Nel tempo si sono susseguite svariate ricerche e sono stati proposti differenti modelli per interpretare le emozioni e tra queste grande attenzione è stata posta sulla paura. Tutto questo è avvenuto perché la paura è un elemento centrale e cruciale nella vita di tutti i giorni. È difficile immaginarsi un mondo senza paura. Cosa accade nel nostro organismo quando proviamo paura? Cosa avviene a livello cerebrale? Dove vengono depositate le tracce mnestiche legate alla paura? Le tracce mnestiche legate alla paura fanno parte del nostro patrimonio: ognuno di noi, infatti, ha ricordi paurosi di situazioni di pericolo reale o immaginato. Il presente lavoro è volto a indagare quali aree del cervello siano coinvolte nel circuito di deposito a lungo termine delle tracce mnemoniche legate alla paura, più precisamente, quale sia il ruolo in questo processo della corteccia sensoriale secondaria uditiva (Te2). L'ipotesi dalla quale siamo partiti è quella che le cortecce secondarie, importanti per l'elaborazione raffinata degli stimoli sensoriali potessero anche essere importanti nel deposito delle memorie di questi stimoli, quando associati ad aventi emotivamente forti. Abbiamo scelto di condurre quest'indagine attraverso l'uso di protocolli comportamentali come il condizionamento alla paura, tecniche di lesione chirurgica di specifiche aree dell'encefalo, tecniche di blocco di importanti processi molecolari mediante l'infusione di ZIP (un inibitore della proteina chinasi Mζ) e l'analisi dell'attività di un area cerebrale, evidenziata con l'espressione di Zif268, un gene ad espressione precoce, coinvolto in fenomeni di plasticità neuronale. I risultati ottenuti mostrano: che la Te2 ha un ruolo nel deposito a lungo termine delle memorie emotive, ma non di quelle sensoriali. Dopo il richiamo delle memorie emotive, a un mese dall'apprendimento, si ha un aumento dell'attività neuronale di strati della specifici della Te2, il che suggerisce che il deposito emotivo richiede un riarrangiamento specifico cortico-corticale. Il deposito di questo tipo di memorie avviene grazie ad un processo molecolare al quale partecipa la protein kinasi Mζ. Collettivamente, i nostri risultati forniscono la base per un nuovo quadro concettuale per il deposito della memoria emotiva nella corteccia uditiva secondaria.

Ruolo della corteccia uditiva secondaria nell'immagazzinamento delle memorie emotive.

BOSCHI, SILVIA
2009/2010

Abstract

Nel tempo si sono susseguite svariate ricerche e sono stati proposti differenti modelli per interpretare le emozioni e tra queste grande attenzione è stata posta sulla paura. Tutto questo è avvenuto perché la paura è un elemento centrale e cruciale nella vita di tutti i giorni. È difficile immaginarsi un mondo senza paura. Cosa accade nel nostro organismo quando proviamo paura? Cosa avviene a livello cerebrale? Dove vengono depositate le tracce mnestiche legate alla paura? Le tracce mnestiche legate alla paura fanno parte del nostro patrimonio: ognuno di noi, infatti, ha ricordi paurosi di situazioni di pericolo reale o immaginato. Il presente lavoro è volto a indagare quali aree del cervello siano coinvolte nel circuito di deposito a lungo termine delle tracce mnemoniche legate alla paura, più precisamente, quale sia il ruolo in questo processo della corteccia sensoriale secondaria uditiva (Te2). L'ipotesi dalla quale siamo partiti è quella che le cortecce secondarie, importanti per l'elaborazione raffinata degli stimoli sensoriali potessero anche essere importanti nel deposito delle memorie di questi stimoli, quando associati ad aventi emotivamente forti. Abbiamo scelto di condurre quest'indagine attraverso l'uso di protocolli comportamentali come il condizionamento alla paura, tecniche di lesione chirurgica di specifiche aree dell'encefalo, tecniche di blocco di importanti processi molecolari mediante l'infusione di ZIP (un inibitore della proteina chinasi Mζ) e l'analisi dell'attività di un area cerebrale, evidenziata con l'espressione di Zif268, un gene ad espressione precoce, coinvolto in fenomeni di plasticità neuronale. I risultati ottenuti mostrano: che la Te2 ha un ruolo nel deposito a lungo termine delle memorie emotive, ma non di quelle sensoriali. Dopo il richiamo delle memorie emotive, a un mese dall'apprendimento, si ha un aumento dell'attività neuronale di strati della specifici della Te2, il che suggerisce che il deposito emotivo richiede un riarrangiamento specifico cortico-corticale. Il deposito di questo tipo di memorie avviene grazie ad un processo molecolare al quale partecipa la protein kinasi Mζ. Collettivamente, i nostri risultati forniscono la base per un nuovo quadro concettuale per il deposito della memoria emotiva nella corteccia uditiva secondaria.
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