Le Solanaceae sono una famiglia di angiosperme dicotiledoni che comprende molte specie commestibili ed altre velenose, collocata nell'ordine delle Solanales e conta all'incirca 2.000 specie. Questa famiglia comprende specie alimentari di grande importanza economica tra cui la patata (Solanum tuberosum), il pomodoro (Solanum lycopersicum), la melanzana (Solanum melongena), il peperone (Capsicum annuum) e specie altamente velenose tra cui Atropa belladonna, Hyoscyamus niger, Mandragora officinarum, Datura stramonium e Scopolia carniolica, queste ultime particolarmente tossiche a causa della produzione di alcaloidi tropanici, principalmente atropina, iosciamina e ioscina (chiamata comunemente scopolamina), i quali ne costituiscono gli agenti attivi. Classificati come anticolinergici, l'azione degli alcaloidi tropanici è di tipo competitivo, ossia antagonista, nei confronti dell'acetilcolina a livello dei recettori colinergici muscarinici e l'esposizione accidentale o volontaria a piante contenenti tali alcaloidi rappresenta una delle cause principali di avvelenamento da antagonisti muscarinici, causando la cosiddetta ¿sindrome anticolinergica¿ (1). Obiettivo della tesi, basata su una ricerca retrospettiva osservazionale relativa all'analisi dei casi di avvelenamento anticolinergico presenti in letteratura causati dall'esposizione a piante della famiglia delle Solanaceae contenenti gli alcaloidi tropanici atropina, scopolamina e iosciamina, è quello di tracciarne un profilo ed inquadrare il fenomeno su scala internazionale. Nella tesi vengono riportati i casi di avvelenamento accidentale per ingestione, accidentale per contatto cutaneo mucoso oculare, avvelenamenti intenzionali per uso voluttuario-ricreazionale ed intenzionale a scopo anticonservativo, al fine di inquadrare le differenti modalità di esposizione e le circostanze degli avvelenamenti, evidenziando i casi di intossicazione particolarmente significativi sia per l'utilizzo peculiare del vegetale che ne è stato fatto, sia per la gravità dei sintomi presentati (2), questi ultimi riconducibili alla sindrome anticolinergica, tra cui: midriasi mono o bilaterale, confusione, agitazione, allucinazioni, vasodilatazione, secchezza delle mucose e della pelle, tachicardia, convulsioni fino ad arrivare a coma e depressione respiratoria (3). I risultati della revisione della letteratura hanno mostrato come gli avvelenamenti causati dall'esposizione a piante della famiglia delle Solanaceae contenenti alcaloidi tropanici continuino a permanere sulla scena sanitaria mondiale e siano in costante aumento sia per la mancanza di una cultura botanica, farmacognostica e tossicologica da parte della gente comune, sia per l'aumento considerevole di adolescenti e giovani adulti alla ricerca di una via ¿naturale¿ per raggiungere stati alterati di coscienza (4). Il bisogno di conoscenza, di monitoraggio ma anche di prevenzione è sicuramente reale e non procrastinabile.

Avvelenamenti da Solanaceae contenenti alcaloidi tropanici: riscontri tossicologici

MAROCCO, CHIARA
2013/2014

Abstract

Le Solanaceae sono una famiglia di angiosperme dicotiledoni che comprende molte specie commestibili ed altre velenose, collocata nell'ordine delle Solanales e conta all'incirca 2.000 specie. Questa famiglia comprende specie alimentari di grande importanza economica tra cui la patata (Solanum tuberosum), il pomodoro (Solanum lycopersicum), la melanzana (Solanum melongena), il peperone (Capsicum annuum) e specie altamente velenose tra cui Atropa belladonna, Hyoscyamus niger, Mandragora officinarum, Datura stramonium e Scopolia carniolica, queste ultime particolarmente tossiche a causa della produzione di alcaloidi tropanici, principalmente atropina, iosciamina e ioscina (chiamata comunemente scopolamina), i quali ne costituiscono gli agenti attivi. Classificati come anticolinergici, l'azione degli alcaloidi tropanici è di tipo competitivo, ossia antagonista, nei confronti dell'acetilcolina a livello dei recettori colinergici muscarinici e l'esposizione accidentale o volontaria a piante contenenti tali alcaloidi rappresenta una delle cause principali di avvelenamento da antagonisti muscarinici, causando la cosiddetta ¿sindrome anticolinergica¿ (1). Obiettivo della tesi, basata su una ricerca retrospettiva osservazionale relativa all'analisi dei casi di avvelenamento anticolinergico presenti in letteratura causati dall'esposizione a piante della famiglia delle Solanaceae contenenti gli alcaloidi tropanici atropina, scopolamina e iosciamina, è quello di tracciarne un profilo ed inquadrare il fenomeno su scala internazionale. Nella tesi vengono riportati i casi di avvelenamento accidentale per ingestione, accidentale per contatto cutaneo mucoso oculare, avvelenamenti intenzionali per uso voluttuario-ricreazionale ed intenzionale a scopo anticonservativo, al fine di inquadrare le differenti modalità di esposizione e le circostanze degli avvelenamenti, evidenziando i casi di intossicazione particolarmente significativi sia per l'utilizzo peculiare del vegetale che ne è stato fatto, sia per la gravità dei sintomi presentati (2), questi ultimi riconducibili alla sindrome anticolinergica, tra cui: midriasi mono o bilaterale, confusione, agitazione, allucinazioni, vasodilatazione, secchezza delle mucose e della pelle, tachicardia, convulsioni fino ad arrivare a coma e depressione respiratoria (3). I risultati della revisione della letteratura hanno mostrato come gli avvelenamenti causati dall'esposizione a piante della famiglia delle Solanaceae contenenti alcaloidi tropanici continuino a permanere sulla scena sanitaria mondiale e siano in costante aumento sia per la mancanza di una cultura botanica, farmacognostica e tossicologica da parte della gente comune, sia per l'aumento considerevole di adolescenti e giovani adulti alla ricerca di una via ¿naturale¿ per raggiungere stati alterati di coscienza (4). Il bisogno di conoscenza, di monitoraggio ma anche di prevenzione è sicuramente reale e non procrastinabile.
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