The bodily self-recognition is a complex and plastic phenomenon resulting from the interaction of multiple factors, including the body image. Previous studies on neurological and psychiatric disorders have shown how body image perception can be distorted. Nonetheless, some studies highlighted the presence of distortions in body image perception also in healthy individuals. The present study aims to investigate whether body misperception modules the mechanism of bodily-self recognition. To this aim, a self-advantage paradigm was employed, that usually describes better performance and specific electrophysiological responses when discriminating one’s own effectors from those of others. In the present study, we used thighs as body parts, because of their salience in the topic of body misperception. The experimental study consists of three experiments that share the same paradigm, composed of two tasks: i) body-size estimation task, in which participants had to modify the image of their thighs to achieve their perceived size; ii) self-advantage task, in which participants were presented with pairs of thighs, that could belong either to themselves or to a stranger, and they had to report whether the two images were the same or different as accurately and fast as possible. The self-advantage task was performed in two scenarios: in the Real scenario the participant’ image was presented in the actual size and in the Perceived scenario the participant’ image was presented in the perceived size. 50 healthy women were recruited for experiment 1; 20 healthy women with medium-high levels of body misperception took part in experiment 2, and the electroencephalogram was recorded during the self-advantage task; the experiment 3 involved 32 patients with Eating Disorders (ED). Interestingly, experiment 1 showed that even healthy subjects can exhibit medium-high levels of body misperception. Results of the self-advantage task showed that at low levels of body misperception self-advantage was present in both scenarios (Real and Perceived), but as the level of misperception increased participants exhibited the self-advantage effect only in the Perceived scenario. The electrophysiological data of experiment 2 confirmed those of experiment 1: the participants, all with medium-high levels of body misperception showed the electrophysiological signature of self-advantage only in the Perceived scenario and not in the Real one. Patients with ED showed significantly higher levels of body misperception than healthy subjects. The results of the self-advantage task showed that in ED patients self-advantage was present in both scenarios at low levels of body misperception, while at increasing levels it disappeared, showing a lack of body self-recognition irrespective of whether they were presented with images with the real or perceived size. These results compellingly suggest that body self-recognition is modulated by the perception of one’s own body image and that, when there are high levels of body misperception that cause a discrepancy between real and perceived body image, individuals recognize themselves in what they perceive to be their own body rather that in its actual image.

Il riconoscimento del sé corporeo è un fenomeno complesso e plastico, risultante dall’interazione di più fattori, tra cui la percezione della propria immagine corporea. Studi precedenti hanno dimostrato come l’immagine corporea possa essere percepita in modo distorto sia in patologie neurologiche e psichiatriche, sia in individui clinicamente sani. Il presente studio si propone indagare se la dispercezione corporea moduli il meccanismo di riconoscimento del Sé corporeo. A tal fine è stato impiegato un paradigma di Self-Advantage, che prevede una performance migliore e risposte elettrofisiologiche specifiche quando si discriminano i propri effettori da effettori altrui. Nel presente studio sono state impiegate le cosce come parte del corpo, in quanto salienti in tema di dispercezione corporea. Lo studio sperimentale si compone di tre esperimenti, che condividono lo stesso paradigma composto di due task: i) task di stima delle dimensioni corporee, in cui i soggetti dovevano modificare l’immagine delle proprie cosce per raggiungere la loro percezione; ii) self-advantage, in cui alle partecipanti venivano presentate in immagini di gambe a coppie che potevano appartenere a loro stesse o ad un estraneo e il loro compito era di riferire se le due immagini fossero uguali oppure diverse il più accuratamente e velocemente possibile. Il compito di self-advantage è stato svolto in due scenari: nello scenario Reale l’immagine delle partecipanti veniva presentata nelle dimensioni reali; nello scenario Percepito l’immagine delle partecipanti veniva presentata nelle dimensioni percepite. Nell’esperimento 1 sono state reclutate 50 donne sane; all’esperimento 2 hanno preso parte 20 donne sane con livelli di dispercezione corporea medio-alti e durante il task di self-advantage è stato registrato l’elettroencefalogramma; l’esperimento 3 ha coinvolto 32 pazienti con Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA). L’esperimento 1 ha evidenziato in modo interessante che anche soggetti sani possono presentare livelli di dispercezione corporea medio-alti. I risultati del task di self-advantage hanno mostrato che a bassi livelli di dispercezione corporea il self advantage era presente in entrambi gli scenari (Reale e Percepito), mentre all’aumentare del livello di dispercezione era presente solo nello scenario Percepito. I dati elettrofisiologici dell’esperimento 2 hanno confermato quelli dell’esperimento 1: le partecipanti, tutte con livelli di dispercezione medio-alti, hanno mostrato la presenza di self-advantage da un punto di vista elettrofisiologico solo nello scenario percepito e non in quello reale, Le pazienti con DNA hanno mostrato livelli di dispercezione corporea significativamente più elevati dei soggetti sani. I risultati del task di self-advantage mostrano che, in queste pazienti, il self-advantage era presente in entrambi gli scenari a bassi livelli di dispercezione, mentre all’aumentare di tale livello scompariva, mostrando un’assenza di riconoscimento del Sé corporeo indipendentemente dal fatto che venissero presentate immagini della dimensione reale o percepita. Tali risultati suggeriscono che il riconoscimento del sé corporeo sia modulato dalla percezione della propria immagine corporea e che, quando vi sono livelli di dispercezione corporea elevati che comportano una discrepanza tra immagine reale e immagine percepita, gli individui si riconoscono in ciò che percepiscono essere il proprio corpo piuttosto che nell’immagine reale di esso.

