Il Parlamento, con la Legge n. 186 del 15 dicembre 2014 ha recentemente approvato il nuovo delitto di autoriciclaggio, mediante l'introduzione di una specifica norma penale incriminatrice ovvero l'art. 648-ter. 1 del codice penale. Nel primo capitolo di questo elaborato, si è cercato di evidenziare il lungo e tortuoso iter legislativo che ha portato il Legislatore ad introdurre tale fattispecie nel nostro codice penale: a tal fine si è ritenuto indispensabile procedere alla ricostruzione di quello che, da sempre, secondo la dottrina e la giurisprudenza, veniva considerato il più grande ostacolo all'incriminazione delle condotte di autoriciclaggio, ovvero la clausola di riserva posta, tuttora, in incipit dell'art. 648-bis e 648-ter. che permetteva di sanzionare le condotte di riciclaggio soltanto ¿fuori dei casi di concorso nel reato¿ presupposto. Nel secondo capitolo, si è ritenuto di dover ampiamente esaminare la fattispecie criminosa dal punto di vista sostanziale, affrontando, dunque, gli elementi costitutivi del reato, tra i quali, il soggetto attivo, le condotte punibili, il reato presupposto, l'oggetto materiale della condotta, il momento consumativo, i profili intertemporali ed il regime sanzionatorio. Nel terzo capitolo, si è proceduto ad analizzare le principali questioni in tema di reato presupposto, concentrandoci soprattutto sulla tematica del concorso di persone nel reato e soprattutto ci si è interrogati sulla possibilità di inserire i reati tributari tra i reati presupposto dell'autoriciclaggio. Infine, senza alcuna pretesa di completezza, nella seconda parte di tale elaborato, si è ritenuto di dover indagare sulle ragioni che hanno condotto il Legislatore alla responsabilizzazione dell'ente per i reati commessi da soggetti ad esso intranei, approfondendo, dunque, i caratteri fondamentali del d.lgs 231\2001. A tal riguardo ci si è interrogati sulle possibili relazioni che possono intercorrere tra il reato di autoriciclaggio e la responsabilità degli enti, a causa dell'inserimento della fattispecie suddetta tra i reati presupposto della responsabilità della societas ex art. 25-octies del d.lgs. 231\2001. In particolare si è certato di analizzare e formulare soluzioni ¿giuridicamente sostenibili¿ a vari interrogativi che la dottrina si è posta in materia: innanzitutto ci si è chiesti, al fine di individuare o meno la responsabilità dell'ente, se i reati-fonte dell'autoriciclaggio debbano necessariamente appartenere al catalogo ¿chiuso¿ dei reati presupposto dello stesso d.lgs. 231\2001, oppure se i reati-fonte, idonei ad innescare la responsabilità dei soggetti collettivi, possano consistere più in generale in un ¿qualsiasi delitto non colposo¿, anche estraneo al catalogo suddetto. Ulteriore ed importante questione, riguarda l'identità soggettiva tra autore del reato-fonte e condotta di autoriciclaggio : in particolare non è chiaro se l'ente possa rispondere di autoriciclaggio solo quando il reato-base e la condotta autoriciclativa siano posti in essere dalla medesima persona fisica oppure se, fermo restando il vantaggio e l'interesse dell'ente, l'identità della stessa persona fisica non sia essenziale per la configurazione dell'autoriciclaggio. Altro interrogativo a cui si è cercato di rispondere è stato quello riguardante il criterio ascrittivo di tipo oggettivo ¿dell'interesse o vantaggio dell'ente¿: in particolare ci si è chiesti se questo debba essere accertato anche rispetto al delitto presupposto oppure, se sia sufficiente che questo sia riscontrato solo nei confronti del delitto di autoriciclaggio. Infine, ci si è interrogati sulla possibilità di applicare agli enti la clausola di cui al comma 4 dell'art. 648-ter.1, in virtù della quale non è punibile l'autore del reato di autoriciclaggio che abbia destinato le utilità alla ¿mera utilizzazione o al godimento personale¿.

