of the third molar's follicle, relationship between the third molar and mandibular canal) and 2 radiographic variables obtained from CBCT (major bucco-lingual diameters of the third molar’s crown and IAN’s position). The results obtained showed that the factors associated with extended operating time and operative difficulty were: root morphology, distance from the distal surface of the second molar to the anterior border of mandibular ramus, third molar’s depht of inclusion and IAN’s position in CBCT. The extractions were divided into three groups of increasing difficulty, based on operating time, and this study found a strong discrepancy between the pre-operative evaluation designed by Pederson and the post-operative evaluation based on operating time, because Pederson's index takes in account only some radiographic variables, excluding other informations (root morphology, for example). The second objective of this experimental study was to identify which imaging modality (OPT, “personalized” CT and “standard” CT) provides a realistic and reliable evaluation to predict operative difficulty of these variables: major mesio-distal and bucco-lingual diameters of the third molar’s crown, depth of inclusion of the third molar, distance from the distal surface of the second molar to the anterior border of mandibular ramus and inclination of the third molar. The results showed that there are no differences only between “personalized” CT and clinical measurement of the major mesio-distal and bucco-lingual diameters of the third molar’s crown. All variables were divided into three numerical categories, to examine the association between the three groups of the extractions and the categories, for each radiographic method. To predict operative difficulty, OPT provides a more reliable assessment of the third molar’s inclination, because are clearly visible the second molar and the third molar’s axes; "personalized" CT provides a more reliable assessment of the major mesio-distal and bucco-lingual diameters of the third molar’s crown and the distance from the distal surface of the second molar to the anterior border of mandibular ramus, since it is possible to customize the inclination of the planes to visualize the structures to be investigated and "standard" CT provides a more reliable assessment of the third molar’s depth of inclusion, because in standard reformation the occlusal plane of the second molar and the most superficial point of the third molar’s crown are easily visible. In conclusion, it is necessary to integrate the information provided by different radiographic methods to form an optimal pre-operative evaluation of surgical difficulty.
L’estrazione di ottavi mandibolari è uno degli interventi di chirurgia orale maggiormente eseguito. Realizzare una corretta valutazione pre-operatoria della difficoltà dell’intervento è fondamentale per programmare le fasi chirurgiche e minimizzare il rischio di complicanze. Il primo obiettivo di questo studio sperimentale prospettico era di individuare quali fattori influenzassero il tempo operatorio, che è stato utilizzato come misura della difficoltà dell’intervento. Sono state esaminate 4 variabili cliniche (genere, età, BMI e apertura buccale), 9 parametri radiografici ottenuti dall’OPT, quali inclinazione e profondità di inclusione dell’ottavo, distanza tra la branca montante della mandibola e il punto più distale del settimo, diametro maggiore della corona mesio-distale, morfologia e curvatura delle radici dell’ottavo, spazio dal secondo molare, ampiezza del sacco follicolare e la distanza tra il canale mandibolare e gli apici radicolari dell’ottavo e 2 parametri radiografici ricavati dalla CBCT (diametro maggiore vestibolo-linguale della corona dell’ottavo e posizione del NAI rispetto all’ottavo). Dai risultati ottenuti è emerso che la difficoltà dell’intervento estrattivo dipende, in ordine decrescente di influenza, dalla morfologia radicolare dell’ottavo, dalla distanza tra la branca montante della mandibola e il settimo, dalla profondità di inclusione dell’ottavo e dalla posizione del NAI in CBCT. Dopo aver suddiviso gli interventi in tre gruppi di diverso grado di difficoltà, sulla base del tempo operatorio, questo studio ha riscontrato una forte discrepanza tra la valutazione preoperatoria di difficoltà operativa ideata da Pederson e quella postoperatoria basata sul tempo operatorio, in quanto l’indice di Pederson è basato solo su alcune variabili radiografiche ricavate dall’OPT. Il secondo obiettivo dello studio sperimentale era di individuare quale metodica di imaging (OPT, TC “standard” e TC “personalizzata”) fornisse una valutazione realistica e affidabile ai fini della previsione della difficoltà dell’intervento dei seguenti parametri di difficoltà operativa: diametri della corona mesio-distali e vestibolo-linguali, profondità di inclusione dell’ottavo, distanza tra la branca montante mandibolare e il settimo e l’inclinazione dell’ottavo. Dallo studio emerge che solo la TC “personalizzata” fornisce misurazioni sovrapponibili alla clinica dei diametri maggiori mesio-distali e vestibolo-linguali della corona dell’ottavo. I valori relativi ai parametri di difficoltà sono stati suddivisi in tre categorie, in modo da studiarne, per ogni metodica di imaging, l’associazione con i tre gruppi di difficoltà operativa in cui sono stati suddivisi gli interventi estrattivi in base al tempo operatorio. Ai fini di prevedere la difficoltà dell’intervento, è emerso che in OPT è più affidabile la valutazione dell’angolo di inclinazione, in quanto sono ben visibili sia l’asse del settimo che dell’ottavo, in TC “personalizzata” quella dei diametri coronali mesio-distali e vestibolo-linguali dell’ottavo e della distanza tra la branca montante mandibolare e il settimo, in quanto è possibile orientare i piani di riferimento visualizzando correttamente le strutture da indagare e in TC “standard” quella della profondità di inclusione, poichè con le riformattazioni standard è facilmente visibile il piano occlusale del settimo e il punto più superficiale della corona dell’ottavo. In conclusione, non esiste una singola metodica di imaging che fornisce in modo affidabile la valutazione di tutti i parametri di difficoltà operativa, per cui è necessario eseguire un’integrazione delle informazioni fornite dai diversi metodi radiografici.
