Multiparametric Magnetic Resonance Imaging (mp-MRI) has shown promise in localizing and characterizing Prostate Cancer (PCa) but its role in routine clinical practice is being defined. The aim of this thesis was to prospectively validate the ability of mp-MRI in identifying and staging PCa and predict the degree of aggressiveness in a sample of 100 patients. We compared the results of MRI with the gold standard, given by histological analysis after Radical Prostatectomy (RP). We decided to assess whether the mp-MRI gives information comparable or additional to biopsy for identification of PCa. For each positive bioptic sample, we evaluated the concordance for site and laterality of MRI and histology. The results confirm that there is a good correlation between biopsy and MRI, but the latter, when positive, is able to confirm the data derived from mapping biopsy as histological data (confirmation laterality in 57.9% and 58.0%, respectively). In addition, the mp-MRI provided additional information, identifying 31 new lesions and 22 (71%) were clinically significant disease. We then determined the sensitivity and specificity of mp-MRI in identifying and staging individual foci of PCa. The pathological and radiological results were compared to calculate sensitivity (overall and stratified by pathologic volume: <0.2 cc, 0.2 cc to 0.5 cc, > 0.5 cc) to identify tumor foci, extracapsular extension (ECE) and seminal vesicles invasion (SVI). In our sample, mp-MRI had a sensitivity of 87.2% in the identification of tumors > 0.5 cc, significantly higher than prostate biopsy (p 0.01). It also has high accuracy in staging PCa, having a high negative predictive value for ECE and SVI (97.3% and 98.9% respectively). We then selected, from our study population, 35 patients having clinical features to apply to a focal therapy (PSA <10 ng / ml, GS &#8804; 6, clinical stage T1c-T2a, with a single lobe involved) and we evaluated retrospectively the radiology report of MRI in these patients. The pathological data argue that in the selected subset, which could benefit from a focal therapy, we conducted an inadequate treatment in 83% of cases. Due to the potential of MRI, we were able to correctly identify the 81.8% of clinically significant bilateral lesions and 100% of infiltrating tumors. In conclusion, the results of this prospective study evaluating the role of mp-MRI in the management of PCa, shows us that: mp-MRI is more reliable than only biopsy in predicting the extent and location of the malignancy; MRI identifies a greater number of foci compared to prostate mapping; mp-MRI has, regardless of volume, sensitivity in identifying lesions larger than the tumor biopsy; MRI is able to stage the CaP with high values of sensitivity and specificity; MRI in addition to staging nomograms can select the real candidates for focal therapy. Thanks to these results, we are already able to personalize, as most accurate as possible, therapeutic strategy of localized prostate cancer.

