La degenerazione maculare senile (Age-related Macular Degeneration, AMD) è una malattia che colpisce la macula ed è la principale causa di severa perdita della vista nelle persone oltre i 50 anni. Diversi processi cellulari sono coinvolti nella patogenesi della AMD, incluso lo stress ossidativo, l'infiammazione e la compromissione dell'epitelio pigmentato della retina (RPE). Le cellule RPE sotto stress ossidativo perdono la capacità di inibire l'attivazione del complemento e sintetizzano il Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), modulatore solubile dell'angiogenesi oculare. Nel 2005 studi clinici hanno stabilito l'efficacia del ranibizumab, frammento Fab dell'anticorpo monoclonale umanizzato anti-VEGF. Gli oculisti hanno iniziato a trattare l'AMD neovascolare con il bevacizumab (uso off-label), anticorpo monoclonale umanizzato, dal momento che il farmaco ha un target d'azione simile a quello del ranibizumab ed era disponibile a basso costo. Scopo di questa Tesi di Laurea è stato riassumere ed analizzare le evidenze disponibili sul confronto ranibizumab vs bevacizumab, in termini di efficacia terapeutica, sicurezza, costi (del solo farmaco) e regolatorio, nel trattamento dell'AMD neovascolare. Gli studi presi in analisi sono stati il trial CATT, il trial IVAN e uno studio del 2011 che ha riassunto e elaborato tutti i risultati dei principali studi riguardanti i due farmaci in esame. I risultati, riportati negli studi presi in esame, mostrano un aumento o un arresto nella perdita in termini di acuità visiva non dissimile fra terapia con somministrazioni intravitreali di ranibizumab o di bevacizumab. L'insorgenza di reazioni avverse anche gravi, sia a livello oculare che sistemico, risulta minore, anche se in percentuali molto simili, nelle terapie con il ranibizumab rispetto al bevacizumab; l'insorgenza di eventi arteriotrombotici risulta equiparabile fra i due farmaci. Dal punto di vista regolatorio, il ranibizumab ha indicazioni terapeutiche specificamente incentrate sulla cura della degenerazione maculare senile, mentre il bevacizumab viene impiegato nelle terapie riservate ad alcune forme tumorali gravi e in stato avanzato. In Italia il costo di una dose per iniezione intravitreale di ranibizumab è notevolmente superiore (50 volte) rispetto ad una dose di bevacizumab frazionata. In conclusione, i risultati riportati in questa tesi di laurea evidenziano che entrambi i farmaci hanno efficacia equiparabile e determinano insorgenza di eventi avversi in percentuali diverse, anche se molto simili ma, è indicato per la terapia della degenerazione maculare senile solo il ranibizumab. Tuttavia da un punto di vista prettamente farmacologico, il bevacizumab e il ranibizumab , pur riconoscendo lo stesso bersaglio molecolare, sono molecole diverse, perciò sarà fondamentale valutarne l'effetto, in termini di insorgenza di reazioni avverse, ed analizzare i dati clinici in terapie di durata maggiore.

Il ranibizumab e il bevacizumab nel trattamento della degenerazione maculare senile neovascolare

FERRENTINO, FLAVIO
2012/2013

Abstract

La degenerazione maculare senile (Age-related Macular Degeneration, AMD) è una malattia che colpisce la macula ed è la principale causa di severa perdita della vista nelle persone oltre i 50 anni. Diversi processi cellulari sono coinvolti nella patogenesi della AMD, incluso lo stress ossidativo, l'infiammazione e la compromissione dell'epitelio pigmentato della retina (RPE). Le cellule RPE sotto stress ossidativo perdono la capacità di inibire l'attivazione del complemento e sintetizzano il Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), modulatore solubile dell'angiogenesi oculare. Nel 2005 studi clinici hanno stabilito l'efficacia del ranibizumab, frammento Fab dell'anticorpo monoclonale umanizzato anti-VEGF. Gli oculisti hanno iniziato a trattare l'AMD neovascolare con il bevacizumab (uso off-label), anticorpo monoclonale umanizzato, dal momento che il farmaco ha un target d'azione simile a quello del ranibizumab ed era disponibile a basso costo. Scopo di questa Tesi di Laurea è stato riassumere ed analizzare le evidenze disponibili sul confronto ranibizumab vs bevacizumab, in termini di efficacia terapeutica, sicurezza, costi (del solo farmaco) e regolatorio, nel trattamento dell'AMD neovascolare. Gli studi presi in analisi sono stati il trial CATT, il trial IVAN e uno studio del 2011 che ha riassunto e elaborato tutti i risultati dei principali studi riguardanti i due farmaci in esame. I risultati, riportati negli studi presi in esame, mostrano un aumento o un arresto nella perdita in termini di acuità visiva non dissimile fra terapia con somministrazioni intravitreali di ranibizumab o di bevacizumab. L'insorgenza di reazioni avverse anche gravi, sia a livello oculare che sistemico, risulta minore, anche se in percentuali molto simili, nelle terapie con il ranibizumab rispetto al bevacizumab; l'insorgenza di eventi arteriotrombotici risulta equiparabile fra i due farmaci. Dal punto di vista regolatorio, il ranibizumab ha indicazioni terapeutiche specificamente incentrate sulla cura della degenerazione maculare senile, mentre il bevacizumab viene impiegato nelle terapie riservate ad alcune forme tumorali gravi e in stato avanzato. In Italia il costo di una dose per iniezione intravitreale di ranibizumab è notevolmente superiore (50 volte) rispetto ad una dose di bevacizumab frazionata. In conclusione, i risultati riportati in questa tesi di laurea evidenziano che entrambi i farmaci hanno efficacia equiparabile e determinano insorgenza di eventi avversi in percentuali diverse, anche se molto simili ma, è indicato per la terapia della degenerazione maculare senile solo il ranibizumab. Tuttavia da un punto di vista prettamente farmacologico, il bevacizumab e il ranibizumab , pur riconoscendo lo stesso bersaglio molecolare, sono molecole diverse, perciò sarà fondamentale valutarne l'effetto, in termini di insorgenza di reazioni avverse, ed analizzare i dati clinici in terapie di durata maggiore.
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