Background: Headache is one of the most common symptoms in every physician’s clinical practice and represents one of the diseases with the highest socio-economic impact in the world. According to the Global Burden Disease Study, migraine is the third cause of disability among people under fifty years old and, along with the other types of headache, has an important economic weight, with direct and indirect costs. Among primary Headaches the most common types, according to the ICHD-III classification, are Tension Type Headache (TTH), Migraine and, in a lesser degree, cluster headache (CH). The roots of headache’s physiopathology can be found in both genetic and environmental factors. The most credited theory for migraine’s physiopathology (primary headache with a prevalence between 8% and 12%) suggest a primary neuronal disfunction which causes a series of changes happening both intracranially as well as extracranially. In TTH (which has a prevalence between 30% and 78%) the physiopathological theory suggests an overactivation of central and peripherical pain pathways, which causes an increased sensibility of pericranial muscles. Objective: Using the Italian migraine’s registry (RICe) we aimed to investigate characteristics and epidemiology of a group of patients followed by the Neurosciences Department of Università di Torino. We enlisted 96 patients suffering from headache and we studied clinical characteristics, including physiological, professional, familiar and pharmacological anamnesis. Furthermore, we analyzed a smaller group of patients being treated with monoclonal antibodies against CGRP, wanting to prove the significant clinical improvements observed during treatment. Using national data from the RICe registry we collaborated to a study about the impact of COVID-19 pandemics on a group of patients affected by migraine and cluster headache. Results: From the analysis of patients enlisted by the Neurosciences Department we observed an important heterogeneity in all the studied parameters. Especially in patients suffering of migraine, significant differences emerged between chronic and episodic patients in the number of assumed drugs and an increased consumption of alcohol in the latter subject group. Furthermore, we observed a higher average BMI in patients suffering from chronic migraine. Analysis on patients treated with monoclonal antibodies against CGRP confirmed the effectiveness of this treatment, showing a significant decrease in frequency and intensity of pain episodes and a decrease of the number of painkillers assumed. The study about the effects of COVID pandemic on patients with headache revealed improved symptoms, especially in the center-south regions, during the first wave of pandemic. On the other hand, we observed a sharp deterioration of patients’ conditions during the second wave due to the persistence of social limitations and the suspension of some non-essential medical treatments, including headache follow up appointments. Conclusions: The results of this paper confirm the clinical and statistical importance of disease registry for widespread diseases and suggest a wider implementation of this tool. In particular, RICe registry demonstrated to be a valid tool in clinical practice and a useful resource to develop targeted analysis.
Backgound: La cefalea è uno dei più comuni sintomi nella pratica clinica di qualsiasi specialista e rappresenta una delle patologie a più alto impatto socioeconomico al mondo. L’emicrania, in particolare, è stata inserita al terzo posto tra le cause di disabilità nei soggetti under 50 dal Global Burden of Disease Study e, insieme alle altre forme di cefalea, ha un importante ricaduta economica in termini di costi diretti ed indiretti. Tra le Cefalee primarie, i tipi più comuni, classificati secondo i criteri ICHD-III, sono l’emicrania, la Cefalea di tipo tensivo (TTH) e in misura minore la cefalea a grappolo (CH). Alla base della fisiopatologia della cefalea si pongono sia componenti genetiche che ambientali. Per l’emicrania, cefalea primaria con una prevalenza stimata tra l’8 e il 12%, le teorie più accreditate sull’eziopatogenesi suggeriscono che vi sia una disfunzione neuronale primaria responsabile di una cascata di cambiamenti che si verificano sia a livello intracranico che extracranico. Per quanto riguarda la TTH, essa ha una prevalenza che si attesta tra il 30 e il 78% e le teorie eziopatogenetiche più recenti prevedono una iperattivazione delle vie dolorifiche periferiche e centrali, che portano a una maggiore dolorabilità dei muscoli pericranici. Obiettivo: Attraverso l’utilizzo del Registro Italiano delle Cefalee (RICe) si sono volute indagare le caratteristiche e l’epidemiologia di un campione di pazienti afferenti al Centro Cefalee del Dipartimento di Neuroscienze dell’università di Torino. Sono stati arruolati 96 pazienti cefalalgici ed è stato condotto un uno studio descrittivo delle loro caratteristiche cliniche, includendo l’anamnesi fisiologica, professionale, familiare e farmacologica. Grazie al Registro RICe è stato inoltre condotta un’analisi su un sottogruppo di pazienti in terapia con anticorpi monoclonali anti-CGRP, volendo evidenziare i significativi progressi clinici riscontrati durante i mesi di trattamento. Sulla base dei dati nazionali del progetto RICe infine, si è collaborato allo studio dell’impatto della pandemia da COVID-19 su un gruppo di pazienti affetti da emicrania e cefalea a grappolo. Risultati: Dall’analisi dei pazienti arruolati dal Centro Cefalee del Dipartimento di Neuroscienze è emersa un’estrema eterogeneità di tutti i parametri in studio e in particolare nei pazienti emicranici sono emerse delle differenze significative nel numero di farmaci sintomatici tra i soggetti affetti da emicrania cronica ed episodica e un maggior consumo di alcolici in quest’ultimi. Inoltre, è stata osservata la tendenza ad un BMI maggiore nei pazienti cronici. L’analisi dei dati del gruppo di pazienti in terapia con anticorpi anti-CGRP ha confermato l’efficacia di questi trattamenti nella terapia dell’emicrania ad alta frequenza, con una significativa riduzione del numero e dell’intensità degli attacchi, oltre che del numero di farmaci sintomatici assunti. Lo studio condotto sull’impatto del COVID nei pazienti con cefalea ha infine mostrato un miglioramento della sintomatologia durante il primo lockdown, soprattutto al centro-sud, ed un netto peggioramento durante la seconda ondata pandemica, a causa del prolungarsi delle restrizioni sociali e della sospensione di alcune prestazioni mediche come le visite di controllo per cefalea. Conclusioni: I risultati ottenuti da questo lavoro hanno confermano l’importanza clinica e statistica dei registri di malattia per le patologie ad alta prevalenza e suggeriscono un più ampio utilizzo di questo strumento. In particolare, il registro RICe utilizzato dal nostro centro si è dimostrato un valido strumento nella pratica clinica e soprattutto ha rappresentato un utile substrato su cui basare indagini mirate.