La Risonanza Magnetica multiparametrica (mp-MRI) si è dimostrata promettente nel localizzare e caratterizzare il Carcinoma Prostatico (CaP) ma il suo ruolo nella routine clinica è in via di definizione. Scopo di questa tesi è stato quello di validare prospetticamente la capacità della mp-MRI di identificare e stadiare il CaP e di predirne il grado di aggressività in un campione di 100 pazienti. Abbiamo confrontato i risultati della RM con lo standard di riferimento, dato dal referto istologico dopo Prostatectomia Radicale (PR). Abbiamo deciso di valutare se la mp-MRI dia informazioni paragonabili o aggiuntive alla biopsia prostatica nell'identificazione del CaP. Per ogni prelievo positivo alla biopsia, abbiamo valutato la concordanza per lateralità e sede rispetto alla RM e all'istologico definitivo. I risultati confermano che non solo ci sia una buona correlazione tra biopsia e RM ma, quest'ultima sia in grado di confermare i dati derivanti dal mapping bioptico in misura quasi sovrapponibile all'esame istologico (conferma lateralità nel 57,9% e 58%, rispettivamente). Inoltre la mp-MRI ha fornito ulteriori informazioni, identificando 31 nuove lesioni di cui 22 (71%) clinicamente significative. Abbiamo quindi determinato quale sia la sensibilità e la specificità della mp-MRI nell'identificazione e stadiazione dei singoli focolai di CaP. I risultati patologici e radiologici sono stati comparati per calcolare la sensibilità (complessiva e stratificata per volume patologico: <0,2 cc, tra 0,2 cc e 0,5 cc, >0,5 cc) nell'identificare i foci tumorali, l'estensione extracapsulare (ECE) e l'invasione delle vescichette seminali (SVI). Nel nostro campione la mp-MRI ha dimostrato una sensibilità del 87,2% nell'identificazione dei tumori >0,5 cc, significativamente maggiore rispetto alla biopsia (p 0,01). Inoltre possiede un'elevata accuratezza nella stadiazione del CaP, avendo un alto valore predittivo negativo verso l'ECE e la SVI (97,3% e 98,9% rispettivamente). Abbiamo quindi selezionato, dalla nostra popolazione in esame, 35 pazienti che avessero le caratteristiche cliniche per candidarli ad una terapia focale (PSA <10 ng/ml; GS &#8804;6; stadio clinico T1c-T2a, con un solo lobo coinvolto) e abbiamo valutato retrospetticamente il referto radiologico della RM in questi pazienti. I dati patologici affermano che nel sottogruppo selezionato, che avrebbe potuto giovarsi di una terapia focale, avremmo effettuato un trattamento inadeguato nel 83% dei casi. Grazie alle potenzialità della RM siamo invece stati in grado di identificare correttamente l'81,8% delle lesioni bilaterali clinicamente significanti e il 100% dei tumori infiltranti. In conclusione, i risultati di questo studio prospettico in cui abbiamo valutato il ruolo della mp-MRI nel management del CaP ci dimostra che: la mp-MRI è più affidabile della sola biopsia nel predire l'estensione e la localizzazione della patologia neoplastica; la RM identifica un numero maggiore di foci rispetto al mapping prostatico; la mp-MRI possiede, indipendentemente dal volume, una sensibilità nell'identificare lesioni tumorali maggiore rispetto alla biopsia; la RM è in grado di stadiare il CaP con alti valori di sensibilità e specificità; la RM in aggiunta ai nomogrammi di stadiazione può selezionare i reali pazienti candidabili a terapia focale. Grazie a questi risultati, già oggi siamo in grado di personalizzare nel modo più preciso possibile la strategia terapeutica del Carcinoma Prostatico localizzato.

Studio prospettico comparativo tra RM preoperatoria e esame istologico dopo prostatectomia radicale: 100 casi a confronto

