Il presente lavoro è il frutto della mia passione per il settore agricolo e per la terra in cui vivo che mi hanno spinto ad interrogarmi sul ruolo dell'agricoltura nella creazione di valore per il territorio. Grazie alle ricerche e interviste finalizzate alla stesura del lavoro sono stata piacevolmente stupita dalle enormi potenzialità che il settore primario ha ancora da offrire, anche se spesso ci si concentra su altri comparti. È doveroso, infatti, notare come l'agricoltura sia innanzitutto fatica, costanza, ma anche metodo, ed infine soddisfazione. La globalizzazione, le nuove tecnologie, i confini spaziali, fisici e mentali che l'uomo si pone e, spesso, supera, lo hanno allontanato da quelli che erano una volta i suoi bisogni primari. Tra questi vi è innanzitutto il suo sostentamento e la cura del territorio in cui vive attraverso il lavoro agricolo. I bisogni, che una volta erano primari, ora risultano quasi delle ovvietà per l'uomo occidentale che dedica il suo tempo e le sue attenzioni a lavori più redditizi. La tradizione agricola che una volta scandiva e regolava la giornata, in particolare nel mio territorio cuneese, è ora un vero e proprio lavoro governato dalle ferree regole economiche del profitto, della riduzione dei costi e dell'incremento dei ricavi. E quando le grandi aziende agricole riescono a produrre a costi minori, e soprattutto, quando il mercato che una volta era territoriale diventa globale, le piccole aziende, spesso a conduzione familiare, entrano in una crisi e l'intero sostentamento della famiglia viene messo in discussione. L' elaborato è così strutturato: nella prima parte è introdotto l' approccio del sistema vitale con i suoi postulati; successivamente sono analizzati rispettivamente l'impresa e il territorio, facendone emergere le analogie e le differenze, alla luce di questo metodo innovativo. Nel secondo capitolo mi sono addentrata nello studio della domanda e sull'offerta territoriale e del loro ruolo nell'obiettivo basilare della valorizzazione del territorio. Nella seconda parte ho analizzato il tessuto produttivo italiano, inizialmente da un punto di vista teorico, con la presentazione dello scheletro organizzativo territoriale, per poi offrire una fotografia del sistema italiano alla luce della traumatica crisi che ha sconvolto l'economia mondiale. Nella terza parte mi sono concentrata sul settore agroindustriale, indagando sul ruolo che ha ora l'agricoltura nell'assetto economico mondiale, italiano e della provincia cuneese. Il capitolo cinque è interamente dedicato al settore suinicolo; inizialmente viene identificata la filiera suinicola con gli operatori che ne fanno parte. Successivamente sono presentate rispettivamente la domanda e l'offerta del comparto e ancora l'analisi del settore da un punto di vista economico e finanziario mettendo nero su bianco le numerose criticità che segnano l'intero comparto italiano e provinciale; l'ultimo capitolo è dedicato al settore suinicolo della provincia Granda, con l'individuazione delle difficoltà che pesano sugli allevatori. Non mancano i progetti per la valorizzazione del sistema, e i buoni esempi, oggetti delle interviste finali, come quello della suinicoltura biologica della cooperativa ¿La Sorgente¿, dell'azienda agricola Suingranda e della Cooperativa Noemi per la condivisione tra gli allevatori dei costosi macchinari agricoli quale strategia per l'abbattimento dei costi di gestione.
IL CONTRIBUTO DELL'AGRICOLTURA ALLA CREAZIONE DI VALORE PER IL TERRITORIO: IL SETTORE SUINICOLO NELLA PROVINCIA DI CUNEO
BRUSTOLON, ILARIA
2009/2010
Abstract
Il presente lavoro è il frutto della mia passione per il settore agricolo e per la terra in cui vivo che mi hanno spinto ad interrogarmi sul ruolo dell'agricoltura nella creazione di valore per il territorio. Grazie alle ricerche e interviste finalizzate alla stesura del lavoro sono stata piacevolmente stupita dalle enormi potenzialità che il settore primario ha ancora da offrire, anche se spesso ci si concentra su altri comparti. È doveroso, infatti, notare come l'agricoltura sia innanzitutto fatica, costanza, ma anche metodo, ed infine soddisfazione. La globalizzazione, le nuove tecnologie, i confini spaziali, fisici e mentali che l'uomo si pone e, spesso, supera, lo hanno allontanato da quelli che erano una volta i suoi bisogni primari. Tra questi vi è innanzitutto il suo sostentamento e la cura del territorio in cui vive attraverso il lavoro agricolo. I bisogni, che una volta erano primari, ora risultano quasi delle ovvietà per l'uomo occidentale che dedica il suo tempo e le sue attenzioni a lavori più redditizi. La tradizione agricola che una volta scandiva e regolava la giornata, in particolare nel mio territorio cuneese, è ora un vero e proprio lavoro governato dalle ferree regole economiche del profitto, della riduzione dei costi e dell'incremento dei ricavi. E quando le grandi aziende agricole riescono a produrre a costi minori, e soprattutto, quando il mercato che una volta era territoriale diventa globale, le piccole aziende, spesso a conduzione familiare, entrano in una crisi e l'intero sostentamento della famiglia viene messo in discussione. L' elaborato è così strutturato: nella prima parte è introdotto l' approccio del sistema vitale con i suoi postulati; successivamente sono analizzati rispettivamente l'impresa e il territorio, facendone emergere le analogie e le differenze, alla luce di questo metodo innovativo. Nel secondo capitolo mi sono addentrata nello studio della domanda e sull'offerta territoriale e del loro ruolo nell'obiettivo basilare della valorizzazione del territorio. Nella seconda parte ho analizzato il tessuto produttivo italiano, inizialmente da un punto di vista teorico, con la presentazione dello scheletro organizzativo territoriale, per poi offrire una fotografia del sistema italiano alla luce della traumatica crisi che ha sconvolto l'economia mondiale. Nella terza parte mi sono concentrata sul settore agroindustriale, indagando sul ruolo che ha ora l'agricoltura nell'assetto economico mondiale, italiano e della provincia cuneese. Il capitolo cinque è interamente dedicato al settore suinicolo; inizialmente viene identificata la filiera suinicola con gli operatori che ne fanno parte. Successivamente sono presentate rispettivamente la domanda e l'offerta del comparto e ancora l'analisi del settore da un punto di vista economico e finanziario mettendo nero su bianco le numerose criticità che segnano l'intero comparto italiano e provinciale; l'ultimo capitolo è dedicato al settore suinicolo della provincia Granda, con l'individuazione delle difficoltà che pesano sugli allevatori. Non mancano i progetti per la valorizzazione del sistema, e i buoni esempi, oggetti delle interviste finali, come quello della suinicoltura biologica della cooperativa ¿La Sorgente¿, dell'azienda agricola Suingranda e della Cooperativa Noemi per la condivisione tra gli allevatori dei costosi macchinari agricoli quale strategia per l'abbattimento dei costi di gestione.File | Dimensione | Formato | |
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