Studio delle caratteristiche cliniche dell'emicrania: i risultati del Registro Italiano delle Cefalee (RICe)
FRONDA, PIETRO
2019/2020
Abstract
Backgound: La cefalea è uno dei più comuni sintomi nella pratica clinica di qualsiasi specialista e rappresenta una delle patologie a più alto impatto socioeconomico al mondo. L’emicrania, in particolare, è stata inserita al terzo posto tra le cause di disabilità nei soggetti under 50 dal Global Burden of Disease Study e, insieme alle altre forme di cefalea, ha un importante ricaduta economica in termini di costi diretti ed indiretti. Tra le Cefalee primarie, i tipi più comuni, classificati secondo i criteri ICHD-III, sono l’emicrania, la Cefalea di tipo tensivo (TTH) e in misura minore la cefalea a grappolo (CH). Alla base della fisiopatologia della cefalea si pongono sia componenti genetiche che ambientali. Per l’emicrania, cefalea primaria con una prevalenza stimata tra l’8 e il 12%, le teorie più accreditate sull’eziopatogenesi suggeriscono che vi sia una disfunzione neuronale primaria responsabile di una cascata di cambiamenti che si verificano sia a livello intracranico che extracranico. Per quanto riguarda la TTH, essa ha una prevalenza che si attesta tra il 30 e il 78% e le teorie eziopatogenetiche più recenti prevedono una iperattivazione delle vie dolorifiche periferiche e centrali, che portano a una maggiore dolorabilità dei muscoli pericranici. Obiettivo: Attraverso l’utilizzo del Registro Italiano delle Cefalee (RICe) si sono volute indagare le caratteristiche e l’epidemiologia di un campione di pazienti afferenti al Centro Cefalee del Dipartimento di Neuroscienze dell’università di Torino. Sono stati arruolati 96 pazienti cefalalgici ed è stato condotto un uno studio descrittivo delle loro caratteristiche cliniche, includendo l’anamnesi fisiologica, professionale, familiare e farmacologica. Grazie al Registro RICe è stato inoltre condotta un’analisi su un sottogruppo di pazienti in terapia con anticorpi monoclonali anti-CGRP, volendo evidenziare i significativi progressi clinici riscontrati durante i mesi di trattamento. Sulla base dei dati nazionali del progetto RICe infine, si è collaborato allo studio dell’impatto della pandemia da COVID-19 su un gruppo di pazienti affetti da emicrania e cefalea a grappolo. Risultati: Dall’analisi dei pazienti arruolati dal Centro Cefalee del Dipartimento di Neuroscienze è emersa un’estrema eterogeneità di tutti i parametri in studio e in particolare nei pazienti emicranici sono emerse delle differenze significative nel numero di farmaci sintomatici tra i soggetti affetti da emicrania cronica ed episodica e un maggior consumo di alcolici in quest’ultimi. Inoltre, è stata osservata la tendenza ad un BMI maggiore nei pazienti cronici. L’analisi dei dati del gruppo di pazienti in terapia con anticorpi anti-CGRP ha confermato l’efficacia di questi trattamenti nella terapia dell’emicrania ad alta frequenza, con una significativa riduzione del numero e dell’intensità degli attacchi, oltre che del numero di farmaci sintomatici assunti. Lo studio condotto sull’impatto del COVID nei pazienti con cefalea ha infine mostrato un miglioramento della sintomatologia durante il primo lockdown, soprattutto al centro-sud, ed un netto peggioramento durante la seconda ondata pandemica, a causa del prolungarsi delle restrizioni sociali e della sospensione di alcune prestazioni mediche come le visite di controllo per cefalea. Conclusioni: I risultati ottenuti da questo lavoro hanno confermano l’importanza clinica e statistica dei registri di malattia per le patologie ad alta prevalenza e suggeriscono un più ampio utilizzo di questo strumento. In particolare, il registro RICe utilizzato dal nostro centro si è dimostrato un valido strumento nella pratica clinica e soprattutto ha rappresentato un utile substrato su cui basare indagini mirate.File | Dimensione | Formato | |
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