The dissertation presents the first edition of the grammar written by Manuel Chrysoloras (Byzantium 1350 ca.- Constance 1414), whose teaching in Florence between 1397 and 1400 opened the renaissance of Greek studies in Italy. The complexity of the manuscript tradition, due to the enormous success of the grammar during the 1400s, which you can add the manual characteristic and the compresence of the guarinian summary to, has blocked an edition based on the recension and collation of all the manuscripts (above 120, with many different version). Therefore it is presented the critical edition of the oldest codex, the Vatican Palatinus gr. 116, buying by Guarino Veronese, his pupil, in Constantinople in 1406. It isn't a diplomatic transcription, but a very conservative critical edition with correction of the evident mistakes. The choice of the ancient manuscript permitted to discuss what could be the original version of the grammar: we propose the fasten version, that probably was used to help the teaching in classroom and then was expanded with traditional grammatical materials. This thesis is supported in the Appendix by the comparison with the Manutius' 1501 edition (I examined it autoptically at the Brera Library in Milan) and with the manuscript Prov. o. 25 from the Jena University Library, written by Calcondila for teaching. The dissertation invite the scholars community to avoid the temptation of a critical edition of the Erotemata based on the collation of all the tradition; instead, it suggest to study in comparison different version to define the audience and the purposes of each version of the grammar: only by this way, we could better understand the story of the Greek studies evolution between Byzance and the Italian Renaissance. Two long articles introduce the edition. The second one discusses the Erotemata contents in comparison with the ancient Greek and byzantine grammatical traditional studies. It shows that the success of the grammar and of Chrysoloras' teaching in the West was connected with the originality, the teaching method and the synthesis of the grammar itself. In the appendix of the articles you can find a short comparison with the Caleca's grammar. The first article reconstructs the history of the return of Greek in western Europe, the humanist scholars field of interest, the precursory, the circumstances of the Crhysoloras' arrival in Florence and the causes of the success of his teaching, the history of his grammar; then it presents Crysoloras inside the last researches as a scholar who united political, religious, diplomatic and scholarly practice (maybe he was parte of Cidone's circle) and use his intellectual competence to help Byzance, because he taught in the West just to persuade his pupils how important the Greek culture was and to push them to invite the Western princes to fight for Constantinople. That was the goal of his life; he failed, but he saved Byzance because he saved his culture.
Si presenta la prima edizione della grammatica del dotto bizantino Manuele Crisolora (1350ca.-1414), che, insegnando presso lo Studio fiorentino tra il 1397 e il 1400, diede la spinta determinante alla ripresa degli studi greci in Italia. La complessità della tradizione manoscritta, dovuta al grande successo dell'opera nel Quattrocento, al suo carattere manualistico e alla compresenza del compendio guariniano,non ha permesso un'edizione completa basata sulla recensione di tutti i testimoni (circa 120, riportanti versioni molto diverse l'una dall'altra). Pertanto si presenta l'edizione critica di quello che a oggi è considerato il codex vetustissimus, il Vat. Pal. gr. 116, acquistato da Guarino Veronese, suo allievo, a Costantinopoli nel 1406. Non si tratta di una semplicetrascrizione, ma di un'edizione molto conservativa con correzione dei soli errori evidenti. La scelta del codex vetus ha permesso di condurre riflessioni su quale fosse il carattere originale dell'opera e di proporre l'ipotesi di una originaria recensione breve, adatta a coadiuvare l'insegnamento, che sarebbe stata più tardi ampliata con il materiale grammaticale tradizionale. Tale ipotesi è avvalorata nelle Appendici dal confronto con l'edizione aldina del 1501 (da me esaminata autopticamente alla Biblioteca di Brera, Milano) e con il ms. Prov. o. 25 di Jena, vergato da Calcondila per fini di insegnamento e recante la stessa recensione del Palatino qui edito. Si propone alla comunità degli studiosi di evitare il tentativo di pervenire a un'edizione unica degli Erotemata crisolorini tramite collazione di tutta la tradizione; si suggerisce invece di studiare comparativamente recensioni diverse per delineare l'ambiente, il pubblico e il fine per cui di volta i volta vennero prodotte, in modo tale da meglio indagare la storia stessa dell'evoluzione degli studi di greco tra Bisanzio e l'Umanesimo italiano. Introducono l'edizione due ampi saggi. Il secondo (Una grammatica innovativa. Da Roma a Bisanzio, da Bisanzio a Roma) discute il contenuto degli Erotemata crisolrini in rapporto alla tradizione degli studi grammaticali greci e bizantini, evidenziando come nella sinteticità, originalità e didatticità dell'opera risieda la chiave del successo non solo della grammatica in sé, ma soprattutto dell'insegnamento del suo autore in Occidente: in appendice anche un sintetico confronto con l'opera del meno fortunato amico Caleca. Il primo (Storia di un successo paradossale) ricostruisce la storia dei tentativi di studio del greco nel Medioevo occidentale, gli interessi degli umanisti, i precedenti tentativi falliti di imparare la lingua greca, le circostanze dell'arrivo di Crisolora a Firenze e le ragioni del suo successo didattico, la storia degli Erotemata; poi discute la figura di Crisolora nel quadro delle più recenti ricerche e la presenta come un dotto bizantino che univa, come spesso a Bisanzio, attività erudita, politica, religiosa e diplomatica (si ipotizza che facesse parte di un circolo erudito e politico raccoltosi intorno a Cidone) e che mise la propria erudizione al servizio della salvezza di Bisanzio, in quanto insegnò agli umanisti al solo scopo di convincerli di quanto fosse importante la cultura greca, spingendoli così a far pressioni sui principi perché aiutassero militarmente l'impero d'Oriente. Tutta la sua attività e la sua vita ebbe quest'unico scopo: fallì, ma salvò comunque Bisanzio, perché salvò tutta la sua cultura.