Estrazione di ottavi mandibolari chirurgici: valutazione dei parametri di difficoltà operativa e confronto tra metodiche di imaging
BONANNO, ALESSIA
2019/2020
Abstract
L’estrazione di ottavi mandibolari è uno degli interventi di chirurgia orale maggiormente eseguito. Realizzare una corretta valutazione pre-operatoria della difficoltà dell’intervento è fondamentale per programmare le fasi chirurgiche e minimizzare il rischio di complicanze. Il primo obiettivo di questo studio sperimentale prospettico era di individuare quali fattori influenzassero il tempo operatorio, che è stato utilizzato come misura della difficoltà dell’intervento. Sono state esaminate 4 variabili cliniche (genere, età, BMI e apertura buccale), 9 parametri radiografici ottenuti dall’OPT, quali inclinazione e profondità di inclusione dell’ottavo, distanza tra la branca montante della mandibola e il punto più distale del settimo, diametro maggiore della corona mesio-distale, morfologia e curvatura delle radici dell’ottavo, spazio dal secondo molare, ampiezza del sacco follicolare e la distanza tra il canale mandibolare e gli apici radicolari dell’ottavo e 2 parametri radiografici ricavati dalla CBCT (diametro maggiore vestibolo-linguale della corona dell’ottavo e posizione del NAI rispetto all’ottavo). Dai risultati ottenuti è emerso che la difficoltà dell’intervento estrattivo dipende, in ordine decrescente di influenza, dalla morfologia radicolare dell’ottavo, dalla distanza tra la branca montante della mandibola e il settimo, dalla profondità di inclusione dell’ottavo e dalla posizione del NAI in CBCT. Dopo aver suddiviso gli interventi in tre gruppi di diverso grado di difficoltà, sulla base del tempo operatorio, questo studio ha riscontrato una forte discrepanza tra la valutazione preoperatoria di difficoltà operativa ideata da Pederson e quella postoperatoria basata sul tempo operatorio, in quanto l’indice di Pederson è basato solo su alcune variabili radiografiche ricavate dall’OPT. Il secondo obiettivo dello studio sperimentale era di individuare quale metodica di imaging (OPT, TC “standard” e TC “personalizzata”) fornisse una valutazione realistica e affidabile ai fini della previsione della difficoltà dell’intervento dei seguenti parametri di difficoltà operativa: diametri della corona mesio-distali e vestibolo-linguali, profondità di inclusione dell’ottavo, distanza tra la branca montante mandibolare e il settimo e l’inclinazione dell’ottavo. Dallo studio emerge che solo la TC “personalizzata” fornisce misurazioni sovrapponibili alla clinica dei diametri maggiori mesio-distali e vestibolo-linguali della corona dell’ottavo. I valori relativi ai parametri di difficoltà sono stati suddivisi in tre categorie, in modo da studiarne, per ogni metodica di imaging, l’associazione con i tre gruppi di difficoltà operativa in cui sono stati suddivisi gli interventi estrattivi in base al tempo operatorio. Ai fini di prevedere la difficoltà dell’intervento, è emerso che in OPT è più affidabile la valutazione dell’angolo di inclinazione, in quanto sono ben visibili sia l’asse del settimo che dell’ottavo, in TC “personalizzata” quella dei diametri coronali mesio-distali e vestibolo-linguali dell’ottavo e della distanza tra la branca montante mandibolare e il settimo, in quanto è possibile orientare i piani di riferimento visualizzando correttamente le strutture da indagare e in TC “standard” quella della profondità di inclusione, poichè con le riformattazioni standard è facilmente visibile il piano occlusale del settimo e il punto più superficiale della corona dell’ottavo. In conclusione, non esiste una singola metodica di imaging che fornisce in modo affidabile la valutazione di tutti i parametri di difficoltà operativa, per cui è necessario eseguire un’integrazione delle informazioni fornite dai diversi metodi radiografici.File | Dimensione | Formato | |
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