This work is focused on the analysis of the origins of teh judicial review of legislation and in particular, it wants to highlight that the idea ¿ supported by some scholars ¿ of the birth of this institution thanks to the notorious decision in Marbury v. Madison given by Chief Justice John Marshall in 1803 can be considered essentially genuine, but not historically. Indeed some historical antecedents of the modern judicial review can be found a very long time ago and testify the always felt need to limit the legislative branch; a first evidence of the need to subordinate certain acts of the law-making power may be traced in the ancient Greek system where the fundamental principles prevailed over ordinary laws. But especially the law and justice conceptions in Medieval Thought can be considered a fundamental antecedent of the modern judicial review introduced in the United States in the Nineteenth century. For sure the immediate antecedent of the north american institution is the famous Bonham's case of 1610, when Sir Edward Coke affirmed the supremacy of the common law over the authority of Parliament and of the Crown. Though the Glorious Revolution of 1688 marked the triumph of legislative supremacy in England, the American colonies had nonetheless inherited Coke's ideas and there, about two centuries later, Chief justice John Marshall proclaimed, in one of the most famous and criticized sentence, the principle that a law repugnant to the Constitution is void. The model of constitutional justice set out by Marshall is the decentralized one and it is played by each ordinary judge when they have to resolve a concrete dispute and for this reason it is different from the other models. So if the Marshall's courageous thesis gave birth to something innovative and important, this work underlines that the judicial review is the result of an evolutionary pattern, not only American, but universal.
Il presente lavoro si concentra sull'analisi delle origini del controllo di legittimità costituzionale e in particolare, vuole mettere in luce che l'idea ¿ sostenuta da alcuni studiosi ¿ della nascita di questo istituto grazie alla storica sentenza Marbury v. Madison del 1803 resa dal Chief Justice John Marshall può essere considerata sostanzialmente vera, ma non sul piano storico. In effetti tracce di precedenti storici dei moderni sistemi di controllo giurisdizionale delle leggi sono molto risalenti nel tempo e testimoniano la sempre sentita esigenza di porre dei limiti al legislatore di ogni epoca; una prima testimonianza di ciò si riscontra addirittura nel mondo greco dove era prevista e tutelata la supremazia delle leggi ritenute fondamentali rispetto a quelle ordinarie, ma è soprattutto la concezione del diritto e della giustizia dominanti in epoca medievale che può essere considerata un precedente di fondamentale importanza rispetto al sistema che secoli dopo fu adottato negli Stati Uniti. Sicuramente però il precedente immediato al quale si è ispirato in modo diretto l'istituto nordamericano del judicial review è il celebre Bonham's case del 1610 in occasione del quale Sir Edward Coke affermò la supremazia della Common Law sull'autorità del Parlamento da un lato e del Sovrano dall'altro. La dottrina del Coke fu definitivamente travolta in Inghilterra con la rivoluzione del 1688, ma i suoi frutti rimasero invece in America dove, circa due secoli dopo, il giudice John Marshall proclamerà, in una delle più famose e dibattute sentenze della storia del diritto americano, la superiorità della Costituzione rispetto ad ogni altro atto legislativo e la conseguente nullità di ogni legge ad Essa contraria. Il modello di controllo di costituzionalità delle leggi individuato dal Marshall è comunemente definito diffuso perché è svolto da tutti i giudici ordinari nel momento in cui devono risolvere una controversia concreta e si distingue per questo dagli altri modelli di giustizia costituzionale esistenti; se da un lato le coraggiose tesi del Marshall hanno dato inizio in America a qualcosa di innovativo e importante, il presente lavoro mette però in luce che si tratta di un' opera maturata attraverso secoli di storia, non soltanto Americana, ma universale.
L'origine del controllo di costituzionalità: dal caso Bonham al caso Marbury v. Madison
LUPPICHINI, NOEMI
2015/2016
Abstract
Il presente lavoro si concentra sull'analisi delle origini del controllo di legittimità costituzionale e in particolare, vuole mettere in luce che l'idea ¿ sostenuta da alcuni studiosi ¿ della nascita di questo istituto grazie alla storica sentenza Marbury v. Madison del 1803 resa dal Chief Justice John Marshall può essere considerata sostanzialmente vera, ma non sul piano storico. In effetti tracce di precedenti storici dei moderni sistemi di controllo giurisdizionale delle leggi sono molto risalenti nel tempo e testimoniano la sempre sentita esigenza di porre dei limiti al legislatore di ogni epoca; una prima testimonianza di ciò si riscontra addirittura nel mondo greco dove era prevista e tutelata la supremazia delle leggi ritenute fondamentali rispetto a quelle ordinarie, ma è soprattutto la concezione del diritto e della giustizia dominanti in epoca medievale che può essere considerata un precedente di fondamentale importanza rispetto al sistema che secoli dopo fu adottato negli Stati Uniti. Sicuramente però il precedente immediato al quale si è ispirato in modo diretto l'istituto nordamericano del judicial review è il celebre Bonham's case del 1610 in occasione del quale Sir Edward Coke affermò la supremazia della Common Law sull'autorità del Parlamento da un lato e del Sovrano dall'altro. La dottrina del Coke fu definitivamente travolta in Inghilterra con la rivoluzione del 1688, ma i suoi frutti rimasero invece in America dove, circa due secoli dopo, il giudice John Marshall proclamerà, in una delle più famose e dibattute sentenze della storia del diritto americano, la superiorità della Costituzione rispetto ad ogni altro atto legislativo e la conseguente nullità di ogni legge ad Essa contraria. Il modello di controllo di costituzionalità delle leggi individuato dal Marshall è comunemente definito diffuso perché è svolto da tutti i giudici ordinari nel momento in cui devono risolvere una controversia concreta e si distingue per questo dagli altri modelli di giustizia costituzionale esistenti; se da un lato le coraggiose tesi del Marshall hanno dato inizio in America a qualcosa di innovativo e importante, il presente lavoro mette però in luce che si tratta di un' opera maturata attraverso secoli di storia, non soltanto Americana, ma universale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
746215_tesidilaurea.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.18 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.18 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/71754