MELE, FABRIZIO
2010/2011

Abstract

La Risonanza Magnetica multiparametrica (mp-MRI) si è dimostrata promettente nel localizzare e caratterizzare il Carcinoma Prostatico (CaP) ma il suo ruolo nella routine clinica è in via di definizione. Scopo di questa tesi è stato quello di validare prospetticamente la capacità della mp-MRI di identificare e stadiare il CaP e di predirne il grado di aggressività in un campione di 100 pazienti. Abbiamo confrontato i risultati della RM con lo standard di riferimento, dato dal referto istologico dopo Prostatectomia Radicale (PR). Abbiamo deciso di valutare se la mp-MRI dia informazioni paragonabili o aggiuntive alla biopsia prostatica nell'identificazione del CaP. Per ogni prelievo positivo alla biopsia, abbiamo valutato la concordanza per lateralità e sede rispetto alla RM e all'istologico definitivo. I risultati confermano che non solo ci sia una buona correlazione tra biopsia e RM ma, quest'ultima sia in grado di confermare i dati derivanti dal mapping bioptico in misura quasi sovrapponibile all'esame istologico (conferma lateralità nel 57,9% e 58%, rispettivamente). Inoltre la mp-MRI ha fornito ulteriori informazioni, identificando 31 nuove lesioni di cui 22 (71%) clinicamente significative. Abbiamo quindi determinato quale sia la sensibilità e la specificità della mp-MRI nell'identificazione e stadiazione dei singoli focolai di CaP. I risultati patologici e radiologici sono stati comparati per calcolare la sensibilità (complessiva e stratificata per volume patologico: <0,2 cc, tra 0,2 cc e 0,5 cc, >0,5 cc) nell'identificare i foci tumorali, l'estensione extracapsulare (ECE) e l'invasione delle vescichette seminali (SVI). Nel nostro campione la mp-MRI ha dimostrato una sensibilità del 87,2% nell'identificazione dei tumori >0,5 cc, significativamente maggiore rispetto alla biopsia (p 0,01). Inoltre possiede un'elevata accuratezza nella stadiazione del CaP, avendo un alto valore predittivo negativo verso l'ECE e la SVI (97,3% e 98,9% rispettivamente). Abbiamo quindi selezionato, dalla nostra popolazione in esame, 35 pazienti che avessero le caratteristiche cliniche per candidarli ad una terapia focale (PSA <10 ng/ml; GS ≤6; stadio clinico T1c-T2a, con un solo lobo coinvolto) e abbiamo valutato retrospetticamente il referto radiologico della RM in questi pazienti. I dati patologici affermano che nel sottogruppo selezionato, che avrebbe potuto giovarsi di una terapia focale, avremmo effettuato un trattamento inadeguato nel 83% dei casi. Grazie alle potenzialità della RM siamo invece stati in grado di identificare correttamente l'81,8% delle lesioni bilaterali clinicamente significanti e il 100% dei tumori infiltranti. In conclusione, i risultati di questo studio prospettico in cui abbiamo valutato il ruolo della mp-MRI nel management del CaP ci dimostra che: la mp-MRI è più affidabile della sola biopsia nel predire l'estensione e la localizzazione della patologia neoplastica; la RM identifica un numero maggiore di foci rispetto al mapping prostatico; la mp-MRI possiede, indipendentemente dal volume, una sensibilità nell'identificare lesioni tumorali maggiore rispetto alla biopsia; la RM è in grado di stadiare il CaP con alti valori di sensibilità e specificità; la RM in aggiunta ai nomogrammi di stadiazione può selezionare i reali pazienti candidabili a terapia focale. Grazie a questi risultati, già oggi siamo in grado di personalizzare nel modo più preciso possibile la strategia terapeutica del Carcinoma Prostatico localizzato.
ITA
Multiparametric Magnetic Resonance Imaging (mp-MRI) has shown promise in localizing and characterizing Prostate Cancer (PCa) but its role in routine clinical practice is being defined. The aim of this thesis was to prospectively validate the ability of mp-MRI in identifying and staging PCa and predict the degree of aggressiveness in a sample of 100 patients. We compared the results of MRI with the gold standard, given by histological analysis after Radical Prostatectomy (RP). We decided to assess whether the mp-MRI gives information comparable or additional to biopsy for identification of PCa. For each positive bioptic sample, we evaluated the concordance for site and laterality of MRI and histology. The results confirm that there is a good correlation between biopsy and MRI, but the latter, when positive, is able to confirm the data derived from mapping biopsy as histological data (confirmation laterality in 57.9% and 58.0%, respectively). In addition, the mp-MRI provided additional information, identifying 31 new lesions and 22 (71%) were clinically significant disease. We then determined the sensitivity and specificity of mp-MRI in identifying and staging individual foci of PCa. The pathological and radiological results were compared to calculate sensitivity (overall and stratified by pathologic volume: <0.2 cc, 0.2 cc to 0.5 cc, > 0.5 cc) to identify tumor foci, extracapsular extension (ECE) and seminal vesicles invasion (SVI). In our sample, mp-MRI had a sensitivity of 87.2% in the identification of tumors > 0.5 cc, significantly higher than prostate biopsy (p 0.01). It also has high accuracy in staging PCa, having a high negative predictive value for ECE and SVI (97.3% and 98.9% respectively). We then selected, from our study population, 35 patients having clinical features to apply to a focal therapy (PSA <10 ng / ml, GS &#8804; 6, clinical stage T1c-T2a, with a single lobe involved) and we evaluated retrospectively the radiology report of MRI in these patients. The pathological data argue that in the selected subset, which could benefit from a focal therapy, we conducted an inadequate treatment in 83% of cases. Due to the potential of MRI, we were able to correctly identify the 81.8% of clinically significant bilateral lesions and 100% of infiltrating tumors. In conclusion, the results of this prospective study evaluating the role of mp-MRI in the management of PCa, shows us that: mp-MRI is more reliable than only biopsy in predicting the extent and location of the malignancy; MRI identifies a greater number of foci compared to prostate mapping; mp-MRI has, regardless of volume, sensitivity in identifying lesions larger than the tumor biopsy; MRI is able to stage the CaP with high values of sensitivity and specificity; MRI in addition to staging nomograms can select the real candidates for focal therapy. Thanks to these results, we are already able to personalize, as most accurate as possible, therapeutic strategy of localized prostate cancer.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/71532