Alla luce delle evidenze ottenute da studi decennali la salute dell'uomo è potenzialmente minacciata dall'esposizione ad un gruppo di composti chimici in grado di interferire con il sistema endocrino. Tali sostanze definite ¿Interferenti endocrini¿(IE) sono degli xenobiotici, alcuni naturalmente presenti nell'ambiente (fitoestrogeni) ed altri di origine antropica (inquinanti organici persistenti come le diossine; diversi fitofarmaci usati in agricoltura ed in zootecnia come gli insetticidi clorurati; sostanze ad uso industriale come i plasticizzanti ftalati). Sono capaci di agire sull'omeostasi degli ormoni sessuali steroidei e degli ormoni tiroidei principalmente mimandone e/o inibendone l'azione, intervenendo sulla sintesi, il trasporto, il metabolismo e l'escrezione di tali ormoni; prendono parte nella sintesi e il metabolismo dei loro recettori. Gli IE sono considerati una delle possibili cause dell'incremento di problemi riproduttivi in natura e nell'uomo e dell'aumento dell'incidenza di tumori (testicolo, seno) legati al sistema endocrino. L'esposizione agli IE può avvenire attraverso la dieta, l'utilizzo di prodotti per la cura della persona, per motivi terapeutici, in ambienti di lavoro, attraverso l'aria, l'acqua ed il suolo contaminati. Gli alimenti vegetali presenti sul mercato, in alcuni casi presentano quantità variabili di diversi fitofarmaci, parte dei quali potenzialmente in grado di agire come IE. L'obiettivo di questa tesi è stato la valutazione dell'attività estrogenica in alimenti vegetali (forniti dall'ARPA Piemonte e corredati con l'analisi relativa ai residui di fitofarmaci), tramite l'utilizzo del test di proliferazione cellulare E-screen. Le cellule di tumore mammario utilizzate per questo saggio, MCF-7 BUS, sono ricche di recettori estrogenici (RE), e quindi sensibili agli stimoli estrogenici o anti-estrogenici. Per ogni campione, reso solubile tramite estrazione aspecifica, è stato valutato l'Effetto Proliferativo (PE), il PE Relativo %, l'EC50 e la Concentrazione Equivalente di Estradiolo (EEQ). I 46 campioni vegetali (27 frutta, 19 verdure) sono risultati a norma rispettando i Limiti Massimi di Residui previsti dalla normativa; 20 campioni positivi ai residui di fitofarmaci (17 frutta, 3 verdure) contenenti 1- 4 principi attivi (concentrazioni 0.01-1.31 ppm), e 26 campioni (10 frutta, 16 verdure) privi di residui. Non è risultata significativa la differenza (t-test) tra le concentrazioni medie di residui nella frutta rispetto alla verdura. 19 campioni (41%) sono risultati proliferativi, di cui 6 verdure (32%) e 13 frutta (48%). Tali campioni erano parziali agonisti del RE tranne un agonista totale (range RPE% 5-120%). L'EC50 medio di tutti gli alimenti è risultato circa 9 ordini di grandezza inferiore rispetto al 17β-estradiolo (E2). L'EEQ medio di tutti i campioni è stato di 0.048 ± 0.018 μg/100g. Gli alimenti proliferativi sono risultati correlati con i residui di fitofarmaci (Rho di Spearman = 0.523, p = 0.022) ma non con la concentrazione di fitoestrogeni isoflavoni stimata dalla letteratura scientifica.
APPLICAZIONE DEL TEST E-SCREEN NELLA DETERMINAZIONE DELL'ATTIVITA' ESTROGENICA IN ALIMENTI VEGETALI, IN RELAZIONE AL CONTENUTO DI FITOFARMACI
MAVRIDIS, MILTIADIS
2009/2010
Abstract
Alla luce delle evidenze ottenute da studi decennali la salute dell'uomo è potenzialmente minacciata dall'esposizione ad un gruppo di composti chimici in grado di interferire con il sistema endocrino. Tali sostanze definite ¿Interferenti endocrini¿(IE) sono degli xenobiotici, alcuni naturalmente presenti nell'ambiente (fitoestrogeni) ed altri di origine antropica (inquinanti organici persistenti come le diossine; diversi fitofarmaci usati in agricoltura ed in zootecnia come gli insetticidi clorurati; sostanze ad uso industriale come i plasticizzanti ftalati). Sono capaci di agire sull'omeostasi degli ormoni sessuali steroidei e degli ormoni tiroidei principalmente mimandone e/o inibendone l'azione, intervenendo sulla sintesi, il trasporto, il metabolismo e l'escrezione di tali ormoni; prendono parte nella sintesi e il metabolismo dei loro recettori. Gli IE sono considerati una delle possibili cause dell'incremento di problemi riproduttivi in natura e nell'uomo e dell'aumento dell'incidenza di tumori (testicolo, seno) legati al sistema endocrino. L'esposizione agli IE può avvenire attraverso la dieta, l'utilizzo di prodotti per la cura della persona, per motivi terapeutici, in ambienti di lavoro, attraverso l'aria, l'acqua ed il suolo contaminati. Gli alimenti vegetali presenti sul mercato, in alcuni casi presentano quantità variabili di diversi fitofarmaci, parte dei quali potenzialmente in grado di agire come IE. L'obiettivo di questa tesi è stato la valutazione dell'attività estrogenica in alimenti vegetali (forniti dall'ARPA Piemonte e corredati con l'analisi relativa ai residui di fitofarmaci), tramite l'utilizzo del test di proliferazione cellulare E-screen. Le cellule di tumore mammario utilizzate per questo saggio, MCF-7 BUS, sono ricche di recettori estrogenici (RE), e quindi sensibili agli stimoli estrogenici o anti-estrogenici. Per ogni campione, reso solubile tramite estrazione aspecifica, è stato valutato l'Effetto Proliferativo (PE), il PE Relativo %, l'EC50 e la Concentrazione Equivalente di Estradiolo (EEQ). I 46 campioni vegetali (27 frutta, 19 verdure) sono risultati a norma rispettando i Limiti Massimi di Residui previsti dalla normativa; 20 campioni positivi ai residui di fitofarmaci (17 frutta, 3 verdure) contenenti 1- 4 principi attivi (concentrazioni 0.01-1.31 ppm), e 26 campioni (10 frutta, 16 verdure) privi di residui. Non è risultata significativa la differenza (t-test) tra le concentrazioni medie di residui nella frutta rispetto alla verdura. 19 campioni (41%) sono risultati proliferativi, di cui 6 verdure (32%) e 13 frutta (48%). Tali campioni erano parziali agonisti del RE tranne un agonista totale (range RPE% 5-120%). L'EC50 medio di tutti gli alimenti è risultato circa 9 ordini di grandezza inferiore rispetto al 17β-estradiolo (E2). L'EEQ medio di tutti i campioni è stato di 0.048 ± 0.018 μg/100g. Gli alimenti proliferativi sono risultati correlati con i residui di fitofarmaci (Rho di Spearman = 0.523, p = 0.022) ma non con la concentrazione di fitoestrogeni isoflavoni stimata dalla letteratura scientifica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/72231