La percezione distorta dell'immagine corporea modula il riconoscimento del sé corporeo: uno studio comportamentale ed elettrofisiologico

GIANNELLA, GAIA
2023/2024

Abstract

Il riconoscimento del sé corporeo è un fenomeno complesso e plastico, risultante dall’interazione di più fattori, tra cui la percezione della propria immagine corporea. Studi precedenti hanno dimostrato come l’immagine corporea possa essere percepita in modo distorto sia in patologie neurologiche e psichiatriche, sia in individui clinicamente sani. Il presente studio si propone indagare se la dispercezione corporea moduli il meccanismo di riconoscimento del Sé corporeo. A tal fine è stato impiegato un paradigma di Self-Advantage, che prevede una performance migliore e risposte elettrofisiologiche specifiche quando si discriminano i propri effettori da effettori altrui. Nel presente studio sono state impiegate le cosce come parte del corpo, in quanto salienti in tema di dispercezione corporea. Lo studio sperimentale si compone di tre esperimenti, che condividono lo stesso paradigma composto di due task: i) task di stima delle dimensioni corporee, in cui i soggetti dovevano modificare l’immagine delle proprie cosce per raggiungere la loro percezione; ii) self-advantage, in cui alle partecipanti venivano presentate in immagini di gambe a coppie che potevano appartenere a loro stesse o ad un estraneo e il loro compito era di riferire se le due immagini fossero uguali oppure diverse il più accuratamente e velocemente possibile. Il compito di self-advantage è stato svolto in due scenari: nello scenario Reale l’immagine delle partecipanti veniva presentata nelle dimensioni reali; nello scenario Percepito l’immagine delle partecipanti veniva presentata nelle dimensioni percepite. Nell’esperimento 1 sono state reclutate 50 donne sane; all’esperimento 2 hanno preso parte 20 donne sane con livelli di dispercezione corporea medio-alti e durante il task di self-advantage è stato registrato l’elettroencefalogramma; l’esperimento 3 ha coinvolto 32 pazienti con Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA). L’esperimento 1 ha evidenziato in modo interessante che anche soggetti sani possono presentare livelli di dispercezione corporea medio-alti. I risultati del task di self-advantage hanno mostrato che a bassi livelli di dispercezione corporea il self advantage era presente in entrambi gli scenari (Reale e Percepito), mentre all’aumentare del livello di dispercezione era presente solo nello scenario Percepito. I dati elettrofisiologici dell’esperimento 2 hanno confermato quelli dell’esperimento 1: le partecipanti, tutte con livelli di dispercezione medio-alti, hanno mostrato la presenza di self-advantage da un punto di vista elettrofisiologico solo nello scenario percepito e non in quello reale, Le pazienti con DNA hanno mostrato livelli di dispercezione corporea significativamente più elevati dei soggetti sani. I risultati del task di self-advantage mostrano che, in queste pazienti, il self-advantage era presente in entrambi gli scenari a bassi livelli di dispercezione, mentre all’aumentare di tale livello scompariva, mostrando un’assenza di riconoscimento del Sé corporeo indipendentemente dal fatto che venissero presentate immagini della dimensione reale o percepita. Tali risultati suggeriscono che il riconoscimento del sé corporeo sia modulato dalla percezione della propria immagine corporea e che, quando vi sono livelli di dispercezione corporea elevati che comportano una discrepanza tra immagine reale e immagine percepita, gli individui si riconoscono in ciò che percepiscono essere il proprio corpo piuttosto che nell’immagine reale di esso.
Dysmorphic perception of the body image modulates self-identity recognition: a behavioral and electrophysiological study
The bodily self-recognition is a complex and plastic phenomenon resulting from the interaction of multiple factors, including the body image. Previous studies on neurological and psychiatric disorders have shown how body image perception can be distorted. Nonetheless, some studies highlighted the presence of distortions in body image perception also in healthy individuals. The present study aims to investigate whether body misperception modules the mechanism of bodily-self recognition. To this aim, a self-advantage paradigm was employed, that usually describes better performance and specific electrophysiological responses when discriminating one’s own effectors from those of others. In the present study, we used thighs as body parts, because of their salience in the topic of body misperception. The experimental study consists of three experiments that share the same paradigm, composed of two tasks: i) body-size estimation task, in which participants had to modify the image of their thighs to achieve their perceived size; ii) self-advantage task, in which participants were presented with pairs of thighs, that could belong either to themselves or to a stranger, and they had to report whether the two images were the same or different as accurately and fast as possible. The self-advantage task was performed in two scenarios: in the Real scenario the participant’ image was presented in the actual size and in the Perceived scenario the participant’ image was presented in the perceived size. 50 healthy women were recruited for experiment 1; 20 healthy women with medium-high levels of body misperception took part in experiment 2, and the electroencephalogram was recorded during the self-advantage task; the experiment 3 involved 32 patients with Eating Disorders (ED). Interestingly, experiment 1 showed that even healthy subjects can exhibit medium-high levels of body misperception. Results of the self-advantage task showed that at low levels of body misperception self-advantage was present in both scenarios (Real and Perceived), but as the level of misperception increased participants exhibited the self-advantage effect only in the Perceived scenario. The electrophysiological data of experiment 2 confirmed those of experiment 1: the participants, all with medium-high levels of body misperception showed the electrophysiological signature of self-advantage only in the Perceived scenario and not in the Real one. Patients with ED showed significantly higher levels of body misperception than healthy subjects. The results of the self-advantage task showed that in ED patients self-advantage was present in both scenarios at low levels of body misperception, while at increasing levels it disappeared, showing a lack of body self-recognition irrespective of whether they were presented with images with the real or perceived size. These results compellingly suggest that body self-recognition is modulated by the perception of one’s own body image and that, when there are high levels of body misperception that cause a discrepancy between real and perceived body image, individuals recognize themselves in what they perceive to be their own body rather that in its actual image.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/7200