According to the World Alzheimer's Report 2022, over 55 million people worldwide are living with dementia, with forecasts reaching 78 million by 2030 and 139 million by 2050. Alzheimer's disease (AD) ‒ a chronic progressive neurodegenerative disease, characterized by the deterioration of cognitive abilities and memory loss, with detrimental effects on patients' quality of life ‒ is the most common cause of dementia. Current pharmacological treatments are only effective in relieving symptoms, do not cure or prevent the disease, have multiple side effects and high cost: there is therefore a need to explore new therapeutic candidates that overcome these limits. The neuroprotective properties of the Curcuma longa and curcuminoids ‒ the active molecules obtained from the dried rhizomes of this plant belonging to the Zingiberaceae family ‒ have been studied for some time given the lower incidence of AD in Asia, where there is a high consumption of C. longa, as a spice, in curry. Curcuminoids can potentially offer neuroprotective benefits through various mechanisms: anti-inflammatory activity and modulation of microglial cells, antioxidant activity, reduction of mitochondrial dysfunction, metal chelation, reduction of senile amyloid-beta plaques and neurofibrillary tangles of tau protein, inhibition of specific enzymes (including acetylcholinesterase, beta-secretase, glycogen synthase kinase 3 beta), reduction of cholesterol levels and regulation of the insulin signaling pathway. However, the use of curcuminoids as therapeutic agents in humans is hindered by chemical instability, low solubility in water, photosensitivity, but above all from low bioavailability (poor absorption, extensive metabolism, rapid elimination). Curcumin analogues, complexation with cyclodextrins, combination with adjuvants and nanoformulations are the most studied strategies to increase the bioavailability of these polyphenolic compounds. The positive results emerged in preclinical studies, that highlighted the ability of C. longa to stabilize/prevent cognitive decline in AD, have yet to be confirmed in clinical studies, which support preclinical results but are limited in number and with not always consistent results. Therefore, further studies on the neuroprotective potential of curcuminoids in humans are needed, in order to identify the optimal posology and potential interactions with drugs and foods, improve their bioavailability, obtain comparative data between the various formulations and establish which could be better in prevention and in the treatment of AD.
Secondo il Rapporto Mondiale Alzheimer 2022 oltre 55 milioni di persone nel mondo convivono con la demenza, con previsioni che raggiungono i 78 milioni entro il 2030 ed i 139 milioni entro il 2050. La malattia di Alzheimer (AD) – una malattia neurodegenerativa cronica progressiva, caratterizzata dal deterioramento delle capacità cognitive e perdita di memoria, con effetti dannosi sulla qualità della vita dei pazienti ‒ è la causa più comune di demenza. Gli attuali trattamenti farmacologici sono efficaci solo nell’alleviare i sintomi, non curano né prevengono la malattia, hanno molteplici effetti collaterali e costo elevato: vi è dunque la necessità di esplorare nuovi candidati terapeutici che superino questi limiti. Le proprietà neuroprotettive della Curcuma longa e dei curcuminoidi ‒ i principi attivi ricavati dai rizomi essiccati di questa pianta appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae ‒ sono oggetto di studio da tempo vista la minor incidenza di AD in Asia, dove vi è un elevato consumo di curcuma, come spezia, nel curry. I curcuminoidi possono potenzialmente offrire benefici neuroprotettivi attraverso vari meccanismi: attività antinfiammatoria e modulazione delle cellule microgliali, attività antiossidante, riduzione della disfunzione mitocondriale, chelazione dei metalli, riduzione delle placche senili di beta-amiloide e dei grovigli neurofibrillari di proteina tau, inibizione di enzimi specifici (tra cui acetilcolinesterasi, beta-secretasi e glicogeno sintasi chinasi 3 beta), riduzione dei livelli di colesterolo e regolazione della via di segnale dell'insulina. L’utilizzo dei curcuminoidi come agenti terapeutici nell’uomo risulta tuttavia ostacolato dall’instabilità chimica, dalla bassa solubilità in acqua, dalla fotosensibilità, ma soprattutto dalla bassa biodisponibilità (scarso assorbimento, ampio metabolismo, rapida eliminazione). Gli analoghi della curcumina, la complessazione con ciclodestrine, la combinazione con adiuvanti e le nanoformulazioni sono le strategie più studiate per aumentare la biodisponibilità di questi composti polifenolici. I risultati positivi emersi negli studi preclinici, che hanno evidenziato la capacità della C. longa di stabilizzare/prevenire il declino cognitivo nell’AD, devono ancora essere confermati in studi clinici, che supportano i risultati preclinici ma sono di numero limitato e con risultati non sempre coerenti. Sono dunque necessari ulteriori studi sul potenziale neuroprotettivo dei curcuminoidi nell’uomo, al fine di individuare la posologia ottimale e potenziali interazioni con farmaci e alimenti, migliorarne la biodisponibilità, ottenere dati comparativi tra le varie formulazioni e stabilire quale potrebbe essere migliore nella prevenzione e nel trattamento dell’AD.
