La cava di gesso di Moncucco Torinese, localizzata nell'area Nord-Occidentale della provincia di Asti, venne considerata, nel 1976, come un sito di riferimento per gli studi sul Messiniano piemontese (STURANI, 1976). Nel 2006, nella parte Sud-Est della cava, P. Giuntelli e G. Pavia localizzarono dei sottili orizzonti detritici contenenti frequenti molluschi d'acqua salmastra e d'acqua dolce, e piccole ossa di mammiferi. Durante il 2008 vennero pianificate e realizzate numerose indagini in questo settore della cava non ancora investigato, dove vennero ritrovati molti reperti fossili tra cui parecchi denti di selaci. In questa tesi verrà fornita un'analisi sistematica di tali reperti di selaci. L'affioramento dal quale sono stati rinvenuti i suddetti reperti è costituito da depositi continentali e di acqua salmastra della ¿facies a Congeria¿, formazione sedimentaria poggiante sul Complesso caotico post-evaporitico di Valle Versa. Tale affioramento, costituito da uno spessore di circa 3 m di marne sabbioso-argillose, è stato suddiviso in 9 unità deposizionali. I denti di selaci qui analizzati appartengono agli intervalli centrali, precisamente dall'unità 3 all'unità 7. Nel secondo capitolo, dopo aver fornito una descrizione generale della filogenesi e dell'anatomia dei selaci, verranno descritte in dettaglio le caratteristiche relative alla dentatura di tali animali, con particolare attenzione alle tipologie dentarie e alla terminologia comunemente utilizzata in studi di questo genere. La revisione di testi fondamentali per gli studi di paleontologia dei selaci (LEDOUX, 1972; CAPPETTA, 1987; NOLF, 1988; MARSILI, 2007; SORCE, 2009) ha permesso l'analisi delle caratteristiche degli esemplari studiati e la conseguente determinazione sistematica. Tali analisi hanno condotto all'identificazione di numerosi taxa, alcuni dei quali identificati esclusivamente a livello generico, quali Centrophorus, Chlamydoselachus, Carcharias, Pristiophorus, Scoliodon e Carcharhinus, mentre altri a livello specifico, tra cui Centrophorus granulosus, Heptranchias perlo, Hexanchus griesus, Parotodus benedeni, Dalatias licha e Scymnodon ringens. A causa della pessima conservazione dei reperti, il 7,5 % dei tali non è stato identificato mentre una piccolissima percentuale (0,6 %) è stato attribuito alla famiglia Scyliorhinidae, non potendo approfondire l'identificazione a livello di genere. I taxa identificati suggeriscono un ambiente di mare profondo, caratteristica, questa, incompatibile con l'associazione continentale a vertebrati rinvenuta nel medesimo affioramento. L'associazione dei denti fossili di selaci qui studiata non proviene, dunque, dai sedimenti del Messiniano superiore (post-evaporitico) della ¿facies a Congeria¿ osservati nello scavo, ma costituisce una componente rimaneggiata da sedimenti più antichi, più probabilmente dalle Marne di S. Agata Fossili (Messiniano pre-evaporitico) o dalla Pietra da Cantoni (Burdigaliano-Serravalliano).

Analisi paleontologica e sistematica dei selaci del Miocene superiore di Moncucco, Asti

GRAZIANO, STEFANO
2009/2010

Abstract

La cava di gesso di Moncucco Torinese, localizzata nell'area Nord-Occidentale della provincia di Asti, venne considerata, nel 1976, come un sito di riferimento per gli studi sul Messiniano piemontese (STURANI, 1976). Nel 2006, nella parte Sud-Est della cava, P. Giuntelli e G. Pavia localizzarono dei sottili orizzonti detritici contenenti frequenti molluschi d'acqua salmastra e d'acqua dolce, e piccole ossa di mammiferi. Durante il 2008 vennero pianificate e realizzate numerose indagini in questo settore della cava non ancora investigato, dove vennero ritrovati molti reperti fossili tra cui parecchi denti di selaci. In questa tesi verrà fornita un'analisi sistematica di tali reperti di selaci. L'affioramento dal quale sono stati rinvenuti i suddetti reperti è costituito da depositi continentali e di acqua salmastra della ¿facies a Congeria¿, formazione sedimentaria poggiante sul Complesso caotico post-evaporitico di Valle Versa. Tale affioramento, costituito da uno spessore di circa 3 m di marne sabbioso-argillose, è stato suddiviso in 9 unità deposizionali. I denti di selaci qui analizzati appartengono agli intervalli centrali, precisamente dall'unità 3 all'unità 7. Nel secondo capitolo, dopo aver fornito una descrizione generale della filogenesi e dell'anatomia dei selaci, verranno descritte in dettaglio le caratteristiche relative alla dentatura di tali animali, con particolare attenzione alle tipologie dentarie e alla terminologia comunemente utilizzata in studi di questo genere. La revisione di testi fondamentali per gli studi di paleontologia dei selaci (LEDOUX, 1972; CAPPETTA, 1987; NOLF, 1988; MARSILI, 2007; SORCE, 2009) ha permesso l'analisi delle caratteristiche degli esemplari studiati e la conseguente determinazione sistematica. Tali analisi hanno condotto all'identificazione di numerosi taxa, alcuni dei quali identificati esclusivamente a livello generico, quali Centrophorus, Chlamydoselachus, Carcharias, Pristiophorus, Scoliodon e Carcharhinus, mentre altri a livello specifico, tra cui Centrophorus granulosus, Heptranchias perlo, Hexanchus griesus, Parotodus benedeni, Dalatias licha e Scymnodon ringens. A causa della pessima conservazione dei reperti, il 7,5 % dei tali non è stato identificato mentre una piccolissima percentuale (0,6 %) è stato attribuito alla famiglia Scyliorhinidae, non potendo approfondire l'identificazione a livello di genere. I taxa identificati suggeriscono un ambiente di mare profondo, caratteristica, questa, incompatibile con l'associazione continentale a vertebrati rinvenuta nel medesimo affioramento. L'associazione dei denti fossili di selaci qui studiata non proviene, dunque, dai sedimenti del Messiniano superiore (post-evaporitico) della ¿facies a Congeria¿ osservati nello scavo, ma costituisce una componente rimaneggiata da sedimenti più antichi, più probabilmente dalle Marne di S. Agata Fossili (Messiniano pre-evaporitico) o dalla Pietra da Cantoni (Burdigaliano-Serravalliano).
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