According to the World Health Organization, cardiovascular diseases are the leading cause of mortality worldwide [1]; the main risk factors are hypertension, diabetes mellitus, smoking, obesity and dyslipidemia [2]. In particular, several studies have shown that elevated levels of cholesterol constitute a direct risk factor in the development of atherosclerosis and, consequently, in the pathogenesis of cardiovascular diseases. Because of the adverse reactions of medicines commonly used for dyslipidemia and a growing interest in natural therapies, herbal treatments are often used in disorders of lipid metabolism. In this regard, over the years,numerous studies have been conducted to evaluate the effectiveness of some herbal medicines and their possible toxicity. Among these, garlic is the most studied, but the most promising results are mainly in guggul and red yeast rice, which can significantly decrease lipid levels [3]. Previously, the Food and Drug Administration (FDA) approved the use of health claims on food labels, to emphasize the association between the use of soy protein, which can decrease the levels of blood cholesterol, and the cardiovascular risk reduction [4]. While the guggul appears to be generally well tolerated, the fermented red rice, due to the presence of monacolin k, could cause similar side effects to statins if taken in high doses and for long periods[5]. Nationality is the most important limit of these studies: in fact, they are carried out prevalently in the eastern countries, making the results not so representative for the western population. The results obtained from soya effectiveness and safety analysis are more uncertain, because of the estrogen-like effects of isoflavones [6]. Despite many studies confirm the possibility of obtaining positive results following the administration of natural products, the contradictory data suggest the need for further studies to evaluate the effectiveness of these compounds and the optimal dosages, without under estimating the dangers that can result from their misuse.
Secondo quanto affermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità nel mondo [1]; i principali fattori di rischio sono l'ipertensione, il diabete mellito, l'abitudine al fumo, l'obesità e le dislipidemie [2]. In particolare, numerosi studi hanno dimostrato che elevati livelli di colesterolo costituiscono un fattore di rischio diretto nello sviluppo di aterosclerosi e, di conseguenza, nella patogenesi delle malattie cardiovascolari. A causa delle reazioni avverse dei medicinali abitualmente utilizzati per le dislipidemie e di un crescente interesse nei confronti delle terapie naturali, spesso si fa ricorso a trattamenti fitoterapici nei disturbi del metabolismo lipidico. A tal proposito nel corso degli anni sono stati svolti numerosi studi al fine di valutare l'efficacia di alcune erbe medicinali e l' eventuale tossicità. Tra queste, l'aglio è il maggiormente studiato, ma i risultati più promettenti riguardano soprattutto il guggul ed il riso rosso fermentato, in grado di diminuire in modo significativo i livelli lipidici [3]. La Food and Drug Administration (FDA), inoltre, in passato ha approvato l'inserimento, sulle etichette dei prodotti alimentari, di indicazioni sulla salute a sottolineare l'associazione tra l'uso di proteine di soia, in grado di diminuire i livelli di colesterolo ematici, e la riduzione del rischio cardiovascolare [4]. Mentre il guggul risulta essere generalmente ben tollerato, il riso rosso fermentato, a causa della presenza della monacolina k, assunto ad elevati dosaggi e per lunghi periodi, è in grado di presentare effetti collaterali simili alle statine [5]. Il limite della maggior parte degli studi osservati è, però, la nazionalità: essi sono svolti, infatti, per la gran parte nei paesi orientali, rendendo i risultati poco rappresentativi per la popolazione occidentale. Più incerti e contrastanti, invece, i risultati ottenuti dall'analisi di efficacia della soia, per la quale, a causa delle proprietà estrogeno-simili degli isoflavoni contenuti, vi sono pareri discordanti anche per quanto riguarda la sicurezza [6]. Nonostante molti studi confermino la possibilità di ottenere risultati positivi in seguito alla somministrazione di prodotti naturali, i dati contraddittori suggeriscono la necessità di svolgere ulteriori studi al fine di valutare l'efficacia di tali composti e i dosaggi ottimali, senza sottovalutare la pericolosità che può derivare da un loro utilizzo scorretto. 