La crescita irlandese è stata considerata un raro caso di ¿miracolo economico¿ che si sia mai verificato nella storia. Il paese ha registrato alcuni dei più alti tassi di crescita nell'Unione Europea, guadagnando così il titolo di ¿Tigre celtica¿. Gli anni '90 videro un nuovo boom economico. I tassi d'interesse, che per anni si erano mantenuti su livelli estremamente elevati, tali da scoraggiare qualunque investimento straniero, iniziarono a scendere parallelamente ad un rafforzamento della sterlina irlandese. Le politiche fiscali tese a favorire gli investimenti stranieri, diedero ottimi risultati aumentando i posti di lavoro e i finanziamenti. Questa generalizzata tendenza al rialzo dell'economia irlandese ha fatto dell'Irlanda un modello di sviluppo economico per tutta l'Europa. L'Irlanda è stata una grande sostenitrice dell'integrazione economica europea, auspicando una maggiore unità dal punto di vista economico, sociale e politico favorendo l'introduzione della moneta unica, l'euro, entrata in vigore nel febbraio 2002. Un dato utile per capire l'incredibile fenomeno a cui l'Irlanda e il mondo intero hanno potuto assistere durante il ventennio appena trascorso è il Prodotto Interno Lordo (Pil) che nel 1992 era inferiore al 20% rispetto alla media europea mentre all'inizio del nuovo millennio era di ben quattro punti percentuali sopra la media. Convenzionalmente, il successo irlandese è attribuito ad una combinazione di bassi tassi d'imposta, ingenti capitali di provenienza estera, generose sovvenzioni concesse dall' Unione Europea, una radicale liberalizzazione economica e, perché no, una buona dose di fortuna. Con una politica fiscale in grado di attirare investimenti esteri, l'Irlanda ha potuto trarre beneficio dalle nuove tecnologie in uso nei paesi più industrializzati e, inoltre, i cospicui aiuti europei sono stati investiti in modo costruttivo, così da colmare il gap economico che la separava dagli altri paesi della Comunità. Il quadro economico irlandese di oggi è però ben diverso: dopo la recente crisi economico finanziaria globale l'Irlanda ha subito una brusca battuta d'arresto e a questo proposito è eloquente l'articolo del sole24ore così intitolato: ¿La triste parabola dell'Irlanda¿; particolarmente significativa è la seguente affermazione: I giovani irlandesi, cresciuti al sole del boom economico, abituati alla luce calda del benessere, sono i più sconcertati dall'ombra scura che la crisi ha fatto scendere sull'isola. Il gelo della recessione ha colpito loro più di tutti: la disoccupazione è raddoppiata al 12,5%, ma il 90% dei posti di lavoro perduti si è concentrato nella fascia di età sotto i 30 anni. Per questo l'Irlanda, per quindici anni calamita d'Europa, autoproclamata Tigre celtica che ha accolto stranieri da paesi vicini e lontani offrendo la certezza di un lavoro, oggi è tornata a essere un paese di emigranti in cerca di impiego. A seguito di un'esperienza personale diretta di vita e lavoro a Dublino nel biennio 2005-2007 ho potuto constatare in prima persona ciò che significa benessere economico e fertili opportunità lavorative. Probabilmente però i primi sentori di un'inversione di tendenza erano già ravvisabili.

L'IRLANDA DAL BOOM ECONOMICO DEGLI ANNI '90 ALLA CRISI ATTUALE: UN'ANALISI MACROECONOMICA.

ARMARI, VALENTINA
2009/2010

Abstract

La crescita irlandese è stata considerata un raro caso di ¿miracolo economico¿ che si sia mai verificato nella storia. Il paese ha registrato alcuni dei più alti tassi di crescita nell'Unione Europea, guadagnando così il titolo di ¿Tigre celtica¿. Gli anni '90 videro un nuovo boom economico. I tassi d'interesse, che per anni si erano mantenuti su livelli estremamente elevati, tali da scoraggiare qualunque investimento straniero, iniziarono a scendere parallelamente ad un rafforzamento della sterlina irlandese. Le politiche fiscali tese a favorire gli investimenti stranieri, diedero ottimi risultati aumentando i posti di lavoro e i finanziamenti. Questa generalizzata tendenza al rialzo dell'economia irlandese ha fatto dell'Irlanda un modello di sviluppo economico per tutta l'Europa. L'Irlanda è stata una grande sostenitrice dell'integrazione economica europea, auspicando una maggiore unità dal punto di vista economico, sociale e politico favorendo l'introduzione della moneta unica, l'euro, entrata in vigore nel febbraio 2002. Un dato utile per capire l'incredibile fenomeno a cui l'Irlanda e il mondo intero hanno potuto assistere durante il ventennio appena trascorso è il Prodotto Interno Lordo (Pil) che nel 1992 era inferiore al 20% rispetto alla media europea mentre all'inizio del nuovo millennio era di ben quattro punti percentuali sopra la media. Convenzionalmente, il successo irlandese è attribuito ad una combinazione di bassi tassi d'imposta, ingenti capitali di provenienza estera, generose sovvenzioni concesse dall' Unione Europea, una radicale liberalizzazione economica e, perché no, una buona dose di fortuna. Con una politica fiscale in grado di attirare investimenti esteri, l'Irlanda ha potuto trarre beneficio dalle nuove tecnologie in uso nei paesi più industrializzati e, inoltre, i cospicui aiuti europei sono stati investiti in modo costruttivo, così da colmare il gap economico che la separava dagli altri paesi della Comunità. Il quadro economico irlandese di oggi è però ben diverso: dopo la recente crisi economico finanziaria globale l'Irlanda ha subito una brusca battuta d'arresto e a questo proposito è eloquente l'articolo del sole24ore così intitolato: ¿La triste parabola dell'Irlanda¿; particolarmente significativa è la seguente affermazione: I giovani irlandesi, cresciuti al sole del boom economico, abituati alla luce calda del benessere, sono i più sconcertati dall'ombra scura che la crisi ha fatto scendere sull'isola. Il gelo della recessione ha colpito loro più di tutti: la disoccupazione è raddoppiata al 12,5%, ma il 90% dei posti di lavoro perduti si è concentrato nella fascia di età sotto i 30 anni. Per questo l'Irlanda, per quindici anni calamita d'Europa, autoproclamata Tigre celtica che ha accolto stranieri da paesi vicini e lontani offrendo la certezza di un lavoro, oggi è tornata a essere un paese di emigranti in cerca di impiego. A seguito di un'esperienza personale diretta di vita e lavoro a Dublino nel biennio 2005-2007 ho potuto constatare in prima persona ciò che significa benessere economico e fertili opportunità lavorative. Probabilmente però i primi sentori di un'inversione di tendenza erano già ravvisabili.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/72418