Questo lavoro si concentra sui tumuli monumentali di età orientalizzante delle città etrusche di Tarquinia e Cerveteri, analizzandone due aspetti differenti ma complementari: la conoscenza e la valorizzazione.La prima parte sarà dedicata all'analisi, dal punto di vista archeologico, di questi complessi funerari. Un'introduzione geomorfologica e storico-culturale delle due metropoli consentirà di inquadrare i tratti distintivi delle grandi protagoniste dell'Etruria meridionale costiera.Seguiranno delle schede specifiche, dedicate ai singoli tumuli monumentali: cinque nel caso di Tarquinia, tredici in quello di Cerveteri. In ogni scheda verranno presi in esame la geomorfologia e la storia delle ricerche e degli studi che hanno interessato i singoli complessi, e verranno fornite descrizioni delle strutture e dei corredi rinvenuti. Infine, dopo aver analizzato nei particolari ciascun monumento funerario, si traccerà la tipologia dei tumuli principeschi per l'Etruria meridionale costiera, individuandone i modelli di ispirazione e gli influssi su altre sepolture del territorio etrusco. Verranno inoltre descritti gli elementi caratterizzanti; in alcuni casi essi saranno condivisi tra le due città, in altri invece emergeranno chiare differenze di realizzazione.La seconda parte del lavoro sarà invece dedicata alla valorizzazione di questi beni archeologici, tema finora scarsamente affrontato nella letteratura tradizionale. Per inquadrare lo stato degli studi sull'argomento, verrà proposto un riepilogo dell'evoluzione del concetto di valorizzazione dei beni archeologici, a partire dagli anni 1960 ad oggi. La buona valorizzazione di un monumento o di un'area archeologica si concretizza soprattutto attraverso interventi pianificati e strategie gestionali; per meglio valutare i modelli di gestione più idonei oggi adottati, sono stati scelti tre esempi di siti organizzati, gestiti in tre modalità differenti. Di ogni realtà presa in esame (il Parco Archeologico e Naturalistico di Agrigento, il Su Nuraxi di Barumini e il Parco Archeologico di Baratti e Populonia) si analizzerà nello specifico lo schema gestionale attuato.In seguito si tratterà nello specifico della valorizzazione dei siti archeologici di Tarquinia e Cerveteri. Come primo passo verranno presi in esame gli interventi e i contributi già effettuati in tal senso, a partire dalla ¿Proposta per un Parco Archeologico- Naturale a Tarquinia¿ del 1971. Essenziale in questa prospettiva è stato nel 2004 l'inserimento delle necropoli delle due città nella Lista Unesco del Patrimonio dell'Umanità, e il conseguente Piano di Gestione formulato, ma non ancora attivato. Nel caso delle sepolture in oggetto, vi sono state delle difformità negli interventi di conservazione e di supporto alla fruizione. L'analisi effettuata ha quindi suddiviso i diversi monumenti in vari gradi di valorizzazione, a seconda di criteri quali la protezione fisica, l'accessibilità e la comunicazione del bene. Dopo aver individuato le problematiche che inficiano la fruizione dei tumuli monumentali, verranno quindi ipotizzate due proposte per la fruizione del patrimonio archeologico preso in esame, una riguardante il caso tarquiniese e una quello ceretano.In conclusione, verranno tirate le fila di tutte le analisi effettuate, cercando di proporre alcune considerazioni circa il possibile modello di gestione da attuare nei siti etruschi di Tarquinia e Cerveteri, per una valorizzazione ottimale delle risorse archeologiche.
I tumuli monumentali di età orientalizzante nei siti Unesco di Tarquinia e Cerveteri: conoscenza e valorizzazione
CAMPAGNA, MARTA GIOVANNA
2009/2010
Abstract
Questo lavoro si concentra sui tumuli monumentali di età orientalizzante delle città etrusche di Tarquinia e Cerveteri, analizzandone due aspetti differenti ma complementari: la conoscenza e la valorizzazione.La prima parte sarà dedicata all'analisi, dal punto di vista archeologico, di questi complessi funerari. Un'introduzione geomorfologica e storico-culturale delle due metropoli consentirà di inquadrare i tratti distintivi delle grandi protagoniste dell'Etruria meridionale costiera.Seguiranno delle schede specifiche, dedicate ai singoli tumuli monumentali: cinque nel caso di Tarquinia, tredici in quello di Cerveteri. In ogni scheda verranno presi in esame la geomorfologia e la storia delle ricerche e degli studi che hanno interessato i singoli complessi, e verranno fornite descrizioni delle strutture e dei corredi rinvenuti. Infine, dopo aver analizzato nei particolari ciascun monumento funerario, si traccerà la tipologia dei tumuli principeschi per l'Etruria meridionale costiera, individuandone i modelli di ispirazione e gli influssi su altre sepolture del territorio etrusco. Verranno inoltre descritti gli elementi caratterizzanti; in alcuni casi essi saranno condivisi tra le due città, in altri invece emergeranno chiare differenze di realizzazione.La seconda parte del lavoro sarà invece dedicata alla valorizzazione di questi beni archeologici, tema finora scarsamente affrontato nella letteratura tradizionale. Per inquadrare lo stato degli studi sull'argomento, verrà proposto un riepilogo dell'evoluzione del concetto di valorizzazione dei beni archeologici, a partire dagli anni 1960 ad oggi. La buona valorizzazione di un monumento o di un'area archeologica si concretizza soprattutto attraverso interventi pianificati e strategie gestionali; per meglio valutare i modelli di gestione più idonei oggi adottati, sono stati scelti tre esempi di siti organizzati, gestiti in tre modalità differenti. Di ogni realtà presa in esame (il Parco Archeologico e Naturalistico di Agrigento, il Su Nuraxi di Barumini e il Parco Archeologico di Baratti e Populonia) si analizzerà nello specifico lo schema gestionale attuato.In seguito si tratterà nello specifico della valorizzazione dei siti archeologici di Tarquinia e Cerveteri. Come primo passo verranno presi in esame gli interventi e i contributi già effettuati in tal senso, a partire dalla ¿Proposta per un Parco Archeologico- Naturale a Tarquinia¿ del 1971. Essenziale in questa prospettiva è stato nel 2004 l'inserimento delle necropoli delle due città nella Lista Unesco del Patrimonio dell'Umanità, e il conseguente Piano di Gestione formulato, ma non ancora attivato. Nel caso delle sepolture in oggetto, vi sono state delle difformità negli interventi di conservazione e di supporto alla fruizione. L'analisi effettuata ha quindi suddiviso i diversi monumenti in vari gradi di valorizzazione, a seconda di criteri quali la protezione fisica, l'accessibilità e la comunicazione del bene. Dopo aver individuato le problematiche che inficiano la fruizione dei tumuli monumentali, verranno quindi ipotizzate due proposte per la fruizione del patrimonio archeologico preso in esame, una riguardante il caso tarquiniese e una quello ceretano.In conclusione, verranno tirate le fila di tutte le analisi effettuate, cercando di proporre alcune considerazioni circa il possibile modello di gestione da attuare nei siti etruschi di Tarquinia e Cerveteri, per una valorizzazione ottimale delle risorse archeologiche.File | Dimensione | Formato | |
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