La Grande Recessione appare sempre più come la più grande crisi che il capitalismo abbia mai vissuto dagli anni Trenta: essa segna ormai uno spartiacque fra due periodi della storia del mondo non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale, comportamentale e psicologico. In questa sede si intende scoprire quali possano essere le conseguenze, a medio e lungo termine, di tale crisi non solo sull'economia mondiale nel suo complesso, ma anche sulle teorie economiche correnti prima del suo sorgere. Lo studio si sviluppa in tre capitoli: il punto di partenza è l'analisi dei tre sistemi di organizzazione economico-sociale che si erano storicamente affermati (individualismo americano, dirigismo cinese e personalismo europeo) e si contendevano il dominio del mondo nel periodo antecedente la crisi; successivamente intendo ripercorrere criticamente la crisi finanziaria e i suoi effetti sull'economia reale e sulla società, mostrando nel contempo gli eccessi e le carenze del sistema finanziario che ha fatto da detonatore alla Grande Recessione, un sistema complesso, poco trasparente, inadeguatamente regolamentato e insostenibile; infine desidero tracciare i possibili scenari economici mondiali del prossimo futuro. La situazione conseguente alla crisi sembra quindi favorire la nascita di un nuovo modello, un ¿ibrido¿ che contenga il meglio della libera dinamica dell'economia capitalistica e quello della necessaria correzione dell'economia da parte dello Stato in vista della tutela della persona e dei suoi diritti. Individualismo e personalismo potrebbero quindi, in questa fase di dis-integrazione economica, incontrarsi in una nuova sintesi e trasformarsi in nuova forma, più armonica ed equilibrata, in cui si dia maggior spazio alle esigenze ¿culturali¿ della persona e al suo ruolo creativo nella società. Un suggerimento in tal senso giunge proprio dagli Usa e precisamente da Stephen Goldsmith, già brillante studioso di scienze politiche e amministrazione pubblica dell'Università di Harvard e ora vicesindaco di New York: si tratta di una terza via, soprannominata ¿capitalismo solidale¿, che coniuga le ragioni d'impresa con l'etica e la lotta alle disuguaglianze all'interno di piccole realtà come le città. Non è da escludere che tale modello, implementato su realtà più ampie, possa essere l'ibrido giusto per il mondo occidentale del futuro. Dal canto suo, il modello cinese, in cui secondo la visione confuciana e collettivista, le necessità del singolo sono subordinate alle esigenze e alle finalità collettive, regionali o nazionali che siano, sembra consolidarsi e avere successo nei Paesi africani e sudamericani in cui più forti sono le sperequazioni sociali da risanare. Riprendendo la concezione di economia-mondo formulata da Braudel, nel prossimo futuro si potrebbe creare una situazione caratterizzata da una doppia economia-mondo, con due centri più o meno dialoganti, zone intermedie principalmente relazionate al proprio centro ma con alcuni paesi parzialmente in comune e periferie completamente in comune. In conclusione si auspica, quale che sia l'esito dei trend presi in considerazione, che le politiche economiche future tengano in maggior considerazione i diritti, le aspettative e la dignità della persona umana, sulla base di un'etica universalmente accettata, basata sugli imprescindibili diritti umani e su una reale condivisione di tutte le risorse planetarie appartenenti all'intera famiglia umana.
Crisi economica e analisi economico-sociale
GAGLIARDUCCI, ALBERTO
2009/2010
Abstract
La Grande Recessione appare sempre più come la più grande crisi che il capitalismo abbia mai vissuto dagli anni Trenta: essa segna ormai uno spartiacque fra due periodi della storia del mondo non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale, comportamentale e psicologico. In questa sede si intende scoprire quali possano essere le conseguenze, a medio e lungo termine, di tale crisi non solo sull'economia mondiale nel suo complesso, ma anche sulle teorie economiche correnti prima del suo sorgere. Lo studio si sviluppa in tre capitoli: il punto di partenza è l'analisi dei tre sistemi di organizzazione economico-sociale che si erano storicamente affermati (individualismo americano, dirigismo cinese e personalismo europeo) e si contendevano il dominio del mondo nel periodo antecedente la crisi; successivamente intendo ripercorrere criticamente la crisi finanziaria e i suoi effetti sull'economia reale e sulla società, mostrando nel contempo gli eccessi e le carenze del sistema finanziario che ha fatto da detonatore alla Grande Recessione, un sistema complesso, poco trasparente, inadeguatamente regolamentato e insostenibile; infine desidero tracciare i possibili scenari economici mondiali del prossimo futuro. La situazione conseguente alla crisi sembra quindi favorire la nascita di un nuovo modello, un ¿ibrido¿ che contenga il meglio della libera dinamica dell'economia capitalistica e quello della necessaria correzione dell'economia da parte dello Stato in vista della tutela della persona e dei suoi diritti. Individualismo e personalismo potrebbero quindi, in questa fase di dis-integrazione economica, incontrarsi in una nuova sintesi e trasformarsi in nuova forma, più armonica ed equilibrata, in cui si dia maggior spazio alle esigenze ¿culturali¿ della persona e al suo ruolo creativo nella società. Un suggerimento in tal senso giunge proprio dagli Usa e precisamente da Stephen Goldsmith, già brillante studioso di scienze politiche e amministrazione pubblica dell'Università di Harvard e ora vicesindaco di New York: si tratta di una terza via, soprannominata ¿capitalismo solidale¿, che coniuga le ragioni d'impresa con l'etica e la lotta alle disuguaglianze all'interno di piccole realtà come le città. Non è da escludere che tale modello, implementato su realtà più ampie, possa essere l'ibrido giusto per il mondo occidentale del futuro. Dal canto suo, il modello cinese, in cui secondo la visione confuciana e collettivista, le necessità del singolo sono subordinate alle esigenze e alle finalità collettive, regionali o nazionali che siano, sembra consolidarsi e avere successo nei Paesi africani e sudamericani in cui più forti sono le sperequazioni sociali da risanare. Riprendendo la concezione di economia-mondo formulata da Braudel, nel prossimo futuro si potrebbe creare una situazione caratterizzata da una doppia economia-mondo, con due centri più o meno dialoganti, zone intermedie principalmente relazionate al proprio centro ma con alcuni paesi parzialmente in comune e periferie completamente in comune. In conclusione si auspica, quale che sia l'esito dei trend presi in considerazione, che le politiche economiche future tengano in maggior considerazione i diritti, le aspettative e la dignità della persona umana, sulla base di un'etica universalmente accettata, basata sugli imprescindibili diritti umani e su una reale condivisione di tutte le risorse planetarie appartenenti all'intera famiglia umana.File | Dimensione | Formato | |
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