Erotemata di Manuele Crisolora secondo il Vat. Pal. gr. 116
NUTI, ERIKA
2009/2010
Abstract
Si presenta la prima edizione della grammatica del dotto bizantino Manuele Crisolora (1350ca.-1414), che, insegnando presso lo Studio fiorentino tra il 1397 e il 1400, diede la spinta determinante alla ripresa degli studi greci in Italia. La complessità della tradizione manoscritta, dovuta al grande successo dell'opera nel Quattrocento, al suo carattere manualistico e alla compresenza del compendio guariniano,non ha permesso un'edizione completa basata sulla recensione di tutti i testimoni (circa 120, riportanti versioni molto diverse l'una dall'altra). Pertanto si presenta l'edizione critica di quello che a oggi è considerato il codex vetustissimus, il Vat. Pal. gr. 116, acquistato da Guarino Veronese, suo allievo, a Costantinopoli nel 1406. Non si tratta di una semplicetrascrizione, ma di un'edizione molto conservativa con correzione dei soli errori evidenti. La scelta del codex vetus ha permesso di condurre riflessioni su quale fosse il carattere originale dell'opera e di proporre l'ipotesi di una originaria recensione breve, adatta a coadiuvare l'insegnamento, che sarebbe stata più tardi ampliata con il materiale grammaticale tradizionale. Tale ipotesi è avvalorata nelle Appendici dal confronto con l'edizione aldina del 1501 (da me esaminata autopticamente alla Biblioteca di Brera, Milano) e con il ms. Prov. o. 25 di Jena, vergato da Calcondila per fini di insegnamento e recante la stessa recensione del Palatino qui edito. Si propone alla comunità degli studiosi di evitare il tentativo di pervenire a un'edizione unica degli Erotemata crisolorini tramite collazione di tutta la tradizione; si suggerisce invece di studiare comparativamente recensioni diverse per delineare l'ambiente, il pubblico e il fine per cui di volta i volta vennero prodotte, in modo tale da meglio indagare la storia stessa dell'evoluzione degli studi di greco tra Bisanzio e l'Umanesimo italiano. Introducono l'edizione due ampi saggi. Il secondo (Una grammatica innovativa. Da Roma a Bisanzio, da Bisanzio a Roma) discute il contenuto degli Erotemata crisolrini in rapporto alla tradizione degli studi grammaticali greci e bizantini, evidenziando come nella sinteticità, originalità e didatticità dell'opera risieda la chiave del successo non solo della grammatica in sé, ma soprattutto dell'insegnamento del suo autore in Occidente: in appendice anche un sintetico confronto con l'opera del meno fortunato amico Caleca. Il primo (Storia di un successo paradossale) ricostruisce la storia dei tentativi di studio del greco nel Medioevo occidentale, gli interessi degli umanisti, i precedenti tentativi falliti di imparare la lingua greca, le circostanze dell'arrivo di Crisolora a Firenze e le ragioni del suo successo didattico, la storia degli Erotemata; poi discute la figura di Crisolora nel quadro delle più recenti ricerche e la presenta come un dotto bizantino che univa, come spesso a Bisanzio, attività erudita, politica, religiosa e diplomatica (si ipotizza che facesse parte di un circolo erudito e politico raccoltosi intorno a Cidone) e che mise la propria erudizione al servizio della salvezza di Bisanzio, in quanto insegnò agli umanisti al solo scopo di convincerli di quanto fosse importante la cultura greca, spingendoli così a far pressioni sui principi perché aiutassero militarmente l'impero d'Oriente. Tutta la sua attività e la sua vita ebbe quest'unico scopo: fallì, ma salvò comunque Bisanzio, perché salvò tutta la sua cultura.File | Dimensione | Formato | |
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