Questa tesi è figlia della mia collaborazione con l'Uda Walawe Elephant Research Project, in Sri Lanka e rappresenta un contributo all'estensione delle conoscenze sul repertorio vocale dell'Elefante asiatico. In particolare si è voluto concentrare il lavoro sull'analisi di quelle categorie acustiche, totalmente (GRW,RUM) o parzialmente (BRM, RRM, LRM) caratterizzate da basse frequenze. Ci si è quindi posti l'obiettivo di definire la struttura acustica di una serie di vocalizzazioni ed evidenziarne eventuali differenze, con particolare riguardo al fenomeno della risonanza. Infine si è voluto accertare se e come le vocalizzazioni in esame differiscano tra giovani e adulti e se esistano differenze tra diversi individui.L'analisi dei sedici parametri acustici rilevati e della loro varianza, oltre l'analisi delle correlazioni, ha permesso di descrivere le cinque categorie acustiche prese in esame e di evidenziarne le differenze, a conferma della loro natura di segnali effettivamente distinti. Per tre delle cinque categorie acustiche (GRW, RUM, LRM) L'analisi discriminante ha definito due funzioni discriminanti capaci di attribuire un canto alla corretta categoria acustica con un probabilità compresa tra il 75% e l'85,7 %. L'analisi delle correlazioni mostra l'esistenza di correlazioni positive tra coppie di formanti e l'assenza quasi totale di correlazioni tra frequenza fondamentale e formanti.E' stato dimostrato che le tre categorie acustiche si differenziano per quanto riguarda le relazioni tra formanti,implicando così differenze nello spazio tra le formanti. Tale differenze sono giustificabili ipotizzando una differente lunghezza del tratto vocale coinvolto nella fonazione. L'emissione dei GRW prevederebbe la massima estensione del tratto vocale, seguiti dai RUM e dai LRM (Parte B).Riguardo al ruolo della classe d'età, l'ANOVA ha mostrato molteplici differenze tra giovani e adulti. Nei GRW, gli adulti mostrano valori minori rispetto ai giovani per diversi parametri spettrali.La durata è maggiore negli adulti.I RUM, invece, non mostrano profonde differenze tra le classi di età.Per quanto riguarda, infine, i LRM, il segmento A, non mostra marcate differenze tra giovani e adulti mentre il segmento B, cioè quello a bassa frequenza, mostra maggiori differenze tra le classi d'età.Tutte le differenze riscontrate possono essere giustificate dalla differente lunghezza della proboscide tra le classi d'età che rappresenterebbe un limite morfofisiologico alla fonazione. Sempre in merito al ruolo delle classi d'età, è stata eseguita un'analisi discriminante che ha offerto buoni risultati solo per i GRW e i RUM (probabilità comprese tra l'83,3% eil 100%). Anche per i LRM (Parte B) è stata definita una funzione discriminante, risultata non significativa.Più in generale si è riscontrato che gli adulti producono suoni più profondi e costanti nel tempo, rispetto ai giovani, che producono suoni più acuti e variabili. Ciò è probabilmente riconducibile al differente sviluppo del corde e del condotto tra giovani e adulti. Infine, per quanto riguarda l'individualità, è stato dimostrata l'esistenza di un tratto individuale per quanto riguarda i GRW e i RUM. Per ciascuna categoria acustica sono state definite ben tre funzioni discriminati significative, costruite su parametri spettrali e capaci di attribuire correttamente l'individualità con un probabilità compresa tra il 60% e il 100% sia per i GRW che per i RUM.
Analisi acustica del repertorio vocale nell'Elefante asiatico (Elephas maximus maximus)
LA BARBA, CARMELO
2009/2010
Abstract
Questa tesi è figlia della mia collaborazione con l'Uda Walawe Elephant Research Project, in Sri Lanka e rappresenta un contributo all'estensione delle conoscenze sul repertorio vocale dell'Elefante asiatico. In particolare si è voluto concentrare il lavoro sull'analisi di quelle categorie acustiche, totalmente (GRW,RUM) o parzialmente (BRM, RRM, LRM) caratterizzate da basse frequenze. Ci si è quindi posti l'obiettivo di definire la struttura acustica di una serie di vocalizzazioni ed evidenziarne eventuali differenze, con particolare riguardo al fenomeno della risonanza. Infine si è voluto accertare se e come le vocalizzazioni in esame differiscano tra giovani e adulti e se esistano differenze tra diversi individui.L'analisi dei sedici parametri acustici rilevati e della loro varianza, oltre l'analisi delle correlazioni, ha permesso di descrivere le cinque categorie acustiche prese in esame e di evidenziarne le differenze, a conferma della loro natura di segnali effettivamente distinti. Per tre delle cinque categorie acustiche (GRW, RUM, LRM) L'analisi discriminante ha definito due funzioni discriminanti capaci di attribuire un canto alla corretta categoria acustica con un probabilità compresa tra il 75% e l'85,7 %. L'analisi delle correlazioni mostra l'esistenza di correlazioni positive tra coppie di formanti e l'assenza quasi totale di correlazioni tra frequenza fondamentale e formanti.E' stato dimostrato che le tre categorie acustiche si differenziano per quanto riguarda le relazioni tra formanti,implicando così differenze nello spazio tra le formanti. Tale differenze sono giustificabili ipotizzando una differente lunghezza del tratto vocale coinvolto nella fonazione. L'emissione dei GRW prevederebbe la massima estensione del tratto vocale, seguiti dai RUM e dai LRM (Parte B).Riguardo al ruolo della classe d'età, l'ANOVA ha mostrato molteplici differenze tra giovani e adulti. Nei GRW, gli adulti mostrano valori minori rispetto ai giovani per diversi parametri spettrali.La durata è maggiore negli adulti.I RUM, invece, non mostrano profonde differenze tra le classi di età.Per quanto riguarda, infine, i LRM, il segmento A, non mostra marcate differenze tra giovani e adulti mentre il segmento B, cioè quello a bassa frequenza, mostra maggiori differenze tra le classi d'età.Tutte le differenze riscontrate possono essere giustificate dalla differente lunghezza della proboscide tra le classi d'età che rappresenterebbe un limite morfofisiologico alla fonazione. Sempre in merito al ruolo delle classi d'età, è stata eseguita un'analisi discriminante che ha offerto buoni risultati solo per i GRW e i RUM (probabilità comprese tra l'83,3% eil 100%). Anche per i LRM (Parte B) è stata definita una funzione discriminante, risultata non significativa.Più in generale si è riscontrato che gli adulti producono suoni più profondi e costanti nel tempo, rispetto ai giovani, che producono suoni più acuti e variabili. Ciò è probabilmente riconducibile al differente sviluppo del corde e del condotto tra giovani e adulti. Infine, per quanto riguarda l'individualità, è stato dimostrata l'esistenza di un tratto individuale per quanto riguarda i GRW e i RUM. Per ciascuna categoria acustica sono state definite ben tre funzioni discriminati significative, costruite su parametri spettrali e capaci di attribuire correttamente l'individualità con un probabilità compresa tra il 60% e il 100% sia per i GRW che per i RUM.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/72305