Le capsule endoscopiche sono dispositivi medici ingeribili sviluppati nel 2000 per l'analisi del sistema GI, per la diagnosi di patologie quali ad esempio il morbo di Crohn, i tumori a carico dell'intestino tenue e la celiachia. La capsula endoscopica viene ingerita dal paziente e, muovendosi lungo tutto il tratto GI, raccoglie immagini tramite una fotocamera inserita ad un'estremità. Le immagini raccolte sono inviate a una memoria esterna tramite dei sensori posti sull'addome del paziente e possono poi essere esaminate da un operatore sanitario sotto forma di video. Nonostante la capsula endoscopica sia meno invasiva e maggiormente accettata dai pazienti rispetto agli endoscopi flessibili, attualmente non è ancora in grado di sostituire la gastroscopia e la colonscopia tradizionali. Per questo, negli ultimi anni si è cercato di arricchire le capsule endoscopiche di nuove funzionalità, non solo diagnostiche ma anche terapeutiche. Alcuni prototipi, ancora in fase di studio, sono in grado di muoversi lungo il tratto GI sotto il controllo diretto dell'operatore e non più per semplice peristalsi. Altri, invece, possono aderire alla parete enterica e ancorarsi, per permettere l'analisi più accurata di un'area di interesse. Tra le nuove funzionalità terapeutiche, inoltre, sono in fase di progettazione prototipi in grado di eseguire biopsie e rilasciare farmaci localmente. Queste nuove capsule endoscopiche saranno quindi in grado di raggiungere, sotto il controllo dell'operatore, l'area di interesse e rilasciare una dose di farmaco nel punto desiderato, per massimizzare l'efficacia del principio attivo e ridurre gli effetti collaterali sistemici. Queste capsule dotate di DDS (Drug Delivery Systems) contengono generalmente dei sistemi magnetici in grado di attivare il rilascio del farmaco tramite un ago, oppure dei sistemi di tipo meccanico, con un micromotore responsabile dell'attivazione del DDS. Attualmente la difficoltà nell'integrare in un'unica capsula deglutibile tutti i componenti necessari ha limitato lo sviluppo di questi dispositivi, ma nel futuro l'endoscopia capsulare potrà potenzialmente diventare uno strumento sicuro ed efficace per la diagnosi ed il trattamento delle patologie a carico del sistema GI.
Endoscopia capsulare: i nuovi sviluppi tecnologici e le relative applicazioni in ambito terapeutico
LEVRA, ALESSANDRA
2015/2016
Abstract
Le capsule endoscopiche sono dispositivi medici ingeribili sviluppati nel 2000 per l'analisi del sistema GI, per la diagnosi di patologie quali ad esempio il morbo di Crohn, i tumori a carico dell'intestino tenue e la celiachia. La capsula endoscopica viene ingerita dal paziente e, muovendosi lungo tutto il tratto GI, raccoglie immagini tramite una fotocamera inserita ad un'estremità. Le immagini raccolte sono inviate a una memoria esterna tramite dei sensori posti sull'addome del paziente e possono poi essere esaminate da un operatore sanitario sotto forma di video. Nonostante la capsula endoscopica sia meno invasiva e maggiormente accettata dai pazienti rispetto agli endoscopi flessibili, attualmente non è ancora in grado di sostituire la gastroscopia e la colonscopia tradizionali. Per questo, negli ultimi anni si è cercato di arricchire le capsule endoscopiche di nuove funzionalità, non solo diagnostiche ma anche terapeutiche. Alcuni prototipi, ancora in fase di studio, sono in grado di muoversi lungo il tratto GI sotto il controllo diretto dell'operatore e non più per semplice peristalsi. Altri, invece, possono aderire alla parete enterica e ancorarsi, per permettere l'analisi più accurata di un'area di interesse. Tra le nuove funzionalità terapeutiche, inoltre, sono in fase di progettazione prototipi in grado di eseguire biopsie e rilasciare farmaci localmente. Queste nuove capsule endoscopiche saranno quindi in grado di raggiungere, sotto il controllo dell'operatore, l'area di interesse e rilasciare una dose di farmaco nel punto desiderato, per massimizzare l'efficacia del principio attivo e ridurre gli effetti collaterali sistemici. Queste capsule dotate di DDS (Drug Delivery Systems) contengono generalmente dei sistemi magnetici in grado di attivare il rilascio del farmaco tramite un ago, oppure dei sistemi di tipo meccanico, con un micromotore responsabile dell'attivazione del DDS. Attualmente la difficoltà nell'integrare in un'unica capsula deglutibile tutti i componenti necessari ha limitato lo sviluppo di questi dispositivi, ma nel futuro l'endoscopia capsulare potrà potenzialmente diventare uno strumento sicuro ed efficace per la diagnosi ed il trattamento delle patologie a carico del sistema GI.File | Dimensione | Formato | |
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