Autoriciclaggio e responsabilità degli enti collettivi

PERGOLA, ALESSIO
2015/2016

Abstract

Il Parlamento, con la Legge n. 186 del 15 dicembre 2014 ha recentemente approvato il nuovo delitto di autoriciclaggio, mediante l'introduzione di una specifica norma penale incriminatrice ovvero l'art. 648-ter. 1 del codice penale. Nel primo capitolo di questo elaborato, si è cercato di evidenziare il lungo e tortuoso iter legislativo che ha portato il Legislatore ad introdurre tale fattispecie nel nostro codice penale: a tal fine si è ritenuto indispensabile procedere alla ricostruzione di quello che, da sempre, secondo la dottrina e la giurisprudenza, veniva considerato il più grande ostacolo all'incriminazione delle condotte di autoriciclaggio, ovvero la clausola di riserva posta, tuttora, in incipit dell'art. 648-bis e 648-ter. che permetteva di sanzionare le condotte di riciclaggio soltanto ¿fuori dei casi di concorso nel reato¿ presupposto. Nel secondo capitolo, si è ritenuto di dover ampiamente esaminare la fattispecie criminosa dal punto di vista sostanziale, affrontando, dunque, gli elementi costitutivi del reato, tra i quali, il soggetto attivo, le condotte punibili, il reato presupposto, l'oggetto materiale della condotta, il momento consumativo, i profili intertemporali ed il regime sanzionatorio. Nel terzo capitolo, si è proceduto ad analizzare le principali questioni in tema di reato presupposto, concentrandoci soprattutto sulla tematica del concorso di persone nel reato e soprattutto ci si è interrogati sulla possibilità di inserire i reati tributari tra i reati presupposto dell'autoriciclaggio. Infine, senza alcuna pretesa di completezza, nella seconda parte di tale elaborato, si è ritenuto di dover indagare sulle ragioni che hanno condotto il Legislatore alla responsabilizzazione dell'ente per i reati commessi da soggetti ad esso intranei, approfondendo, dunque, i caratteri fondamentali del d.lgs 231\2001. A tal riguardo ci si è interrogati sulle possibili relazioni che possono intercorrere tra il reato di autoriciclaggio e la responsabilità degli enti, a causa dell'inserimento della fattispecie suddetta tra i reati presupposto della responsabilità della societas ex art. 25-octies del d.lgs. 231\2001. In particolare si è certato di analizzare e formulare soluzioni ¿giuridicamente sostenibili¿ a vari interrogativi che la dottrina si è posta in materia: innanzitutto ci si è chiesti, al fine di individuare o meno la responsabilità dell'ente, se i reati-fonte dell'autoriciclaggio debbano necessariamente appartenere al catalogo ¿chiuso¿ dei reati presupposto dello stesso d.lgs. 231\2001, oppure se i reati-fonte, idonei ad innescare la responsabilità dei soggetti collettivi, possano consistere più in generale in un ¿qualsiasi delitto non colposo¿, anche estraneo al catalogo suddetto. Ulteriore ed importante questione, riguarda l'identità soggettiva tra autore del reato-fonte e condotta di autoriciclaggio : in particolare non è chiaro se l'ente possa rispondere di autoriciclaggio solo quando il reato-base e la condotta autoriciclativa siano posti in essere dalla medesima persona fisica oppure se, fermo restando il vantaggio e l'interesse dell'ente, l'identità della stessa persona fisica non sia essenziale per la configurazione dell'autoriciclaggio. Altro interrogativo a cui si è cercato di rispondere è stato quello riguardante il criterio ascrittivo di tipo oggettivo ¿dell'interesse o vantaggio dell'ente¿: in particolare ci si è chiesti se questo debba essere accertato anche rispetto al delitto presupposto oppure, se sia sufficiente che questo sia riscontrato solo nei confronti del delitto di autoriciclaggio. Infine, ci si è interrogati sulla possibilità di applicare agli enti la clausola di cui al comma 4 dell'art. 648-ter.1, in virtù della quale non è punibile l'autore del reato di autoriciclaggio che abbia destinato le utilità alla ¿mera utilizzazione o al godimento personale¿.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
745561_tesi_alessio_pergola_745561.pdf.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 2.29 MB
Formato Adobe PDF
2.29 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/72145