In questa tesi viene esaminata la vita di Ariodante Fabretti (1816-1894). Egli ebbe una parte di rilievo nell'Italia ottocentesca sia sul versante politico che su quello culturale, partecipando alle azioni cospirative, alle assemblee parlamentari, scrivendo opere importanti in campo storico e archeologico ed, infine, fu elemento di spicco nell'ambito massonico e filantropico torinese. Lo studio ha cercato di fornire, per la prima volta, un ritratto completo di questa figura, analizzandone le diverse sfaccettature e campi d'azione. La tesi è strutturata in sei capitoli, all'interno dei quali si dipana la biografia di Fabretti. I primi tre analizzano la sua `giovinezza' e si concludono con l'unità d'Italia. Le virgolette sono d'obbligo, poiché nel 1861 egli aveva 45 anni, un'età che definire giovanile è, a dir poco, improprio. Si è usata questa periodizzazione perché, di fatto, l'istituzione del Regno d'Italia funse da cesura tra gli ardori giovanili e la maturità ¿ maturità intesa come responsabilizzazione e istituzionalizzazione. Nel primo capitolo si sottolinea come nacque in lui vivo interesse verso gli studi storici, in particolar modo archeologici, ed una precoce passione politica, elementi che lo portarono a battersi per una maggiore libertà e lo svecchiamento dello Stato pontificio. Nel secondo capitolo ci siamo focalizzati sulla Repubblica romana, il più importante e radicale esperimento di un governo repubblicano all'interno dell'Italia. Egli, nel gennaio 1849, dopo la fuga di papa Pio IX da Roma, fu eletto all'Assemblea costituente, ottenendo la carica di segretario. Con tale funzione appose la sua firma all'atto che dichiarava decaduto il potere temporale del Papa. Nel terzo capitolo si narra come, conclusasi l'esperienza romana e costretto all'esilio, egli si recò a Torino, destinata a diventare la sua patria di elezione. Qui continuò i suoi studi e si dedicò alla stesura di un glossario comprendente tutte le voci degli antichi idiomi italici. Inoltre si prodigò per alleviare le sofferenze degli altri esuli entrando nella Società dell'Emigrazione Italiana. A seguito dell'unificazione italiana si aprì per Fabretti uno spazio di manovra in cui ai successi personali ¿ con importanti riconoscimenti accademici ¿ si unì una carriera amministrativa di tutto rispetto che lo vide alla guida di numerosi enti, quali il Museo di Antichità di Torino. Senza contare l'impegno profuso nella vita politica ¿ perugina e torinese - e nel campo della filantropia. Data la difficoltà in cui si sarebbe incorsi nel seguire tali vicende in parallelo (si sarebbe solamente creata confusione dato l'assommarsi di eventi più o meno contemporanei) si è preferito suddividere i vari aspetti. Il quarto capitolo si focalizza sulla sua vita accademica e professionale, con l'importante nomina ad insegnante di Archeologia (1860), cattedra appena costituita presso l'Ateneo torinese, ed uno spoglio delle sue numerose pubblicazioni scientifiche. Il quinto capitolo è dedicato ai suoi innumerevoli tentativi di essere eletto nei collegi umbri per il Parlamento (realizzatosi solamente nel 1876) e la sua successiva carriera politica in ambito torinese. Il sesto capitolo, infine, si sofferma sul suo impegno massonico e sulla sua attività in ambito filantropico. Nel 1883, infatti, Fabretti divenne presidente della neonata Società per la Cremazione di Torino. L'affidamento della presidenza ne rappresentò l'ennesima consacrazione del libero pensatore e prestigioso accademico.
ARIODANTE FABRETTI: UN LAICO TRA IMPEGNO POLITICO-SOCIALE E RICERCA SCIENTIFICA
XOCCATO, DEMETRIO
2009/2010
Abstract
In questa tesi viene esaminata la vita di Ariodante Fabretti (1816-1894). Egli ebbe una parte di rilievo nell'Italia ottocentesca sia sul versante politico che su quello culturale, partecipando alle azioni cospirative, alle assemblee parlamentari, scrivendo opere importanti in campo storico e archeologico ed, infine, fu elemento di spicco nell'ambito massonico e filantropico torinese. Lo studio ha cercato di fornire, per la prima volta, un ritratto completo di questa figura, analizzandone le diverse sfaccettature e campi d'azione. La tesi è strutturata in sei capitoli, all'interno dei quali si dipana la biografia di Fabretti. I primi tre analizzano la sua `giovinezza' e si concludono con l'unità d'Italia. Le virgolette sono d'obbligo, poiché nel 1861 egli aveva 45 anni, un'età che definire giovanile è, a dir poco, improprio. Si è usata questa periodizzazione perché, di fatto, l'istituzione del Regno d'Italia funse da cesura tra gli ardori giovanili e la maturità ¿ maturità intesa come responsabilizzazione e istituzionalizzazione. Nel primo capitolo si sottolinea come nacque in lui vivo interesse verso gli studi storici, in particolar modo archeologici, ed una precoce passione politica, elementi che lo portarono a battersi per una maggiore libertà e lo svecchiamento dello Stato pontificio. Nel secondo capitolo ci siamo focalizzati sulla Repubblica romana, il più importante e radicale esperimento di un governo repubblicano all'interno dell'Italia. Egli, nel gennaio 1849, dopo la fuga di papa Pio IX da Roma, fu eletto all'Assemblea costituente, ottenendo la carica di segretario. Con tale funzione appose la sua firma all'atto che dichiarava decaduto il potere temporale del Papa. Nel terzo capitolo si narra come, conclusasi l'esperienza romana e costretto all'esilio, egli si recò a Torino, destinata a diventare la sua patria di elezione. Qui continuò i suoi studi e si dedicò alla stesura di un glossario comprendente tutte le voci degli antichi idiomi italici. Inoltre si prodigò per alleviare le sofferenze degli altri esuli entrando nella Società dell'Emigrazione Italiana. A seguito dell'unificazione italiana si aprì per Fabretti uno spazio di manovra in cui ai successi personali ¿ con importanti riconoscimenti accademici ¿ si unì una carriera amministrativa di tutto rispetto che lo vide alla guida di numerosi enti, quali il Museo di Antichità di Torino. Senza contare l'impegno profuso nella vita politica ¿ perugina e torinese - e nel campo della filantropia. Data la difficoltà in cui si sarebbe incorsi nel seguire tali vicende in parallelo (si sarebbe solamente creata confusione dato l'assommarsi di eventi più o meno contemporanei) si è preferito suddividere i vari aspetti. Il quarto capitolo si focalizza sulla sua vita accademica e professionale, con l'importante nomina ad insegnante di Archeologia (1860), cattedra appena costituita presso l'Ateneo torinese, ed uno spoglio delle sue numerose pubblicazioni scientifiche. Il quinto capitolo è dedicato ai suoi innumerevoli tentativi di essere eletto nei collegi umbri per il Parlamento (realizzatosi solamente nel 1876) e la sua successiva carriera politica in ambito torinese. Il sesto capitolo, infine, si sofferma sul suo impegno massonico e sulla sua attività in ambito filantropico. Nel 1883, infatti, Fabretti divenne presidente della neonata Società per la Cremazione di Torino. L'affidamento della presidenza ne rappresentò l'ennesima consacrazione del libero pensatore e prestigioso accademico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/72168