1 www.who.int/mediacentre/factsheets/fs317/en/ 2 Houston M.C. et al.; Nonpharmacologic treatment of dyslipidemia. Prog Cardiovasc Dis. 2009; 52(2):61-94 3 Capasso F. et al; Fitoterapia: impiego razionale delle droghe vegetali. Springer, 2006 4 www.fda.gov/Food/IngredientsPackagingLabeling/LabelingNutrition/ucm2006876.htm 5 Grieco A. et al.; Acute hepatitis caused by a natural lipid-lowering product: when ¿alternative¿ medicine is no ¿alternative¿ al all. J Hepatol. 2009; 50: 1273-1277 6 Wang Q. al al; Soy isoflavone: the multipurpose phytochemical (Review). Biomed Rep. 2013; 1(5):697-701
Approccio fitoterapico alle dislipidemie
CAMARDO, ALESSIA
2013/2014
Abstract
Secondo quanto affermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità nel mondo [1]; i principali fattori di rischio sono l'ipertensione, il diabete mellito, l'abitudine al fumo, l'obesità e le dislipidemie [2]. In particolare, numerosi studi hanno dimostrato che elevati livelli di colesterolo costituiscono un fattore di rischio diretto nello sviluppo di aterosclerosi e, di conseguenza, nella patogenesi delle malattie cardiovascolari. A causa delle reazioni avverse dei medicinali abitualmente utilizzati per le dislipidemie e di un crescente interesse nei confronti delle terapie naturali, spesso si fa ricorso a trattamenti fitoterapici nei disturbi del metabolismo lipidico. A tal proposito nel corso degli anni sono stati svolti numerosi studi al fine di valutare l'efficacia di alcune erbe medicinali e l' eventuale tossicità. Tra queste, l'aglio è il maggiormente studiato, ma i risultati più promettenti riguardano soprattutto il guggul ed il riso rosso fermentato, in grado di diminuire in modo significativo i livelli lipidici [3]. La Food and Drug Administration (FDA), inoltre, in passato ha approvato l'inserimento, sulle etichette dei prodotti alimentari, di indicazioni sulla salute a sottolineare l'associazione tra l'uso di proteine di soia, in grado di diminuire i livelli di colesterolo ematici, e la riduzione del rischio cardiovascolare [4]. Mentre il guggul risulta essere generalmente ben tollerato, il riso rosso fermentato, a causa della presenza della monacolina k, assunto ad elevati dosaggi e per lunghi periodi, è in grado di presentare effetti collaterali simili alle statine [5]. Il limite della maggior parte degli studi osservati è, però, la nazionalità: essi sono svolti, infatti, per la gran parte nei paesi orientali, rendendo i risultati poco rappresentativi per la popolazione occidentale. Più incerti e contrastanti, invece, i risultati ottenuti dall'analisi di efficacia della soia, per la quale, a causa delle proprietà estrogeno-simili degli isoflavoni contenuti, vi sono pareri discordanti anche per quanto riguarda la sicurezza [6]. Nonostante molti studi confermino la possibilità di ottenere risultati positivi in seguito alla somministrazione di prodotti naturali, i dati contraddittori suggeriscono la necessità di svolgere ulteriori studi al fine di valutare l'efficacia di tali composti e i dosaggi ottimali, senza sottovalutare la pericolosità che può derivare da un loro utilizzo scorretto. 1 www.who.int/mediacentre/factsheets/fs317/en/ 2 Houston M.C. et al.; Nonpharmacologic treatment of dyslipidemia. Prog Cardiovasc Dis. 2009; 52(2):61-94 3 Capasso F. et al; Fitoterapia: impiego razionale delle droghe vegetali. Springer, 2006 4 www.fda.gov/Food/IngredientsPackagingLabeling/LabelingNutrition/ucm2006876.htm 5 Grieco A. et al.; Acute hepatitis caused by a natural lipid-lowering product: when ¿alternative¿ medicine is no ¿alternative¿ al all. J Hepatol. 2009; 50: 1273-1277 6 Wang Q. al al; Soy isoflavone: the multipurpose phytochemical (Review). Biomed Rep. 2013; 1(5):697-701File | Dimensione | Formato | |
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