The main subject of the present work is the penitentiary treatment of ¿collaboratori di giustizia¿. Initially, has been contextualized the character of the theme inside the ¿law of reward¿ and have been analyzed the past events related to it. In particular, a section has been dedicated to collaborations in terrorism and in organized crime. The historical analysis highlights unvaried elements and modified ones (for example, from the first appearance of the institution until now, the driving force was and still is the emergency). Chapter two deals entirely with the penitentiary regulations, noting the innovations introduced by the reform arranged in 2001 and examining central unchanged articles. In particular article 4-bis of the penitentiary law that establish the prohibition of ¿penitentiary benefits¿ for some categories of inmates, except for the ones that cooperate as ¿collaboratori di giustizia¿. The last two chapters examine the penitentiary treatment of this specific class of prisoners, describing the division in sections in penitentiaries and the regulation of their rights (such as meeting with families, phone-call and correspondence). Moreover, in the last part of the work, are considered the ¿penitentiary benefits¿ and the re-socialization in the society.
Il presente lavoro esamina il trattamento penitenziario riservato ai collaboratori di giustizia. Si è, dapprima, indagata la natura premiale della collaborazione di giustizia, che differisce, in specie entro la materia penitenziaria, dalle tradizionali manifestazioni del diritto premiale. Inoltre, alcuni riferimenti alla storia più antica dell'istituto hanno evidenziato come esso sia longevo quanto il diritto stesso e come alcune delle problematiche di recente sollevate derivino, almeno in parte, dall'istituto in sé e non dalla specifica disciplina positiva. Analizzando, in seguito, le manifestazioni più recenti della collaborazione con la giustizia, si è posto in rilievo come essa sia stata introdotta nell'ordinamento giuridico italiano a seguito degli atti terroristici che hanno caratterizzato i c.d. anni di piombo e come, più tardi, sia stata essenziale nel contrastare l'avanzata dell'azione distruttiva della criminalità organizzata di stampo mafioso. Abbandonando, poi, una visione generale per approdare nella disciplina che coinvolge i collaboratori di giustizia dal punto di vista del diritto penitenziario, il secondo capitolo è dedicato all'analisi delle più importanti, nonché problematiche, norme dell'ordinamento penitenziario (e delle leggi speciali) che regolano la disciplina. In tale contesto, parte consistente del lavoro è stato dedicato all'art. 4-bis o.p., modificato numerose volte dal legislatore che ha approntato una disciplina non agevolmente comprensibile né, quantomeno in parte, giustificabile. Gli ultimi due capitoli, infine, analizzano, rispettivamente, il trattamento intramurario ed extramurario del collaboratore di giustizia. Pertanto, si sono esplorate le regole che presiedono la gestione penitenziaria del collaboratore (in particolare la collocazione in apposite e distinte sezioni) e, in seguito, i requisiti che regolano la concessione dei benefici penitenziari, requisiti in parte diversi ed in parte assimilabili a quelli che regolano le misure alternative per i detenuti c.d. comuni.
Collaboratori di giustizia e sistema penitenziario
BALLIN, ILARIA
2015/2016
Abstract
Il presente lavoro esamina il trattamento penitenziario riservato ai collaboratori di giustizia. Si è, dapprima, indagata la natura premiale della collaborazione di giustizia, che differisce, in specie entro la materia penitenziaria, dalle tradizionali manifestazioni del diritto premiale. Inoltre, alcuni riferimenti alla storia più antica dell'istituto hanno evidenziato come esso sia longevo quanto il diritto stesso e come alcune delle problematiche di recente sollevate derivino, almeno in parte, dall'istituto in sé e non dalla specifica disciplina positiva. Analizzando, in seguito, le manifestazioni più recenti della collaborazione con la giustizia, si è posto in rilievo come essa sia stata introdotta nell'ordinamento giuridico italiano a seguito degli atti terroristici che hanno caratterizzato i c.d. anni di piombo e come, più tardi, sia stata essenziale nel contrastare l'avanzata dell'azione distruttiva della criminalità organizzata di stampo mafioso. Abbandonando, poi, una visione generale per approdare nella disciplina che coinvolge i collaboratori di giustizia dal punto di vista del diritto penitenziario, il secondo capitolo è dedicato all'analisi delle più importanti, nonché problematiche, norme dell'ordinamento penitenziario (e delle leggi speciali) che regolano la disciplina. In tale contesto, parte consistente del lavoro è stato dedicato all'art. 4-bis o.p., modificato numerose volte dal legislatore che ha approntato una disciplina non agevolmente comprensibile né, quantomeno in parte, giustificabile. Gli ultimi due capitoli, infine, analizzano, rispettivamente, il trattamento intramurario ed extramurario del collaboratore di giustizia. Pertanto, si sono esplorate le regole che presiedono la gestione penitenziaria del collaboratore (in particolare la collocazione in apposite e distinte sezioni) e, in seguito, i requisiti che regolano la concessione dei benefici penitenziari, requisiti in parte diversi ed in parte assimilabili a quelli che regolano le misure alternative per i detenuti c.d. comuni.File | Dimensione | Formato | |
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