La tesi di recente conclusa, è di tipo sperimentale, cioè un po' insolita rispetto ai parametri accademici tradizionali. E' una tesi che mette al centro dell'interesse l'esigenza della creatività, in questo caso della creatività drammaturgica. Mi permetto di ricordare che occupa l'ultima sezione della tesi, la terza, una mia scrittura creativa, Il gioco della Principessa (Vita di Cristina di Belgioioso in sette giorni), che, realizzata nel settembre 2009, si è poi intrecciata con un percorso tipicamente accademico, qui rapidamente riassumibile. All'interno del corso di Istituzioni di Storia del Teatro, tenuto nel primo semestre dell'anno 2009-2010, il prof. Roberto Alonge, ha individuato una ventina di studenti interessati a partecipare a un Laboratorio di scrittura creativa. Hanno aderito studenti assai motivati, cui inizialmente non era stata offerta alcuna fiscalizzazione, cioè riduzione dei libri da portare all'esame. L'impegno di lavoro è stato costituito da un incontro settimanale di due ore consecutive, dai primi di ottobre sino a fine dicembre 2009. Il Laboratorio è risultato orientato sin dall'inizio su tematiche risorgimentali, a partire da materiali relativi a Cavour (in una prima fase) e a materiali relativi alla principessa Cristina di Belgioioso (nella fase terminale del primo semestre). A metà febbraio 2010 il Laboratorio è ¿ per così dire ¿ ripartito, su basi assolutamente volontarie. Dei circa venti studenti sono rimasti solo otto studenti, curiosamente tutte donne (ma su questo dettaglio tornerò più avanti), e l'impegno di lavoro è stato di nuovo quello di un incontro settimanale di due ore consecutive, da metà febbraio a fine maggio 2010. Nel corso del secondo Laboratorio (per chiamarlo in questo modo) la tematica Belgioioso è diventata assolutamente centrale, anche se è stato aperto un breve spazio-tempo per talune esercitazioni di drammaturgia libera, cioè a libera scelta delle studentesse partecipanti, su problematiche contemporanee, sostanzialmente autobiografiche. La tesi documenta dunque un processo di fenomenologia in atto assai complesso, in cui la mia personale creatività si è confrontata (talvolta arricchendosi) nel rapporto con le micro- drammaturgie degli studenti. Va inoltre tenuto presente che la presenza di uno studio di testi teatrali, alla base di questo laboratorio, ha introdotto una serie di modelli di scrittura drammaturgica (in particolare La signorina Julie di Strindberg), di cui gli studenti hanno fatto tesoro: non tanto ai fini della drammaturgia risorgimentale ma piuttosto nella fase di drammaturgia libera, su tematiche contemporanee, espresse entro codici formali caratteristici di Strindberg (spazio claustrofobico, scontro fra due soli personaggi, dinamica servo-padrone, ecc.). Altri spunti di riflessione hanno riguardato il concetto di dramma storico, di impianto romantico (che rinvia alla mirabile Lettre à Monsieur Chauvet di Manzoni), nonché l'utilizzazione di personaggi e situazioni storiche praticata da Brecht (da Vita di Galileo a Terrore e miseria del Terzo Reich a La resistibile ascesa di Arturo Ui, tanto per limitarmi a qualche titolo). Naturalmente lo sguardo gettato su Brecht riguarda anche l'acquisizione di tutto il suo ricco armamentario teorico (teatro epico, straniamento, ecc.).

Creazioni Risorgimentali, L'uomo e/o la donna significano anche quello che hanno imparato

COPPOLA, ARGIA
2009/2010

Abstract

La tesi di recente conclusa, è di tipo sperimentale, cioè un po' insolita rispetto ai parametri accademici tradizionali. E' una tesi che mette al centro dell'interesse l'esigenza della creatività, in questo caso della creatività drammaturgica. Mi permetto di ricordare che occupa l'ultima sezione della tesi, la terza, una mia scrittura creativa, Il gioco della Principessa (Vita di Cristina di Belgioioso in sette giorni), che, realizzata nel settembre 2009, si è poi intrecciata con un percorso tipicamente accademico, qui rapidamente riassumibile. All'interno del corso di Istituzioni di Storia del Teatro, tenuto nel primo semestre dell'anno 2009-2010, il prof. Roberto Alonge, ha individuato una ventina di studenti interessati a partecipare a un Laboratorio di scrittura creativa. Hanno aderito studenti assai motivati, cui inizialmente non era stata offerta alcuna fiscalizzazione, cioè riduzione dei libri da portare all'esame. L'impegno di lavoro è stato costituito da un incontro settimanale di due ore consecutive, dai primi di ottobre sino a fine dicembre 2009. Il Laboratorio è risultato orientato sin dall'inizio su tematiche risorgimentali, a partire da materiali relativi a Cavour (in una prima fase) e a materiali relativi alla principessa Cristina di Belgioioso (nella fase terminale del primo semestre). A metà febbraio 2010 il Laboratorio è ¿ per così dire ¿ ripartito, su basi assolutamente volontarie. Dei circa venti studenti sono rimasti solo otto studenti, curiosamente tutte donne (ma su questo dettaglio tornerò più avanti), e l'impegno di lavoro è stato di nuovo quello di un incontro settimanale di due ore consecutive, da metà febbraio a fine maggio 2010. Nel corso del secondo Laboratorio (per chiamarlo in questo modo) la tematica Belgioioso è diventata assolutamente centrale, anche se è stato aperto un breve spazio-tempo per talune esercitazioni di drammaturgia libera, cioè a libera scelta delle studentesse partecipanti, su problematiche contemporanee, sostanzialmente autobiografiche. La tesi documenta dunque un processo di fenomenologia in atto assai complesso, in cui la mia personale creatività si è confrontata (talvolta arricchendosi) nel rapporto con le micro- drammaturgie degli studenti. Va inoltre tenuto presente che la presenza di uno studio di testi teatrali, alla base di questo laboratorio, ha introdotto una serie di modelli di scrittura drammaturgica (in particolare La signorina Julie di Strindberg), di cui gli studenti hanno fatto tesoro: non tanto ai fini della drammaturgia risorgimentale ma piuttosto nella fase di drammaturgia libera, su tematiche contemporanee, espresse entro codici formali caratteristici di Strindberg (spazio claustrofobico, scontro fra due soli personaggi, dinamica servo-padrone, ecc.). Altri spunti di riflessione hanno riguardato il concetto di dramma storico, di impianto romantico (che rinvia alla mirabile Lettre à Monsieur Chauvet di Manzoni), nonché l'utilizzazione di personaggi e situazioni storiche praticata da Brecht (da Vita di Galileo a Terrore e miseria del Terzo Reich a La resistibile ascesa di Arturo Ui, tanto per limitarmi a qualche titolo). Naturalmente lo sguardo gettato su Brecht riguarda anche l'acquisizione di tutto il suo ricco armamentario teorico (teatro epico, straniamento, ecc.).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/71207