Il presente lavoro ha come obbiettivo lo studio della disciplina della prova all'interno del processo attico. Nel corso della ricerca si tenterà di mettere in luce le caratteristiche tipiche dei vari mezzi probatori utilizzati nell'antica Grecia, a partire dagli strumenti più arcaici, per sottolineare la loro evoluzione. Verranno evidenziati gli elementi identificativi della prova rilevante per confrontarla con le questioni apparentemente non pertinenti che spesso venivano introdotte in sede processuale ad opera degli oratori attici. Lo studio si baserà sulla distinzione tra prove inartificiali e prove artificiali, intendendo con la prima espressione tutti quegli strumenti probatori considerati preesistenti all'intervento dell'oratore, che avrebbe dovuto semplicemente utilizzarli all'interno del proprio discorso, e, con la seconda, quei mezzi di prova tipici della retorica, attraverso i quali l'oratore avrebbe potuto mostrare la sua abilità anche creativa. Tra le prove inartificiali, particolare attenzione verrà riservata alla disciplina della testimonianza e alle sue caratteristiche anche in materia di incapacità a testimoniare. Si cercherà poi di individuare gli elementi tipici degli altri mezzi di prova di tipo orale, quali il giuramento, la sfida e la confessione, per passare ad analizzare la disciplina della prova scritta. Inoltre, si accennerà alla regolamentazione della prova diretta, facendo rientrare in tale categoria tutti quegli elementi probatori che potevano essere percepiti direttamente, attraverso i sensi. In seguito, si tenterà di evidenziare le modalità di introduzione della prova in giudizio, a seconda che si trattasse di un processo instaurato di fronte al tribunale oppure di un procedimento svoltosi davanti ad un arbitro. Da ultimo, verranno delineate le caratteristiche proprie delle prove artificiali, con lo scopo di sottolineare la stretta connessione esistente tra i mezzi di prova tradizionali e l'uso della retorica.
la prova nel processo attico
PAGLIUZZI, ALICE
2010/2011
Abstract
Il presente lavoro ha come obbiettivo lo studio della disciplina della prova all'interno del processo attico. Nel corso della ricerca si tenterà di mettere in luce le caratteristiche tipiche dei vari mezzi probatori utilizzati nell'antica Grecia, a partire dagli strumenti più arcaici, per sottolineare la loro evoluzione. Verranno evidenziati gli elementi identificativi della prova rilevante per confrontarla con le questioni apparentemente non pertinenti che spesso venivano introdotte in sede processuale ad opera degli oratori attici. Lo studio si baserà sulla distinzione tra prove inartificiali e prove artificiali, intendendo con la prima espressione tutti quegli strumenti probatori considerati preesistenti all'intervento dell'oratore, che avrebbe dovuto semplicemente utilizzarli all'interno del proprio discorso, e, con la seconda, quei mezzi di prova tipici della retorica, attraverso i quali l'oratore avrebbe potuto mostrare la sua abilità anche creativa. Tra le prove inartificiali, particolare attenzione verrà riservata alla disciplina della testimonianza e alle sue caratteristiche anche in materia di incapacità a testimoniare. Si cercherà poi di individuare gli elementi tipici degli altri mezzi di prova di tipo orale, quali il giuramento, la sfida e la confessione, per passare ad analizzare la disciplina della prova scritta. Inoltre, si accennerà alla regolamentazione della prova diretta, facendo rientrare in tale categoria tutti quegli elementi probatori che potevano essere percepiti direttamente, attraverso i sensi. In seguito, si tenterà di evidenziare le modalità di introduzione della prova in giudizio, a seconda che si trattasse di un processo instaurato di fronte al tribunale oppure di un procedimento svoltosi davanti ad un arbitro. Da ultimo, verranno delineate le caratteristiche proprie delle prove artificiali, con lo scopo di sottolineare la stretta connessione esistente tra i mezzi di prova tradizionali e l'uso della retorica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/71673