L'interrogativo alla base della mia ricerca riguarda le modalità mediante cui gli investitori percepiscono, valutano e organizzano le informazioni che arrivano dal mondo finanziario per decidere come investire i loro risparmi in condizioni di marcata incertezza ossia in periodi di forte crescita economica e in periodi di crisi finanziaria. L' indagine sul loro comportamento viene condotta mediante un field experiment. Si assume che gli investitori abbiano un profilo assolutamente eterogeneo rispetto alla propensione al rischio, alle aspettative, ansie, timori, alla capacità di essere concentrati sugli obiettivi, allo spirito di emulazione e così via e che la decisione di investimento, essendo una scelta complessa, implichi necessariamente la capacità di esplorare diverse alternative. L'esperimento ha dunque per oggetto il risparmiatore come decision maker e presta particolare attenzione alle procedure di scelta, alle modalità di organizzazione delle informazioni, ai criteri di selezione e valutazione attivati, al processo di formazione delle preferenze finanziarie e non mira a distinguerlo dagli altri investitori rispetto alla razionalità delle sue scelte. L'obiettivo di comprendere la ratio, che porta alla scelta, dunque le effettive procedure di ragionamento. La prima parte del lavoro è dedicata alla letteratura sul decision making per comprendere come gli individui scelgano in situazioni complesse, incerte, caratterizzate da informazioni nuove che devono essere rapidamente elaborate e riportate nei personali quadri di riferimento. La seconda parte del lavoro è una declinazione empirica di questa proposta teorica e mira a verificare il comportamento degli investitori nell'ipotesi di acquisizione e di perdita di fiducia nei confronti della valuta e dell'economia di un'ipotetica nazione e il comportamento degli investitori alla notizia che l'economia di Paesi, appartenenti ad una regione in cui hanno investito, è entrata in crisi o è in forte crescita per verificare l'esistenza del fenomeno del contagio e del transfert ossia per verificare se la percezione dello stato di salute dell'economia di un Paese sia influenzata dalla regione geografica di appartenenza. La terza parte è dedicata alla ripartizione degli investitori in tipologie differenti in relazione alle loro specifiche caratteristiche decisionali individuate nel corso del field experiment -tipo investigativo/elaborativo, tipo timoroso/conservativo, tipo giocoso/impulsivo, tipo normativo/economico e il tipo sbrigativo/rigido- e alla verifica di come l' informazione economico-finanziaria influenzi la natura del processo decisionale e di come venga ¿filtrata¿ dalle organizzazioni cognitive e motivazionali caratterizzanti le diverse tipologie per cui le sue ricadute sulle scelte degli investitori variano in relazione alla natura dei filtri. Il lavoro si conclude sottolineando il suo contributo al dibattito teorico sulla eterogeneità dei processi cognitivi e suggerisce alcune direzioni di ricerca atte all'approfondimento delle differenti performance nei processi decisionali in materia di investimenti finanziari utilizzate dalle varie tipologie decisionali.

Il comportamento degli Investitori: una declinazione empirica

SCARABELLI, CARLO
2009/2010

Abstract

L'interrogativo alla base della mia ricerca riguarda le modalità mediante cui gli investitori percepiscono, valutano e organizzano le informazioni che arrivano dal mondo finanziario per decidere come investire i loro risparmi in condizioni di marcata incertezza ossia in periodi di forte crescita economica e in periodi di crisi finanziaria. L' indagine sul loro comportamento viene condotta mediante un field experiment. Si assume che gli investitori abbiano un profilo assolutamente eterogeneo rispetto alla propensione al rischio, alle aspettative, ansie, timori, alla capacità di essere concentrati sugli obiettivi, allo spirito di emulazione e così via e che la decisione di investimento, essendo una scelta complessa, implichi necessariamente la capacità di esplorare diverse alternative. L'esperimento ha dunque per oggetto il risparmiatore come decision maker e presta particolare attenzione alle procedure di scelta, alle modalità di organizzazione delle informazioni, ai criteri di selezione e valutazione attivati, al processo di formazione delle preferenze finanziarie e non mira a distinguerlo dagli altri investitori rispetto alla razionalità delle sue scelte. L'obiettivo di comprendere la ratio, che porta alla scelta, dunque le effettive procedure di ragionamento. La prima parte del lavoro è dedicata alla letteratura sul decision making per comprendere come gli individui scelgano in situazioni complesse, incerte, caratterizzate da informazioni nuove che devono essere rapidamente elaborate e riportate nei personali quadri di riferimento. La seconda parte del lavoro è una declinazione empirica di questa proposta teorica e mira a verificare il comportamento degli investitori nell'ipotesi di acquisizione e di perdita di fiducia nei confronti della valuta e dell'economia di un'ipotetica nazione e il comportamento degli investitori alla notizia che l'economia di Paesi, appartenenti ad una regione in cui hanno investito, è entrata in crisi o è in forte crescita per verificare l'esistenza del fenomeno del contagio e del transfert ossia per verificare se la percezione dello stato di salute dell'economia di un Paese sia influenzata dalla regione geografica di appartenenza. La terza parte è dedicata alla ripartizione degli investitori in tipologie differenti in relazione alle loro specifiche caratteristiche decisionali individuate nel corso del field experiment -tipo investigativo/elaborativo, tipo timoroso/conservativo, tipo giocoso/impulsivo, tipo normativo/economico e il tipo sbrigativo/rigido- e alla verifica di come l' informazione economico-finanziaria influenzi la natura del processo decisionale e di come venga ¿filtrata¿ dalle organizzazioni cognitive e motivazionali caratterizzanti le diverse tipologie per cui le sue ricadute sulle scelte degli investitori variano in relazione alla natura dei filtri. Il lavoro si conclude sottolineando il suo contributo al dibattito teorico sulla eterogeneità dei processi cognitivi e suggerisce alcune direzioni di ricerca atte all'approfondimento delle differenti performance nei processi decisionali in materia di investimenti finanziari utilizzate dalle varie tipologie decisionali.
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