ABSTRACT La parvovirosi è una patologia assai temuta negli allevamenti di cani per le sue caratteristiche di elevata mortalità e forte contagiosità. L'agente eziologico è il Parvovirus canino di tipo 2 (CPV-2), un virus a DNA privo di 'envelope' e dalle dimensioni molto piccole. Si tratta di un patogeno in rapida e continua evoluzione ed infatti diverse varianti antigeniche (CPV-2a, CPV-2b and CPV-2c) hanno sostituito completamente il tipo 2. È un virus dotato di grande resistenza nell'ambiente ed agli agenti disinfettanti. La vaccinazione dei cani con vaccini vivi attenuati fornisce un metodo di protezione efficace dalla malattia. Le nuove linee guida indicano che sia sufficiente vaccinare i cani ogni tre anni per avere la garanzia della copertura anticorpale. Il nostro lavoro si è posto l'obiettivo di verificare l'immunità di massa nei confronti di CPV-2 in una popolazione di cani di allevamento e di valutare l'andamento del livello di anticorpi a tempi diversi dalla vaccinazione. Si sono individuati 33 allevamenti di cani, distribuiti nelle varie province del Piemonte. Sono stati testati 370 soggetti, 257 femmine e 113 maschi. Da ciascun animale è stato prelevato un campione di sangue, su cui si è stato misurato il titolo anticorpale anti CPV-2 mediante un test immunoenzimatico indiretto. Per ogni animale si sono calcolati i mesi trascorsi dall'ultima vaccinazione e, in base a questi, si sono formate 5 classi: <12mesi; 13-24 mesi; 25-36 mesi; 37-48 mesi; e >49 mesi. La correlazione tra i mesi trascorsi dall'ultima vaccinazione e il titolo anticorpale è stata calcolata mediante il test di Spearman. I titoli di anticorpi per ogni classe sono stati confrontati usando il test Kruskal-Wallis, seguito dal post test di Dunn. Abbiamo potuto evidenziare una correlazione negativa tra il titolo di anticorpi ed i mesi trascorsi dall'ultima vaccinazione. Il tempo influenza in modo significativo il livello di anticorpi, con valori sovrapponibili nei primi tre anni successivi alla vaccinazione. Dopo i tre anni si ha un calo di anticorpi, molto soggettivo, anche se la maggioranza dei cani possiede ancora livelli protettivi. A partire da 49 mesi dopo l'ultima vaccinazione la percentuale di soggetti 'non protetti' raggiunge un valore intorno a 11%. L'immunità di massa della popolazione studiata è risultata soddisfacente. Abbiamo però individuato 5 soggetti che, pur vaccinati recentemente, presentavano valori anticorpali non protettivi. È possibile che si tratti di soggetti che geneticamente non rispondono alla vaccinazione. Nonostante abbiamo studiato una popolazione di cani di allevamento, quattro soggetti risultavano non essere stati mai vaccinati. I nostri dati confermano che la vaccinazione per CPV-2 può essere eseguita ogni tre anni, ma sarebbe opportuno valutare il titolo anticorpale di ciascun soggetto, mediante test commerciali rapidi, di immediata lettura, per individuare i soggetti non protetti, soprattutto in condizioni di allevamento, data la gravità e la pericolosità della malattia.
INDAGINE SIEROLOGICA SULL'IMMUNITA' AL PARVOVIRUS CANINO NEGLI ALLEVAMENTI DI CANI IN PIEMONTE
BUSSO, ELISA
2018/2019
Abstract
ABSTRACT La parvovirosi è una patologia assai temuta negli allevamenti di cani per le sue caratteristiche di elevata mortalità e forte contagiosità. L'agente eziologico è il Parvovirus canino di tipo 2 (CPV-2), un virus a DNA privo di 'envelope' e dalle dimensioni molto piccole. Si tratta di un patogeno in rapida e continua evoluzione ed infatti diverse varianti antigeniche (CPV-2a, CPV-2b and CPV-2c) hanno sostituito completamente il tipo 2. È un virus dotato di grande resistenza nell'ambiente ed agli agenti disinfettanti. La vaccinazione dei cani con vaccini vivi attenuati fornisce un metodo di protezione efficace dalla malattia. Le nuove linee guida indicano che sia sufficiente vaccinare i cani ogni tre anni per avere la garanzia della copertura anticorpale. Il nostro lavoro si è posto l'obiettivo di verificare l'immunità di massa nei confronti di CPV-2 in una popolazione di cani di allevamento e di valutare l'andamento del livello di anticorpi a tempi diversi dalla vaccinazione. Si sono individuati 33 allevamenti di cani, distribuiti nelle varie province del Piemonte. Sono stati testati 370 soggetti, 257 femmine e 113 maschi. Da ciascun animale è stato prelevato un campione di sangue, su cui si è stato misurato il titolo anticorpale anti CPV-2 mediante un test immunoenzimatico indiretto. Per ogni animale si sono calcolati i mesi trascorsi dall'ultima vaccinazione e, in base a questi, si sono formate 5 classi: <12mesi; 13-24 mesi; 25-36 mesi; 37-48 mesi; e >49 mesi. La correlazione tra i mesi trascorsi dall'ultima vaccinazione e il titolo anticorpale è stata calcolata mediante il test di Spearman. I titoli di anticorpi per ogni classe sono stati confrontati usando il test Kruskal-Wallis, seguito dal post test di Dunn. Abbiamo potuto evidenziare una correlazione negativa tra il titolo di anticorpi ed i mesi trascorsi dall'ultima vaccinazione. Il tempo influenza in modo significativo il livello di anticorpi, con valori sovrapponibili nei primi tre anni successivi alla vaccinazione. Dopo i tre anni si ha un calo di anticorpi, molto soggettivo, anche se la maggioranza dei cani possiede ancora livelli protettivi. A partire da 49 mesi dopo l'ultima vaccinazione la percentuale di soggetti 'non protetti' raggiunge un valore intorno a 11%. L'immunità di massa della popolazione studiata è risultata soddisfacente. Abbiamo però individuato 5 soggetti che, pur vaccinati recentemente, presentavano valori anticorpali non protettivi. È possibile che si tratti di soggetti che geneticamente non rispondono alla vaccinazione. Nonostante abbiamo studiato una popolazione di cani di allevamento, quattro soggetti risultavano non essere stati mai vaccinati. I nostri dati confermano che la vaccinazione per CPV-2 può essere eseguita ogni tre anni, ma sarebbe opportuno valutare il titolo anticorpale di ciascun soggetto, mediante test commerciali rapidi, di immediata lettura, per individuare i soggetti non protetti, soprattutto in condizioni di allevamento, data la gravità e la pericolosità della malattia.File | Dimensione | Formato | |
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