Andando a ritroso rispetto alla mia trattazione un posto di certo privilegiato spetta all' assetto costituzionale che accoglie nel suo alveo la legislazione elettorale: normativa questa che, col passare del tempo, nell'ottica di quello che ¿ almeno finora - è stato un assetto bicamerale perfettamente paritario, ha fatto sentire note stridenti. Su altro versante, e ¿alto¿ quanto il precedente, troviamo il Giudice delle leggi, oltre al giudice di legittimità, che, se, com'è accaduto, entrambi demoliscono tanto le aspettative del cittadino nella sua battaglia referendaria quanto poi l'impianto di una legge elettorale, ciò non può che poi aprire la strada all'indicazione al legislatore sul cambio di rotta da adottare; cambio di direzione che ora più che mai si sta palesando a livello istituzionale. E caldissimi, del resto, i due aspetti che fisiologicamente alimentano i sistemi elettorali, e le riforme nell'ambito, ossia il sempre mutevole scenario politico, parallelamente all'evolvere sociale. La legge elettorale, d'altronde, risulta un tutt'uno col quadro politico-parlamentare; seppur si tratti di momenti e contesti differenti e, innegabile, di modelli distinti, a prescindere dalla formula elettorale, siamo comunque stati colti ¿in fallo¿, proprio sul mix di tutti questi elementi: che poi nel caso del Mattarellum abbiano avuto un peso specifico diverso quei fattori scatenanti la crisi, già direttamente ¿catapultati¿ nel modo di fare elezioni, rispetto alla 270 o allo stesso Italicum è discorso altro. Fatto sta che la guerra nei confronti dell'avversario politico, negli anni sempre più accesa, infetta quel quadro, che si tramuta in un perfetto antitetico rispetto ad uno scenario di equilibrio dei ruoli istituzionali e, in primis, di cooperazione tra gli organi costituzionali. Tutto fino a giungere al ¿macromondo¿ delle categorie di sistemi elettorali, le quali presentano, e anzi tutte insieme, le suddette caratteristiche. Questo l'obiettivo del mio lavoro: dimostrare che una legge elettorale in toto perfetta non può esistere; o meglio, l'impianto normativo sulle elezioni si compenetra indissolubilmente con la moltitudine di regole che compongono il ¿gioco¿, dai quali chiaramente non prescinde, ma che di certo lo rendono un unicum nel panorama legislativo.

I sistemi elettorali. Il caso italiano dalla Costituente all'approdo dell'Italicum tra Consulta e parlamento.

PIETROSANTO, MARCO
2014/2015

Abstract

Andando a ritroso rispetto alla mia trattazione un posto di certo privilegiato spetta all' assetto costituzionale che accoglie nel suo alveo la legislazione elettorale: normativa questa che, col passare del tempo, nell'ottica di quello che ¿ almeno finora - è stato un assetto bicamerale perfettamente paritario, ha fatto sentire note stridenti. Su altro versante, e ¿alto¿ quanto il precedente, troviamo il Giudice delle leggi, oltre al giudice di legittimità, che, se, com'è accaduto, entrambi demoliscono tanto le aspettative del cittadino nella sua battaglia referendaria quanto poi l'impianto di una legge elettorale, ciò non può che poi aprire la strada all'indicazione al legislatore sul cambio di rotta da adottare; cambio di direzione che ora più che mai si sta palesando a livello istituzionale. E caldissimi, del resto, i due aspetti che fisiologicamente alimentano i sistemi elettorali, e le riforme nell'ambito, ossia il sempre mutevole scenario politico, parallelamente all'evolvere sociale. La legge elettorale, d'altronde, risulta un tutt'uno col quadro politico-parlamentare; seppur si tratti di momenti e contesti differenti e, innegabile, di modelli distinti, a prescindere dalla formula elettorale, siamo comunque stati colti ¿in fallo¿, proprio sul mix di tutti questi elementi: che poi nel caso del Mattarellum abbiano avuto un peso specifico diverso quei fattori scatenanti la crisi, già direttamente ¿catapultati¿ nel modo di fare elezioni, rispetto alla 270 o allo stesso Italicum è discorso altro. Fatto sta che la guerra nei confronti dell'avversario politico, negli anni sempre più accesa, infetta quel quadro, che si tramuta in un perfetto antitetico rispetto ad uno scenario di equilibrio dei ruoli istituzionali e, in primis, di cooperazione tra gli organi costituzionali. Tutto fino a giungere al ¿macromondo¿ delle categorie di sistemi elettorali, le quali presentano, e anzi tutte insieme, le suddette caratteristiche. Questo l'obiettivo del mio lavoro: dimostrare che una legge elettorale in toto perfetta non può esistere; o meglio, l'impianto normativo sulle elezioni si compenetra indissolubilmente con la moltitudine di regole che compongono il ¿gioco¿, dai quali chiaramente non prescinde, ma che di certo lo rendono un unicum nel panorama legislativo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/72354