Proprietà neuroprotettive della Curcuma longa: possibili benefici nella malattia di Alzheimer?
FANTACI, ESTER
2021/2022
Abstract
Secondo il Rapporto Mondiale Alzheimer 2022 oltre 55 milioni di persone nel mondo convivono con la demenza, con previsioni che raggiungono i 78 milioni entro il 2030 ed i 139 milioni entro il 2050. La malattia di Alzheimer (AD) – una malattia neurodegenerativa cronica progressiva, caratterizzata dal deterioramento delle capacità cognitive e perdita di memoria, con effetti dannosi sulla qualità della vita dei pazienti ‒ è la causa più comune di demenza. Gli attuali trattamenti farmacologici sono efficaci solo nell’alleviare i sintomi, non curano né prevengono la malattia, hanno molteplici effetti collaterali e costo elevato: vi è dunque la necessità di esplorare nuovi candidati terapeutici che superino questi limiti. Le proprietà neuroprotettive della Curcuma longa e dei curcuminoidi ‒ i principi attivi ricavati dai rizomi essiccati di questa pianta appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae ‒ sono oggetto di studio da tempo vista la minor incidenza di AD in Asia, dove vi è un elevato consumo di curcuma, come spezia, nel curry. I curcuminoidi possono potenzialmente offrire benefici neuroprotettivi attraverso vari meccanismi: attività antinfiammatoria e modulazione delle cellule microgliali, attività antiossidante, riduzione della disfunzione mitocondriale, chelazione dei metalli, riduzione delle placche senili di beta-amiloide e dei grovigli neurofibrillari di proteina tau, inibizione di enzimi specifici (tra cui acetilcolinesterasi, beta-secretasi e glicogeno sintasi chinasi 3 beta), riduzione dei livelli di colesterolo e regolazione della via di segnale dell'insulina. L’utilizzo dei curcuminoidi come agenti terapeutici nell’uomo risulta tuttavia ostacolato dall’instabilità chimica, dalla bassa solubilità in acqua, dalla fotosensibilità, ma soprattutto dalla bassa biodisponibilità (scarso assorbimento, ampio metabolismo, rapida eliminazione). Gli analoghi della curcumina, la complessazione con ciclodestrine, la combinazione con adiuvanti e le nanoformulazioni sono le strategie più studiate per aumentare la biodisponibilità di questi composti polifenolici. I risultati positivi emersi negli studi preclinici, che hanno evidenziato la capacità della C. longa di stabilizzare/prevenire il declino cognitivo nell’AD, devono ancora essere confermati in studi clinici, che supportano i risultati preclinici ma sono di numero limitato e con risultati non sempre coerenti. Sono dunque necessari ulteriori studi sul potenziale neuroprotettivo dei curcuminoidi nell’uomo, al fine di individuare la posologia ottimale e potenziali interazioni con farmaci e alimenti, migliorarne la biodisponibilità, ottenere dati comparativi tra le varie formulazioni e stabilire quale potrebbe essere migliore nella prevenzione e nel trattamento dell’AD.File | Dimensione | Formato | |
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