La normativa nazionale in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici ha subito notevoli trasformazioni, in particolar modo sotto l'influsso delle direttive comunitarie n. 17 e 18 del 2004. Il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che consente di prendere in considerazione, ai fini dell'aggiudicazione, non solo il profilo economico delle offerte presentate, ma anche quello qualitativo, ha visto progressivamente estendersi il proprio ambito di applicazione. Di conseguenza, appare di crescente interesse il ruolo rivestito dalle commissioni che, per legge, devono effettuare le valutazioni in caso di aggiudicazione mediante tale criterio. Tuttavia, la disciplina comunitaria e quella nazionale (oggi contenuta nel Codice dei contratti pubblici, approvato nel 2006) sembrano tendere al massimo contenimento della discrezionalità di tali organi, sul presupposto che essa potrebbe potenzialmente dare vita a discriminazioni tra le imprese offerenti, con la conseguente violazione del principio comunitario di libera concorrenza. La trattazione si pone l'obiettivo di esporre, da un lato, l'evoluzione normativa relativa ai criteri di aggiudicazione e, dall'altro, le modalità di funzionamento delle commissioni giudicatrici e i poteri da esse esercitati nella loro attività valutativa, così come configurati dalla dottrina e dalla giurisprudenza. Quest'ultimo profilo risulta di particolare rilievo, in quanto gli interpreti sono divisi circa la sussistenza o meno in capo alle commissioni di un margine operativo discrezionale: il dato letterale delle norme oggi in vigore sembra confermare le tesi che richiedono che ogni elemento utilizzato nelle operazioni di valutazione sia preventivamente specificato nel bando di gara; tuttavia, non mancano interpretazioni meno rigide, che riconoscono agli organi collegiali incaricati della valutazione delle offerte dei poteri di specificazione ed integrazione del bando di gara, al fine di rendere le operazioni di gara trasparenti e al fine di pervenire alla selezione dell'offerta che maggiormente si attagli alle esigenze della stazione appaltante.
I criteri di aggiudicazione e la commissione giudicatrice
SCALABRINO, ISABELLA
2009/2010
Abstract
La normativa nazionale in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici ha subito notevoli trasformazioni, in particolar modo sotto l'influsso delle direttive comunitarie n. 17 e 18 del 2004. Il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che consente di prendere in considerazione, ai fini dell'aggiudicazione, non solo il profilo economico delle offerte presentate, ma anche quello qualitativo, ha visto progressivamente estendersi il proprio ambito di applicazione. Di conseguenza, appare di crescente interesse il ruolo rivestito dalle commissioni che, per legge, devono effettuare le valutazioni in caso di aggiudicazione mediante tale criterio. Tuttavia, la disciplina comunitaria e quella nazionale (oggi contenuta nel Codice dei contratti pubblici, approvato nel 2006) sembrano tendere al massimo contenimento della discrezionalità di tali organi, sul presupposto che essa potrebbe potenzialmente dare vita a discriminazioni tra le imprese offerenti, con la conseguente violazione del principio comunitario di libera concorrenza. La trattazione si pone l'obiettivo di esporre, da un lato, l'evoluzione normativa relativa ai criteri di aggiudicazione e, dall'altro, le modalità di funzionamento delle commissioni giudicatrici e i poteri da esse esercitati nella loro attività valutativa, così come configurati dalla dottrina e dalla giurisprudenza. Quest'ultimo profilo risulta di particolare rilievo, in quanto gli interpreti sono divisi circa la sussistenza o meno in capo alle commissioni di un margine operativo discrezionale: il dato letterale delle norme oggi in vigore sembra confermare le tesi che richiedono che ogni elemento utilizzato nelle operazioni di valutazione sia preventivamente specificato nel bando di gara; tuttavia, non mancano interpretazioni meno rigide, che riconoscono agli organi collegiali incaricati della valutazione delle offerte dei poteri di specificazione ed integrazione del bando di gara, al fine di rendere le operazioni di gara trasparenti e al fine di pervenire alla selezione dell'offerta che maggiormente si attagli alle esigenze della stazione appaltante.File | Dimensione | Formato | |
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