Introduzione: il lavoro di questa tesi sperimentale si inserisce nello studio delle piante spontanee della flora italiana, potenzialmente tossiche, che solitamente attraggono il largo pubblico, fiducioso del valore alimentare delle piante selvatiche. Il caso trattato è relativo ad una intossicazione collettiva (26 persone) dovuta ad ingestione accidentale di foglie di colchico scambiate per foglie di aglio selvatico. Si tratta di un errore frequente dal momento che sia il colchico che l'aglio selvatico crescono nel medesimo habitat e che le due piante sono filogeneticamente vicine, quindi hanno foglie simili. In casi analoghi l'esito è sovente infausto, dal momento che l'ingestione di foglie di colchico consumate quali verdura comporta una consistente assunzione di colchicina (1, 2). Nel caso trattato, invece, tranne severi disturbi gastrointestinali, le 26 persone sopravvissero tutte senza problemi. Va inoltre sottolineato che fra le persone intossicate erano presenti soggetti a rischio: una donna gravida ed un bambino di pochi anni. Il fatto destò l'interesse dei medici del Centro Antiveleni, che seguirono i pazienti, e dei botanici, che identificarono le piante. Certamente si trattava di foglie di colchico, ma evidentemente non appartenenti alla specie Colchicum autumnale. Scopo della tesi: valutare se alcune specie vegetali, appartenenti al genere Colchicum e diverse da Colchicum autumnale, possano contenere colchicina ed alcaloidi correlati. Discussione dei risultati: In assenza di dati bibliografici al riguardo, sono state condotte analisi morfo-botaniche e della frazione alcaloidica di specie di Colchicum appositamente raccolte, quindi di sicura attribuzione, quali C. autumnale e C. lusitanum. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli della popolazione di colchico che ha causato l'intossicazione. Si è evidenziato che la specie di colchico responsabile dell'evento è C. lusitanum. Tale specie presenta quantità di colchicina (alcaloide principale) pari a 0.019% p.s., cioè circa 20 volte meno rispetto a C. autumnale. I valori di colchicina riscontrati nei fluidi biologici degli intossicati, a poche ore dall'evento, erano dell'ordine di 0.015 - 0.020 g/ml nel sangue e di 0.003 - 0.006 g/ml nelle urine. Conclusioni: Il ridotto tenore in alcaloidi in C. lusitanum ha ragionevolmente contenuto i danni derivanti dalla intossicazione. Questo caso, tuttavia, fa riflettere sulla necessità di informazione e di educazione da diffondere, anche fra le persone adulte, sul tema della salute.
Caso di potenziale e sospetta intossicazione da ingestione di Colchium sp. scambiato per Allium ursinum
MELLONI, FRANCESCA
2010/2011
Abstract
Introduzione: il lavoro di questa tesi sperimentale si inserisce nello studio delle piante spontanee della flora italiana, potenzialmente tossiche, che solitamente attraggono il largo pubblico, fiducioso del valore alimentare delle piante selvatiche. Il caso trattato è relativo ad una intossicazione collettiva (26 persone) dovuta ad ingestione accidentale di foglie di colchico scambiate per foglie di aglio selvatico. Si tratta di un errore frequente dal momento che sia il colchico che l'aglio selvatico crescono nel medesimo habitat e che le due piante sono filogeneticamente vicine, quindi hanno foglie simili. In casi analoghi l'esito è sovente infausto, dal momento che l'ingestione di foglie di colchico consumate quali verdura comporta una consistente assunzione di colchicina (1, 2). Nel caso trattato, invece, tranne severi disturbi gastrointestinali, le 26 persone sopravvissero tutte senza problemi. Va inoltre sottolineato che fra le persone intossicate erano presenti soggetti a rischio: una donna gravida ed un bambino di pochi anni. Il fatto destò l'interesse dei medici del Centro Antiveleni, che seguirono i pazienti, e dei botanici, che identificarono le piante. Certamente si trattava di foglie di colchico, ma evidentemente non appartenenti alla specie Colchicum autumnale. Scopo della tesi: valutare se alcune specie vegetali, appartenenti al genere Colchicum e diverse da Colchicum autumnale, possano contenere colchicina ed alcaloidi correlati. Discussione dei risultati: In assenza di dati bibliografici al riguardo, sono state condotte analisi morfo-botaniche e della frazione alcaloidica di specie di Colchicum appositamente raccolte, quindi di sicura attribuzione, quali C. autumnale e C. lusitanum. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli della popolazione di colchico che ha causato l'intossicazione. Si è evidenziato che la specie di colchico responsabile dell'evento è C. lusitanum. Tale specie presenta quantità di colchicina (alcaloide principale) pari a 0.019% p.s., cioè circa 20 volte meno rispetto a C. autumnale. I valori di colchicina riscontrati nei fluidi biologici degli intossicati, a poche ore dall'evento, erano dell'ordine di 0.015 - 0.020 g/ml nel sangue e di 0.003 - 0.006 g/ml nelle urine. Conclusioni: Il ridotto tenore in alcaloidi in C. lusitanum ha ragionevolmente contenuto i danni derivanti dalla intossicazione. Questo caso, tuttavia, fa riflettere sulla necessità di informazione e di educazione da diffondere, anche fra le persone adulte, sul tema della salute.File | Dimensione | Formato | |
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